A trent’anni mica siamo tutti uguali! #parliamone
La storia di oggi l’avete scelta voi e a scrivermi qualche tempo fa è stata una ragazza che si trova ad affrontare una di quelle classiche crisi esistenziali che arrivano non appena si supera la soglia dei 29 anni e inizia il viaggio nei 30.
Un viaggio fatto spesso di dubbi, ripensamenti, qualche possibile rimpianto o rimorso, un po’ di errori vari ed eventuali e qualche paura in più o in meno rispetto a quando ogni scelta era meno ragionata e più sentita perché parliamoci chiaro a trent’anni diventiamo tutti dei selezionatori, a volte fin troppo diffidenti
“Sei nata intera non ti manca nessuna metà” è una frase che ho sempre amato perché credo racchiuda molte verità, non solo una, ed è stata la prima frase alla quale ho pensato non appena ho finito di leggere la storia di questa ragazza.
Una storia che in realtà potrebbe essere quella di tutti noi, chi più chi meno, a prescindere dall’essere donna o uomo perché arrivati a trent’anni siamo tutti nella stessa barca. O quasi.
Dopo una relazione importante durata 4 anni anni finita grazie ad una scelta di lui: “Mi ha lasciato perché ha avuto più coraggio di me nell’ammettere che non stavamo bene insieme” la nostra amica si ritrova da sola e a collezionare una serie di incontri assolutamente negativi con la paura di non riuscire più a trovare una persona con la quale condividere il suo concetto di insieme e scrive:
“Mi sento spaesata e forse non riuscirò mai a trovare un vero compagno… Mi sono sentita sbagliata un sacco di volte…”
Automaticamente, senza pensarci neanche un attimo sono andata a ripescare una frase del mio secondo romanzo che credo sia la spinta giusta per superare quei concetti così limitati e limitanti che spesso si creano nella nostra testa, quelle convinzioni che a pensarci bene rischiano di trasformare determinati pensieri in un bel pacchetto di “ossessioni”.
Stare soli a volte può essere una gran fortuna perché se imparassimo a dare tempo al tempo, ma soprattutto se provassimo a dare tempo a noi stessi, cercando di andare un po’ a fondo per capire cosa ci interessa davvero, cercando di focalizzare le nostre forze su ciò che siamo e amiamo fare, forse riusciremmo per un attimo a sentirci meno sbagliati.
Che poi chi stabilisce cos’è giusto e cos’è sbagliato? Non è detto che a trent’anni siano giusti solo quelli che hanno trovato il lavoro e la persona della vita. Non è detto che a trent’anni bisogna arrendersi, anzi, io credo che il bello arrivi proprio una volta superata quella soglia.
Non per tutti è previsto lo stesso copione e non è neanche obbligatorio seguirne uno. Non pensate sia troppo tardi e non pensate neanche che dalla parte dei giusti e del giusto ci siano solo quelli che hanno avuto modo di realizzare ciò a cui aspiravano.
Ci sono persone che amano scoprirsi giorno per giorno, persone che amano sorprendersi, altre che hanno bisogno continuamente di certezze, altre che vivono solo sapendo di poter fare affidamento su un’altra persone e poi c’è chi fa affidamento principalmente su sé stesso ma questo non vuol dire che le carte in tavola non possano cambiare, ma non vuol dire neanche smettere di giocare.
“Non credo più a nulla” conclude la nostra amica. Io invece concludo così:
Ed ecco qui il mio consiglio musicale (senza ombra di dubbio).
A cura di Claudia Venuti
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