Xess: un luogo in cui la divulgazione è l’unica arma concessa per l’educazione sessuale

Xess: un luogo in cui la divulgazione è l’unica arma concessa per l’educazione sessuale
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Xess Education è un progetto nato da Stefania una social media manager che per lavoro e anche diletto promuove la cultura e divulgazione del piacere.

La scoperta

Abbiamo deciso di intervistare Stefania, soprattutto in un periodo così difficile ci sembra il minimo riuscire a divulgare l’educazione sessuale, la stessa che dovrebbe essere più presente in maniera nelle scuole e nei media.

Il suo progetto Xess Education mira ad educare e non solo, chi per il santo logaritmo di Instagram se la trova in TL. A noi è successo così, ci ha incuriosito e abbiamo iniziato a spulciare senza ritegno ogni suo post.

Tralasciando la grafica accattivante, sono proprio i contenuti quelli che ti tengono legati alla pagina. Scegliere solo una manciata di domande non è stato semplice, ma speriamo di dissipare la curiosità e magari spingervi a visitare i suoi canali social.

L’intervista
Come e quando è nata l‘esigenza di aprire una pagina social per divulgare consigli sessuali?

L’esigenza c’è sempre stata. La prima volta che ho pensato di creare uno spazio di divulgazione sessuale su internet è stata nel 2010, tramite un blog, mi ha fermata solo l’assenza di tempo e di internet (e meno male perché ero molto meno consapevole di adesso).

In ogni caso ho sempre sentito l’esigenza di informarmi ed informare sull’argomento sesso. Già alle scuole medie, in contesti in cui l’educazione sessuale era necessaria ma totalmente assente, ero una fonte di informazione per i miei coetanei.

XESS_EDUCATION nasce nel 2021, in parallelo ad un progetto di illustrazione che ho portato avanti su Instagram fino a quando la censura non mi ha tagliato le gambe chiudendomi il profilo. Nell’account in cui pubblicavo illustrazioni, ho per caso sfiorato l’argomento sessualità, tutto è esploso.

In quel momento, al posto di lasciarmi frenare dal ban dalla piattaforma, ho deciso di aprire un profilo in cui avrei parlato solo e unicamente di sesso.

La piattaforma mi ha detto di non farlo, io l’ho presa come una sfida personale, e ho fatto bene perché è proprio da XESS_EDUCATION che ho avviato la mia attività di Social Media Manager per il settore benessere sessuale.

Come affronti il pregiudizio patriarcale di cui siamo vittime, in primis in quanto donne e in secundus donne libere e sessualmente attive?

Domanda complessa, perché il tanto odiato patriarcato in realtà lo abbiamo interiorizzato e normalizzato. Quindi, ancor prima di affrontarlo nelle altre persone, ho dovuto affrontarlo in me stessa. Il primo passo penso sia stato la decostruzione della vergogna e l’aver totalmente distrutto ogni ragionamento che iniziava con “cosa penseranno di me se…” e ho smesso di dar credito all’opinione altrui, quando questa è giudicante, di matrice sessista e patriarcale.

Dopo un lungo percorso interiore di autocoscienza, letture, confronti, studi in ambito femminista, ho realizzato che l’essere sessualmente attive era una minima parte del problema.

Al patriarcato non importa quanto tu, donna o persona socializzata come tale, sia sessualmente attiva o meno, avrà comunque qualcosa da ridire: o sei una poco di buono o sei frigida.

E allora ho capito che la mia divulgazione si sarebbe basata proprio su questo: la cultura patriarcale va contrastata anche attraverso una rivoluzione sessuale, che prevede davvero la libertà di fare sesso (in tutte le sue forme, a prescindere dalla penetrazione e da stereotipi)

Ma anche di non fare sesso, perché ricordiamoci sempre che non tutt3 provano attrazione sessuale o hanno voglia di sperimentare con la propria sessualità.

Poi, nella pratica, mi trovo costantemente esposta a micro aggressioni, molestie e nudes non richiesti solo perché sono donna e parlo di sesso sui social, automaticamente marchiata come disponibile agli occhi di chi il patriarcato lo pratica quotidianamente. E purtroppo questa è una realtà che riguarda tutte le donne che si espongono sui social trattando argomenti affini a quello che tratto io.

Nell’arco di questo tuo periodo attivo sui social qual è stata la domanda o richiesta che ti ha destabilizzata emotivamente?

In realtà tendo a non giudicare le domande che mi vengono fatte. Alcune sono state sicuramente più “bizzarre” di altre, ma ogni persona ha i propri gusti e finché tutto si svolge tra persone consapevoli, adulte e consenzienti, tutto è lecito.

Devo aggiungere anche che ho dedicato tantissimo lavoro alla creazione di una community abbastanza educata e safe, quindi non sono loro a preoccuparmi, ma come dicevo prima persone che danno per scontato la mia disponibilità sessuale solo perché parlo di sesso.

Tra commenti pesanti, altre e commenti violenti, un continuo catcalling digitale condito da foto di genitali che mi eviterei volentieri. Sono queste le esperienze destabilizzanti che più volte mi hanno costretta a limitare le interazioni (richieste di messaggi, commenti ecc) o ad allontanarmi del tutto dai social per qualche giorno.

Per quanto possibile ovviamente, io con i social ci lavoro, quindi allontanarsene è un privilegio che non sempre posso concedermi. Per il resto, ogni confronto o esperienza, per quanto distante dalle mie abitudini e dai miei gusti, è un modo per crescere ed arricchirmi a livello emotivo.

È entrare a contatto con la sfera più intima delle persone da “sconosciuta”, è una completa dimostrazione di fiducia.

La mala informazione presente nelle scuole (anche se li forse dovremmo dire che rasenta l’assenza totale a differenza di quando andavo al liceo io, ma era un periodo storico diverso) sta portando al ritorno di malattie sessualmente trasmissibili come l’affronti nel tuo canale?

Anche io al liceo ho affrontato una lezione (una eh, non di più) di educazione sessuale, buttata lì a casaccio durante il terzo anno di liceo. Quando eravamo già quasi tutt3 attiv3 sessualmente e la prevenzione per alcun3 era proprio sconosciuta o quantomeno focalizzata sull’evitare gravidanze.

Anche nel mio caso erano altri tempi, ma di base penso che fare del “terrorismo psicologico” sulle Infezioni Sessualmente Trasmissibile sia un approccio poco funzionale (e toglie tutto il divertimento).

Per quanto mi riguarda, ho deciso di approcciarmi in modo inclusivo alla sessualità, quindi sensibilizzo sulla prevenzione a prescindere da rapporti che includano un pene e una vagina o la penetrazione in sé.

Quando ho iniziato a parlare di prevenzione, ho notato che erano tantissime le persone inconsapevoli del fatto che non ci si contagia solo attraverso la penetrazione, ma che basta un contatto tra mucose per essere a rischio.

Ho iniziato quindi a parlare di preservativi per peni, di preservativi per vagina e di oral dam (che servono a proteggersi durante i rapporti orali su vulva o su ano), ma ho dato importanza anche alla responsabilità condivisa di avere a portata di mano un metodo contraccettivo a barriera (che poi sono gli unici che ci proteggono dalle ITS, se usati correttamente).

Un aspetto per me importante è proprio quello di dare una connotazione differente al momento in cui ci si dedica alla prevenzione: chi l’ha detto che indossare un preservativo non può essere un momento erotico anche da condividere?

Forse basta un cambio di prospettiva per rendere tutto più divertente oltre che “safe”. Se per molte persone, specie quelle che hanno un pene il preservativo è un elemento di fastidio (perché effettivamente può esserlo).

Una parte della mia divulgazione è dedicata alla scelta di prodotti adatti alle personali esigenze, come preservativi della taglia corretta, di forme differenti e materiali diversi, così da diventare “meno ingombranti” nel rapporto.

Sex toys: sfatiamo i dubbi per chi si sente mess* in competizione con un giocattolo sessuale. So che ne hai parlato spesso, ma ci piacerebbe sapere una tua opinione al riguardo. Se poi vuoi consigliare uno da non perdere assolutamente, noi siamo già pronte con carta di credito alla mano.

Stiamo toccando il mio argomento preferito, è forse il settore in cui mi muovo con più libertà, perché fare divulgazione sessuale da persona non formata a livello medico implica un quantitativo di studio e lavoro impressionante e dei limiti da rispettare.

Parlare di sex toys mi da più libertà di movimento perché “basta” il mio bagaglio culturale. È il mio mondo lavorativo, quindi sono costantemente informata e di mio ne possiedo più di 50. Il mondo dei sex toys è ancora carico di pregiudizi, il più comune è proprio quello che possano “sostituire” le persone.

In realtà, il sesso non è solo stimolazione meccanica, prevede un’intimità tra partner (non necessariamente in senso romantico ovviamente) che non può essere ricreata con un oggetto del piacere. I toys sono strumenti pensati per arricchire la sessualità individuale e tra partner.

Ci permettono di giocare con il nostro corpo in un modo che a “mani nude” non è possibile fare, ci danno modo di aggiungere un po’ di pepe nelle relazioni, di colmare i gap di libido tra partner, di avere un asso nella manica per far durare di più i rapporti sessuali e banalmente ci aiutano a scoprire cosa piace al nostro corpo e, di conseguenza, comunicarlo ai partner incrementando la comunicazione sessuale.

Che è alla base di una reale soddisfazione intima. Sono talmente tanto utili che non capisco perché definirli “giocattoli”. Consigliarne uno è impossibile perché abbiamo tutt3 esigenze differenti e prima di consigliare un prodotto faccio almeno una decina di domande specifiche.

Quello che posso dirvi è di affidarvi a negozi fisici e online che abbiano prodotti di qualità, che risparmiare sui sex toys non è mai una buona idea.

Il prezzo spesso è sinonimo di qualità e di pensare sempre ad una cosa: un vibratore può essere usato esternamente su tutto il corpo e su tutti i genitali, durante qualsiasi attività sessuale individuale o in compagnia.

Se non ne avete mai acquistato uno, partite dal prodotto più semplice e versatile. Se invece volete sperimentare qualcosa di più specifico, meglio optare per un servizio di consulenza.

Pensi che serie tv come Sex Educational per la generazione Z o Sex and The City per i millennials siano stati e sono piccoli spiragli di aperture?

Penso che per fortuna ora si parla di sesso in modo più consapevole anche nelle serie tv. Sicuramente Sex & the City ha svolto un ruolo fondamentale nello sdoganare il tabù sulla sessualità in tv, ma l’approccio è sempre stato stereotipato, goliardico e non educativo.

Contestualizzata nel suo tempo ha comunque creato un bel focus sul piacere sessuale femminile, sulla libertà e le diversità della sfera sessuale delle donne. Basti pensare al personaggio di Samantha Jones che per la prima volta mostra un vibratore in una serie tv mainstream e cult, o che scardina il sesso dall’amore, binomio da sempre associato alla figura femminile, perché per noi il sesso per puro piacere non esiste, eh! Quindi una rivoluzione sicuramente c’è stata.

Sex Education, ha un’impronta completamente diversa: è satirica perché parte dal principio che l’educazione sessuale nelle scuole non è presente e che tocca al trio di protagonisti farlo al posto dell3 insegnanti.

Ovviamente ho empatizzato tantissimo con la situazione descritta, ho pensato che nel paradosso era proprio la mia storia. Inoltre Sex Education affronta temi sensibili in un contesto in cui la sessualità e l’affettività sono tutte da scoprire: l’adolescenza.

Sono presenti tematiche legate all’identità di genere, all’orientamento sessuale e romantico, tanti aspetti della comunità LGBTQIA+, difficoltà sessuali spesso ignorate come la vulvodinia o l’anorgasmia e così via.

Come il titolo premette, ha un concept più educativo, inclusivo e moderno. Ha dato il via ad altre produzioni che affrontano l’argomento con lo stesso spirito, sicuramente è stato uno spiraglio di apertura senza precedenti.

Momento libertà: sentiti libera di dirci qualcosa che vuoi in maniera anarchica e libera, che sia qualcosa che non ti hanno mai chiesto, ma che magari avresti voluto che ti domandassero o qualunque cosa tu voglia.

Penso che ora più che mai sia evidente l’urgenza di lottare per un’educazione sessuo-affettiva informata, tenuta da specialist3 del settore, aggiornata e inclusiva, disponibile per tutte le persone sin dalla prima infanzia.

Perché al contrario di quel che si pensa, l’educazione sessuale abbraccia tutto ciò che riguarda il rispetto, il consenso, l’affettività e l’intimità. Non è “solo” una questione di sesso, è una delle soluzioni più funzionali per evitare episodi misogini che tutti i giorni si presentano davanti ai nostri occhi.

Lottiamo per la consapevolezza e per la libertà, perché è dovere delle Istituzioni fornirci i mezzi, ma è responsabilità nostra volerli utilizzare.

a cura di
Iolanda Pompilio
foto di
https://depositphotos.com/it/

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Iolanda Pompilio

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