Storia della copertina de “La voce del padrone”: il disco pop perfetto di Battiato

Storia della copertina de “La voce del padrone”: il disco pop perfetto di Battiato
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La voce del padrone, uscito nel 1981, è il disco che segnò una svolta – la prima – nella carriera musicale di Franco Battiato. Fino a quel momento definito un autore “intellettuale” e “sperimentale”, con La voce del padrone entrò nelle case di un milione di italiani.

Fra maggio e ottobre del 1982 l’album si arroccò al primo posto in classifica per diciotto settimane non consecutive. Un successo inaspettato, perfino per lo stesso Battiato, che sarebbe potuto diventare altro, continuare la strada che aveva già intrapreso, e invece nel 1981, anziché allontanarsi, si avvicinò ancora di più al pubblico. Il suo è stato il primo album a vendere oltre un milione di copie in Italia. Impresa unica, mai riuscita a nessun altro fino a quel momento.

Il disco

Battiato si è reinventato più volte nella sua lunga carriera, senza tradirsi mai. Sempre fuori dagli schemi, eccentrico e coraggioso. Anche in questo disco insolito, che diventò inaspettatamente una delle pietre miliari della storia musicale del nostro paese.

Ne La voce del padrone c’è lo studio delle religioni orientali, l’esoterismo, la filosofia, ma ci sono anche i richiami pop: Jim Morrison, Lady Madonna dei Beatles, Bob Dylan, i “figli delle stelle” di Alan Sorrenti. Il “free jazz punk inglese” è stato cantato da chiunque, in quegli anni. E anche oggi. L’aspetto più interessante del disco infatti sono i piani di lettura. Nei testi si legge una critica sociale, al rampantismo sempre più diffuso, alla crisi delle ideologie, ma chiunque potrà trovarci qualcosa di interessante, fosse anche solo l’orecchiabilità delle melodie.

La forza de La voce del padrone è che poteva arrivare a chiunque, senza discriminazioni. Per questo lo possiamo definire il disco pop per eccellenza, in cui “alto” e “basso” si incontrano. La voce del padrone è la vita intera dove, se vuoi, puoi anche ballare.

Copertina de “La voce del Padrone”
La copertina

In copertina c’è un uomo, Franco Battiato, in posizione seduta con le gambe accavallate, ma sospeso. La sedia non c’è. Originariamente il cantautore era seduto su una sedia a dondolo, tolta poi in post-produzione. La foto fu scattata da Roberto Masotti, mentre la rielaborazione grafica venne eseguita, come tante altre, dal fidato Francesco Messina, tra i migliori amici e collaboratori di Franco Battiato.

L’immagine è insolita: Battiato non guarda verso il pubblico, come accadeva nella maggior parte delle copertine dei dischi di quegli anni, ma è di profilo. Anche il look è dissacrante: indossa un paio di occhiali da sole e dei sandali francescani con dei calzettoni. Ascetismo e new wave. Dietro di lui, le palme e la via lattea. Allucinazioni siciliane. C’è tutto il mondo di Battiato in questa copertina. I riferimenti al pensiero del filosofo armeno Gurdjieff, il sentirsi piccoli all’interno del cosmo infinito, la Sicilia, la new wave inglese.

Come canta Battiato, nell’ultima strofa del disco, nel pezzo Sentimiento Nuevo: “è bellissimo perdersi in quest’incantesimo“.
Difficile dire se l’album perfetto esista o meno, ma di certo La voce del padrone ci si avvicina molto.

a cura di
Daniela Fabbri

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Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

2 pensieri su “Storia della copertina de “La voce del padrone”: il disco pop perfetto di Battiato

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