L’Europa verso il GNL americano

L’Europa verso il GNL americano
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Riunione a porte chiuse per la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Tema principale: riduzione della dipendenza energetica dell’Ue da Mosca, mirando alla costruzione di una rete di stoccaggio del Gnl e di infrastrutture per la distribuzione in Europa

Il 25 marzo l’Ue e USA hanno annunciato un accordo per aumentare la fornitura del GNL per far dipendere meno l’Europa dal gas russo.
Durante la conferenza stampa, Ursula von der Leyen e Joe Biden hanno illustrato gli obiettivi concordati. Gli Stati Uniti distribuiranno ai paesi dell’Unione 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL) entro la fine di quest’anno; 50 miliardi entro il 2030.

EPA/OLIVIER HOSLET

Attualmente la Russia fornisce il 40% del gas di cui l’UE necessita. In generale affrontare eventuali interruzioni da parte della Russia sarebbe difficile dato che importiamo anche più del 20% del petrolio, ma razionalmente le forniture potrebbero essere interrotte solo dai paesi che importano, poiché risulta difficile che il paese esportatore di risorse comprometta un guadagno così.

I prodotti energetici vengono quindi quasi interamente importati: ad esempio il petrolio proviene per il 93% circa da paesi extraeuropei e per il 73% per quanto riguarda il gas naturale.

da Eurostat
L’aumento dei prezzi

La  sostituzione del gas russo con quello americano sembrerebbe teoricamente l’unica soluzione; l’accordo però non è molto preciso e bisogna dar conto anche alla concretezza degli obiettivi.

Il costo è molto elevato e ha già portato a una spaccatura fra i paesi mediterranei, i quali propongono un tetto al prezzo dell’energia, e i paesi del Nord; basti pensare che il GNL costa 5 volte il gas russo.

Inoltre la rigassificazione europea non è ben integrata con le tubature già esistenti. In aggiunta sappiamo che sarà un’operazione che si protrarrà negli anni e che quindi non avrà breve durata.

Già la ripresa post-pandemia aveva contribuito all’aumento della richiesta di energia e quindi, di conseguenza, dei prezzi.

In più dal 2021 la Russia aveva diminuito i flussi verso occidente data la mancata autorizzazione della costruzione di un gasdotto. Infatti nello stesso anno il prezzo del gas in Europa è cresciuto del 500% poiché da 21 euro a MWh è arrivato a 120 euro. Poi con la guerra l’unico modo per far arrivare verso Ovest le risorse energetiche è proprio attraverso l’Ucraina.

a cura di
Alice di Domenico

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Alice Di Domenico

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