Vincenzo Manobianco: campione da Guinnes World Record

Vincenzo Manobianco: campione da Guinnes World Record
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Una passione cresciuta con lui, diventata lavoro: lo sport come maestro di vita

Sicuramente tra le maggiori soddisfazioni dell’essere umano è fare della propria passione un lavoro, bene questo è proprio quello che ha fatto Vincenzo Manobianco, atleta pugliese di Paddle Surf o Stand Up Paddle (SUP), sport acquatico a metà tra il surf e la canoa. Passione e sacrifici che gli hanno permesso di ottenere numerosi traguardi, locali, nazionali e adesso anche mondiali.

Vincenzo, già tre volte campione italiano di canoa olimpica, lo scorso 5 settembre ha battuto il Guinness World Record di 17 rotazioni a 360° su una tavola Paddle Surf in un minuto, totalizzando ben 20 rotazioni dimostrando grande agilità e destrezza.

A supervisionare la prova c’erano il giudice Raffaele Callea, fisioterapista della Nazionale di Atletica Leggera, con tre olimpiadi all’attivo e il suo vice Pietro Devito. A documentare il tutto erano presenti gli operatori foto-video Rossella Stanisci e Antonio Di Cosola. Naturalmente onorato e felice dell’opportunità e del risultato ottenuto, Vincenzo Manobianco ha dichiarato: “spero che questo mio risultato possa ispirare altri a mettersi alla prova e perseguire i propri sogni“.

Quale auspicio migliore per chi come lui trasferisce quotidianamente il suo sapere e la sua esperienza ai giovani atleti. Lo abbiamo contattato di rientro da Ostia con la medaglia di “Campione Italiano Assoluto di SUP”, oltre che per congratularci, per farci raccontare come nasce una passione, come si trasforma in lavoro e quanto lo sport sia maestro di vita.

Ecco a voi le sue risposte.

Ciao Vincenzo, benvenuto su The Soundcheck. È un onore per noi averti qui, congratulazioni per i tuoi nuovi traguardi. Come nasce la passione per la canoa e il paddle surf?

Buongiorno e grazie, è un piacere poter condividere la mia passione.
L’attaccamento alla pagaia (remo), possiamo riassumere così gli sport acquatici che mi hanno conquistato), è iniziato nel 2002 quando provai con mio fratello la canoa al CUS Bari. Avevo 12 anni, ricordo ancora l’entusiasmo del potermi muovere sull’acqua, quindi esplorare il porticciolo con la semplicità di una passeggiata o di una corsetta.


Ho proseguito il mio percorso entrando a far parte della squadra agonistica e poi anche la Nazionale, e così in un gruppo coeso, tra gare, raduni e nuovi amici, gradino dopo gradino ho costruito i miei risultati ma soprattutto la mia persona.

La folgorazione: l’uomo sul SUP

Diversi anni dopo, in spiaggia a Polignano, vidi una persona che pagaiava stando in piedi su un’imbarcazione stretta e lunga quasi come una canoa, era SUP (stand up paddle). Mi sembrò un apparizione! Quel signore riusciva a fare quello che io amavo, fuori dalle barriere di acqua piatta (la canoa olimpica che praticavo è uno sport d’acqua dolce, possibile in bacini di acqua ferma).

Era libero di andare in mare aperto, stando in piedi, godendosi anche la visuale del fondale. Guardandolo pensai: è l’upgrade per chi come me ha il mare nella sua città, io farò questo sport. Di lì a poco la passione è diventata anche il mio lavoro.

Vincenzo Manobianco durante il tentativo di Guinnes- Antonio Di Cosola ph.
Un lavoro che ti sta dando gran belle soddisfazioni, lo scorso 3 settembre, hai battuto il Guinness World Record di 17 rotazioni a 360° su una tavola Paddle Surf in un minuto. Cosa rappresenta per te questo traguardo?

Mi trovavo nella piscina ad onde del Di Palma sport, è stato lì che abbiamo perseguito questo obiettivo mondiale raggiungendo le 20 rotazioni, adesso attendo la riesamina delle prove e l’ufficialità dall’organizzazione GWR.


Dico “abbiamo” perché è il frutto di un lavoro di squadra, anche se sulla tavola ci sono salito con le mie gambe, la mia condizione non è dipesa solo da me. Un aspetto che ho appreso con l’esperienza sportiva e che cerco di trasmettere ai miei allievi è che:

anche in uno sport individuale inseguire un obiettivo è come comporre un mosaico, ma le tessere non sono tutte nella tua mano.

Vincenzo Manobianco

Vincenzo Manobianco – Antonio Di Cosola ph.
Complimenti, gran bella visione. A proposito di allievi e esperienze: la disciplina, l’allenamento, il sacrificio e la concentrazione che sono alla base di qualsiasi attività sportiva, ti hanno aiutato anche in altri ambiti della vita? Pensi che le nuovissime generazioni possano formarsi alla vita anche attraverso lo sport?

Assolutamente sì. Da piccolo mi ha aiutato nell’approccio con i miei coetanei e a scuola migliorando organizzazione e concentrazione, ho imparato che se volevo ottenere qualcosa dovevo impegnarmi. Risorse che mi sono servite anche in ambito lavorativo diverso da quello sportivo, come anche la capacità di scegliere e dividersi i compiti; di focalizzarsi su obiettivi concreti, non troppo a lungo termine, raggiungerne per poi concentrarsi sui prossimi.


Lo sport ti insegna tanto, potrei parlarne per ore, sa insegnarti se lo vuoi a perdere e a rialzarti, anche se la sconfitta alcune volte può essere ingiusta, per questo è maestro di vita.

Bene, dopo questo bel traguardo, quali sono i tuoi prossimi obiettivi e impegni?

Beh, sono appena tornato da una trasferta in Lazio e posso dirmi più che soddisfatto di aver portato a Bari il titolo di “Campione Italiano Assoluto SUP”. Adesso mi riposerò lavorando e a breve mi dedicherò agli allenamenti per cercare di onorare la convocazione al mondiale in Thailandia del prossimo novembre.

Vincenzo Manobianco sul podio a Ostia

Ad majora, Vincenzo!

a cura di
Mariangela Cuscito

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Mariangela Cuscito

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