Grande Fratello VIP: diario di bordo di un esperimento sociale

Grande Fratello VIP: diario di bordo di un esperimento sociale
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Ovvero: come appassionarsi a un programma che ha il contenuto pari a quello di una bottiglia di Coca-Cola spaccata in mille-pezzi-più-uno

Non faccio il finto radical-chic di ‘sta ceppa. A me il trash piace. Ho un santino di Al Bano nel portafoglio, da anni ogni anno commento Sanremo tra il serio e il faceto e secoli fa il Grande Fratello mi incuriosiva non poco. Il mondo dei reality ha sempre avuto quella sottile linea che divideva il vuoto cosmico con lo tsunami di grezzume (in senso buono).

Dopo anni di menefreghismo verso il gossip, continuo con il catafottermene allegramente delle notizie stile Novella 2000. Ma… c’è un ma. Quest’anno, per vari motivi (tu chiamali, se vuoi, neuroni implosi), ho cominciato a visionare il Grande Fratello VIP. Devo ancora capire la contemporanea accezione di vip, tra fratelli di cugini di calciatori e persone che una volta sono stati inquadrati durante una trasmissione a basse frequenze. Ma facciamocelo andare bene.

Da sinistra: stupore, innocenza e disappunto

Analizziamo brevemente il fenomeno Grande Fratello VIP, almeno per quello che ho potuto comprendere.

In studio tra sorrisi e bombe atomiche

Per Alfonso Signorini ho iniziato a nutrire una certa stima. Stima quasi al livello del mio barbiere che si ostina a essere onesto con me e a dirmi che no, oramai i capelli lunghi non posso più permettermeli. Ma il Signor Chi (nel senso patron del giornale, non come offesa) ha una conduzione che dosa sagacemente sobrietà, momento gossip, un goccio di strappalacrimismo e caciara becera. Tutto quasi equilibrato.

Antonella Elia. Credo di preferire il ricordo di quando la zip dei pantaloni provocarono quasi l’irreparabile, procurandomi un temporaneo innalzamento vocale di 12 semitoni. Una spocchia irritante, un sorriso 54 denti finto quanto una banconota della copia del Monopoly. Mai quanto Franceska (no, non è un gruppo Ska), ma siamo a livelli comunque olimpionici.

Pupo. Lo vedrei bene insieme a Magalli nella conduzione de I Fatti Vostri (immaginatelo mentre sadicamente annuncia all’anziana al telefono la vincita del vaso cinese). Invece è sul trespolo del Grande Fratello VIP a sparare battute a cui solo lui ride. Sarebbe l’amico perfetto di Antonio Razzi (genio incompreso, letteralmente) a Ballando Con Le Stelle.

Il resto della ciurma. Vallo a capire. Tre ore e mezzo di programma infarcito di faide, storie che non esistono, pianti non pianti, inquadrature sulla Contessa – fino a quando è rimasta in gioco – che ha lo sguardo della serie “Ma che diavolo sta succedendo, non ho capito. Boh”.

Un’immagine tratta dalla cabina di regia
Ok, ma qualquadra non cosa…

Al di là del sapere chi diavolo siano tali persone che al sommesso urlo di “Esproprio proletario!” hanno preso possesso di questo container di lusso, lo spettatore si appassiona al Grande Fratello perché si creano (o si recitano) delle dinamiche oggettivamente interessanti. “Interessanti” nel senso che spuntano delle queen drama degne di Sogni D’Amore – La Telenovela Piemontese.

Prima amici immensi, poi acerrimi nemici, persone che piangendo svelano segreti di pubblico dominio, gente ingrifata come un cinghiale valdostano ma che non fa nulla, innamoramenti solidi quanto le amicizie dopo una partita a Uno e due di picche donati con sonore risate…

Il mio lato sadico e morboso si inebria e crogiola nella gioia e nel godimento per tutto il tempo.

Non capisco tuttavia perché diavolo ogni settimana cambino regole per l’eliminazione dei concorrenti. Una settimana esce il più votato (o meno votato… non ho ancora capito); la settimana successiva, a nuova votazione, si annuncia il meno ben voluto, ma non viene eliminato, bensì diventa “il primo in nomination” per la prossima eliminazione. Ho chiesto a Paolo Brosio, mi ha risposto di interpellare la Madonna. L’ho interpellata, ma non l’ha presa benissimo.

Entusiasmo incontenibile. O forse no…

Dunque penso: ok, una settimana in un modo, un’altra settimana nell’altro modo. Settimane alterne. Invece no. Apparentemente il procedimento segue l’ancestrale regola “alla membro di segugio”, più recentemente nota come “alla cazzo di cane”.

I miei neuroni però non vogliono lavorare e quindi parte un silenzio-assenso: “Fottesega, continua a guardare” (la vocina dei neuroni ha la soavità di un incrocio tra Lemmy dei Motorhead e Dan Harrow).

Altre cose non mi quadrano, come fare la paternale a Brosio perché ha sparato tre Ave Maria a tutto volume, nemmeno fosse al Diabolika con Emanuele Inglese redento. È come voler seguire la trama di un video porno di 10 minuti. Pretendi l’impossibile.

… Ma fa audience

E funziona, perché un decerebrato come me, che fino a dieci minuti prima discuteva di come i Pooh dovrebbero essere riscoperti con Parsifal e di quanto fu all’epoca coraggiosa la tournée di De André con la PFM, arriva all’una di notte rintronato, che continua a chiedersi cosa diavolo abbia visto per tre ore e mezzo, ma vuole sapere cosa accadrà.

Non ho capito una mazza di cosa è accaduto, del perché facciano entrare altri concorrenti quasi a casaccio e di come Alfonso Signorini sia contentissimo di annunciare che il Grande Fratello continuerà fino a febbraio.

Alfonso Signorini già pronto per la speciale diretta di Capodanno. (fonte: web)

Sì, vedremo la Gregoraci che squarta con lo sguardo tale Selvaggia, o qualche altro mister sconosciuto che impartisce lezioni di vita e lasagne scotte. Il tutto con vestiti da Babbo Natale e alberello con un puntale che ho la sensazione che cambierà posto…

Tutto questo, benché mi rechi del sano ribrezzo, mi suscita anche una sadica curiosità. Sono l’unico?

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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