Booklist delle domande, il fascino del punto interrogativo

Booklist delle domande, il fascino del punto interrogativo
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La bellezza di un libro, che sia un romanzo o un racconto o una poesia, è che la prima cosa che resta fra le mani del lettore è una manciata di domande, una dietro l’altra, una più complessa dell’altra. Così si avviano tutti i processi mentali che ci portano a pensare a una situazione e poi a una frase ed ecco che abbiamo in mente un altro libro, un’altra storia. Questa è perciò una booklist per domandarsi, attraverso le parole scritte da altri, come sopravvivere nei momenti di incertezza.

Che significa diventare adulti? Banana Yoshimoto, Feltrinelli editore

Ho avuto un lampo di genio quando ho concluso l’ultima pubblicazione di Banana Yoshimoto, Che significa diventare adulti?, pubblicato da Feltrinelli. Le prime pagine parlano chiaro, l’intenzione dell’autrice giapponese è racchiusa in queste parole:

La mia speranza è che questo libro accompagni le notti insonni di chi per età è ancora bambino e di chi, pur essendo già adulto, continua a prendersi cura del bambino che porta dentro di sé

Booklist per domandarsi: Cosa significa diventare adulti?

Il titolo, che porta con sé un punto interrogativo enorme, è affascinante. Un libriccino di nemmeno 100 pagine che non è un saggio ma nemmeno un romanzo. Un saggio avrebbe al suo interno tante informazioni anche tecniche e invece, il primo libro di questa booklist, ha solo tante istantanee sbiadite dell’autrice che l’aiutano a dare una prospettiva ulteriore alle risposte che non si accontenta di lasciar lì.

Avrebbe potuto rispondere alla domanda sulla morte citando alcuni prima di lei; qualche riferimento a testi sacri e altri scientifici, avrebbe accontentato una gran parte di lettori che nelle vie di mezzo non si ritrovano. Avrebbe potuto, e invece ha dichiarato in apertura che questo testo è forse pieno di parole, che è con la memoria che ha provato a dare una risposta alle domande più grandi. Risposte che altro non sono che ulteriori grandi domande.

Booklist per non annegare: Lei

Non avere un nome semplifica enormemente il lavoro per chi consiglierà questo romanzo di Nicolò Targhetta, pubblicato da BeccoGiallo. Semplifica perché chiunque potrebbe essere Lei: ha perso il lavoro, è stata sfrattata, ha perso anche il ragazzo che l’ha lasciata, nonostante fosse stata lei, mesi prima, a pensare di chiudere la storia.

Un romanzo dove una giovane donna è completamente spiazzata da eventi condivisibili e non per questo meno dolorosi.

Lei capisce di non amarlo più una mattina di marzo. Fuori la luce è bianca e densa e picchia forte sulla retina. Se ne sta un po’ seduta a letto in mutande a grattarsi la testa con le mani. Poi esce in terrazza, si accende una sigaretta e cammina avanti e indietro. Il posacenere dice:

– Forse non lo ami.
E lei capisce che è così. Che il posacenere ha ragione.
Ci scambia ancora due parole di cortesia,
ci spegne dentro una Merit Blu, poi sente freddo e rientra in camera. Lui dorme ancora, gli si sdraia accanto e fa una prova microfono a voce bassa.
Ti lascio, sussurra.
Poi si addormenta.
Sei mesi dopo la lascia lui.

Questa, che è la parte più condivisa e gettonata, si presta all’avvio di una serie di domande legate, principalmente, a come è successo a noi. Lo ricordiamo? Cosa pensavamo? Come l’abbiamo presa quando è successo?

Lei, Nicolò Targhetta, BeccoGiallo

Da qui c’è un bisogno di toccare il fondo che non è il suo ma dell’autore. Facciamo che perde la casa e il lavoro, non ha fiducia e annaspa e ansima e l’acqua invade i polmoni e brucia. Facciamo così, perché Lei è reale, dovrebbe poterlo essere. A questo punto le domande del lettore virano in due direzioni: quella per capire come uscirne e quella per dire a se stessi che non se ne uscirà mai.

Booklist per alzare la testa: Ma io volo

Ma io volo, e quindi è un problema tuo se stai male nel vedermi volare. Ma io volo, quindi lasciami la libertà di scelta se restare o andare.

Alla mia povera fragilità
guardi senza sprecar parole.

Tu sei di pietra, ma io canto.
Tu sei un monumento, ma io volo.

Io so che il più tenero maggio
all’occhio dell’Eternità è nulla.

Ma io sono un uccello e non incolparmi
se una facile legge m’è imposta.

Ma io volo, scritto da Marina Ivanovna Cvetaeva, illustrato da Sonia Maria Luce Possentini. Edizione a cura di Teresa Porcella. Carthusia edizioni

Questa poesia dal titolo Alla mia povera fragilità, è frutto della dicotomia che c’è (c’è stata) in Marina Ivanovna Cvetaeva, autrice russa del Novecento. Una donna vissuta tra Amore e Odio, Amore e Morte, un continuo di Fame e Carestia. Nelle sue parole si ritrova tutto questo e ancora più con le illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini, nell’edizione proposta da Carthusia edizioni dal titolo Ma io volo.

Booklist per pensare

Si potrebbe parlare di pensare, di rinascita o di esperienza, ma di fatto questa selezione è un crescendo: dal quasi saggio all’albo illustrato per provare a respirare con la luce del nuovo giorno, lasciandosi alle spalle statue e colpe.

a cura di
Ylenia Del Giudice

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