“Lolly Willowes o l’amoroso cacciatore”, stregoneria o emancipazione?

“Lolly Willowes o l’amoroso cacciatore”, stregoneria o emancipazione?
Condividi su

Con il bookclub della mia piccola città natìa, in Puglia, per il mese di marzo si sorteggia Lolly Willowes o l’amoroso cacciatore. Mea culpa, è un titolo che non avevo mai sentito. Cercando un po’ nei meandri del web, scopro essere l’opera prima di Sylvia Townsend Warner, acclamata scrittrice e poetessa inglese della prima metà del novecento (1893-1978).

L’opera stessa ha ancora un certo peso, soprattutto come manifesto femminista, forse proprio perché sorge negli anni ’20 dove le donne prendono sempre più consapevolezza della propria voglia di autonomia e di emancipazione. In realtà, o forse proprio per questo, è prima di tutto un romanzo “che riesce a rendere palpabile e plausibile, passo dopo passo, il processo che conduce a diventare strega”.

La trama

Laura Willowes è la terza figlia di una nobile famiglia inglese del Somerset. Fin da bambina si distingue da tutte le altre ragazze. La madre, infatti, non le pone i freni che la società del tempo è solita porre alle fanciulle e le lascia completo accesso alla sua stramba biblioteca.

Qui imparerà a leggere e scrivere ma anche a saperne di botanica, antiche storie di streghe e lupi mannari, di chimica e di materie considerate oscure finanche per gli uomini!

Tutto questo la renderà sempre più disinteressata alla mondanità, agli incontri frivoli pieni di salamelecchi e agli uomini. Tanto che a ventotto anni, quando anche il padre muore, lei resta completamente sola.

Henry, suo fratello maggiore, la porterà a Londra a stare con la sua famiglia. D’altronde era impensabile che una donna potesse rimanere completamente sola!

Laura dovrà così lasciare tutta la sua vita e finanche il suo nome, prendendo quello di Lolly, come sono solite chiamarla le sue nipotine. Passerà così dalla tutela del padre a quella del fratello e, sebbene ami la sua esistenza così tranquilla e piena di affetto e protezione, inizia a sentire dentro di sé il muoversi di una densa malinconia.

Non riesce a spiegarsi perché, ad ogni inizio di autunno, cala su di lei questa ”febbre” di tristezza che spesso si manifesta in immagini, quasi delle vere visioni gotiche di libertà.

All’ennesima visione di un campo solitario, Lolly decide di voler togliersi il giogo del fratello, seppur amoroso, e andare a vivere da sola. Proprio nel villaggio della sua visione.

(fonte Pinterest)

L’improvvisa, caparbia e sconcertante sterzata nella vita così moderata di Laura sarà la vera svolta anche del romanzo che prenderà, ancora di più, le note e il sapore di un romanzo gotico.

Lolly, infatti, farà la conoscenza di altre “streghe”, parteciperà alle loro danze e sarà guidata dal “maligno”, ovvero l’amoroso cacciatore. Che, a dispetto della furia diabolica a cui siamo abituati a pensare, è umile, garbato, con l’unico obiettivo di assecondare il desiderio delle streghe: esistere.

(fonte Pinterest)
L’opera

Di sole 176 pagine, il libro  può vedersi solo come un godibile romanzo sulla vita morigerata di una donna dell’inizio novecento, appassionata di erbe e di lunghe passeggiate nei boschi in solitaria. In realtà, però, è un’opera di denuncia sociale a tutti gli effetti.

In mezzo a dettagliate descrizioni di boschi, di giardini, di grandi case e di sale da te, si nascondono i dettagli del carattere di una donna affabile, mite, profondamente grata alla vita, ma che ha un vero fuoco dentro. Il parallelismo sorge dunque spontaneo con la condizione delle donne dell’epoca, passanti di mano in mano, dal padre al marito o al fratello. Come una pertinenza, seppur amata, dell’uomo.

L’unica via di fuga è andarsene. Una donna sola, padrona di se stessa: ma che stregoneria!

a cura di
Rossana Dori

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – “Il famiglio della Strega”, la realtà dietro le storie
LEGGI ANCHE – Il 29 marzo su Rai3 il primo docufilm dedicato a Eleonora Abbagnato
Condividi su

Rossana Dori

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *