“Membrana” di Chi-Ta-Wei: una distopia fuori dai binari

“Membrana” di Chi-Ta-Wei: una distopia fuori dai binari
Condividi su

Lo scrittore taiwanese Chi-Ta-Wei esordisce in Italia con il suo romanzo “Membrana” (ADD editore, 2022), pubblicato per la prima volta a Taiwan nel 1995 e divenuto un classico della narrativa distopica e sci-fi asiatica

Trama

Le vicende di questo romanzo, molto avanguardistico rispetto agli anni in cui venne scritto, si svolgono nel 2100 nell’immaginaria – quanto però sempre più reale – città sommersa di T. La terra si trova in un totale deperimento fisico a causa del cambiamento climatico e del riscaldamento globale che hanno ormai dilatato completamente il buco dell’ozono, rendendo i raggi solari sempre più potenti e pericolosi per l’umanità e causando la devastazione della superficie terrestre, divenuta pressoché inabitabile. A causa di tale disastro climatico l’umanità si è dovuta adattare e per sopravvivere alla potenza dei raggi ha deciso di migrare nei fondali marini. Protetti dalla membrana creata dall’acqua, gli uomini vivono la propria esistenza in questo nuovo mondo, il quale è però travolto dall’incessante avanzamento tecnologico e caratterizzato da una società completamente controllata dai conglomerati mediatici e mantenuta dal lavoro e dallo sfruttamento di entità a metà tra l’umano e l’artificiale: i cyborg.

Uno sguardo a Momo

La protagonista del libro è una donna quasi trentenne dal nome Momo, che in giapponese significa “pesca”, un nome che cela un significato più profondo che verrà svelato durante la lettura. Momo è un’estetista sui generis, annoverata come una delle esperte della pelle più importanti della città di T. La mansione dell’estetista riserva infatti una certa importanza, seppur accompagnata da una traccia di ambiguità, nel mondo pensato dall’autore. Questo perché la pelle umana sotto l’acqua necessita di maggiori cure e attenzioni, portando le estetiste a divenire delle figure chiave per poter mantenere intatto il fragile equilibrio sociale. 

Momo è però un personaggio misterioso, con profonde cicatrici personali dovute all’assenza della madre e ferite carnali causate da un’operazione, avvenuta durante la tenera età, la quale segna un momento centrale per la sua identità e per il dipanarsi della storia.

All’indomani del suo trentesimo compleanno però la madre la contatta dopo anni, chiedendole di incontrarsi. A partire da questo avvenimento inizierà il racconto introspettivo di Momo, accompagnandola in questo personale viaggio tra il presente e il passato e, ammaliati dalla scrittura avvincente e scorrevole dello scrittore, cercheremo di individuare i segreti e i traumi che hanno segnato la sua esistenza.

Il racconto nel profondo

Chi-Ta-Wei costruisce un mondo futuristico dove però l’ottimismo verso il progresso è ormai svanito, dove le grandi potenze mondiali e i conflitti che hanno alimentato la distruzione del mondo continuano incessanti a esistere anche di fronte alla catastrofe, e dove la terra viene prosciugata della sua vita divenendo un luogo arido in cui sulla superficie si consumano solamente guerre combattute tramite gli androidi per il controllo delle terre marine.

Questo nuovo tipo di umano, o per meglio dire “post-umano”, incarna in sé il superamento del dualismo tra natura e artificio, tra umano e non-umano, divenendo un essere ambiguo composto in parte dalla tecnologia e in parte da pezzi biologici costruiti artificialmente. Gli androidi, inoltre, non sono solo lo strumento prediletto utilizzato per i conflitti politici sulla superficie, ma sono anche una parte importante per il mantenimento del mondo sociale sottomarino di “Membrana”: costruiti con l’obiettivo di fornire parti del proprio corpo e i propri organi agli umani malati o in decadimento, o anche solamente per questioni estetiche, il dramma degli androidi rappresenta ancora una volta quella profonda oppressione e ingiustizia sociale profondamente radicata nella società contemporanea.

I confini identitari sono perciò completamente abbattuti e in questo mondo non c’è più spazio per i dualismi: carne e macchina, l’umano e l’androide si mescolano e si fondono completamente, il corpo e la mente sono sempre più intrecciati, fino a farci dubitare del rapporto tra la nostra fisica corporeità e la nostra mente, e dove anche il genere è completamente disarticolato rispetto alla logica binaria del maschile e del femminile. Momo trapassa questi binari e la sua storia diventa, citando l’opera della celebre filosofa americana Donna Haraway, una sorta di manifesto cyborg, un’entità ibrida, un assemblaggio identitario, capace di mettere in crisi le profonde assunzioni politiche e sociali del nostro tempo.

La narrazione

La narrazione avviene in prima persona, il tempo è frammentario e vede l’articolarsi di diversi momenti della vita della protagonista tramite ripetuti flashback – non sempre cronologicamente consecutivi – che irrompono nel presente.

Gli artifici stilistici utilizzati nella scrittura del romanzo richiamano esplicitamente alle tecniche della letteratura postmoderna, ovvero una tendenza letteraria emersa nel secondo dopoguerra caratterizzata proprio dalla frammentarietà della narrazione, nonché dalla frammentazione dell’Io protagonista del romanzo. In seno a ciò, il post-moderno rappresenta anche una fase che travalica la modernità e l’ottimismo verso il progresso a cui è storicamente associato. Questo fervore verso l’illuminazione tecnologica scompare nei romanzi postmoderni e a esso viene sostituito un alone di ansia e di inquietudine dovuto al pensiero di un’assoluta alienazione dell’umano a causa dell’avvento delle nuove tecnologie, divenute ormai sempre più pericolose.

L’autore riesce così a produrre una storia profondamente avanguardista per il suo tempo, anticipando quelle che sono le profonde ansie degli umani allo scoccare del ventunesimo secolo e delle sue fissazioni, tra cui l’estetica del corpo. 

a cura di
Skipper Fonzy Amgao

Crediti foto: https://depositphotos.com/it/

Seguici anche su Instagram!

LEGGI ANCHE: Mol-74: le melodie di un emozionante sogno
LEGGI ANCHE:
Un incontrollabile “Ritorno a Seoul
Condividi su

Skipper Fonzy Amgao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *