#SoundView e Petullà: le interviste differenti per artisti non scontati
Conoscete Petullà, quel cantautore e chitarrista torinese classe 1990?
Se avete letto la nostra intervista in occasione del suo ultimo singolo Zara qualcosa di lui già sapete.
Dopo averlo incontrato e fotografato durante il suo live all’Astoria di Torino lo scorso novembre abbiamo deciso di proporgli un botta e risposta secco condito anche da domande scomode.
Ha accettato. Quindi, iniziamo!
TRE aggettivi per definirti?
Curioso, passionale e discontinuo
Il tuo punto debole?
Sono abbastanza Permaloso.
Se vincessi 10 milioni di € cosa compreresti come prima cosa?
Una casa a Siviglia.
Com’è stato il live con la tua band il 30 novembre?
Una meraviglia. Una pioggia di affetto inaspettata e che ha trasformato la mia malinconia del momento in qualcosa di estramamente positivo. È stato rigenerante.
Cosa ti dicono più spesso?
Che sono discontinuo. E permaloso.
La parolaccia che dici più spesso?
Bestemmie tendenzialmente. Le trovo liberatorie 🤣
Una cosa che ti rende felice?
Andare in sala con la band.
Che immagine vorresti che le persone avessero di te e della tua musica?
Di un frullatore con una lampadina dentro. Un miscuglio insomma rumoroso ma con un nucleo luminoso.
Un personaggio famoso che stimi? E perché?
Pif, perché è acuto e riesce ad esserlo strappandoti un sorriso
Un coglione invece?
Salvini
Una figura di merda che hai fatto?
Sono caduto sul palco una volta. E non in grande stile. Che poi non c’è un grande stile se cadi, ma se sei Dave Grohl te lo puoi permettere.
Quale delle tue canzoni è stata più difficile dal punto di vista emotivo da comporre e perchè?
Delle Ricorrenze. Un brano ancora inedito ma che porto dal vivo da un po’. È un tuffo nella mia sfera più personale e intima.
Ultimo libro letto?
Armi acciaio e malattie, di Jared Diamond
Di cosa hai paura?
Di dimenticare. Le forme, e le voci soprattutto.
Film preferito?
D’istinto mi viene da dirti Ritorno al Ruturo perché è quello con cui ho passato l’infanzia al posto dei cartoni Disney. Ho una forma di nerdismo verso quel film.
Drink e piatto preferito?
Pastis. Soprattutto perché non piace a molti e così nessuno mi chiede “posso rubarti un goccio?” Piatto preferito è difficile. Di solito vincono i primi. Quindi ti dirò la fiorentina. Sì, lo so che se vegetariana. Non ti arrabbiare.
Gli uomini e le donne quanto sono diversi?
Il problema è che sono identici. Siamo persone. Non è il sesso, sono i momenti della vita che ci rendono diversi.
Quale delle tue canzoni ami cantare e perchè?
Cara Lidia perché ogni volta mi piace chiedere a quella parte di me, Lidia, come fa a vivere con profonda leggerezza.
Che squadra di calcio tifi?
Il Torino. Non sono per le squadre che vincono. Sono per chi lotta, e perde. Ma quelle poche volte che vince é un’emozione.
Credi alla magia e al paranormale?
No. Credo che ci sono cose che ancora l’uomo non è in grado di spiegare e mi va bene così. Non ho la smania di dover sapere tutto.
Gli alieni esistono?
Da qualche parte dell’universo sì. E la cosa mi consola. Non possiamo mica essere gli unici granelli di sabbia.
Credi alla pari opportunità tra i sessi?
Credo nel merito. Non mi piace il modo in cui si affronta la questione “quote rosa” in Italia. Parto dal presupposto che siamo tutti persone, senza distinzioni. Se meriti vai avanti, maschio o femmina che tu sia.