“Pulp Fiction”: emblema di Tarantino

“Pulp Fiction”: emblema di Tarantino
Condividi su

Pulp Fiction” uscì il 14 ottobre 1994 negli Stati Uniti, e arrivò nelle sale italiane due settimane dopo, il 28 ottobre. A quasi un trentennio dalla nascita, resta uno dei film sicuramente di maggior successo di Quentin Tarantino. Con la sua essenza di film pienamente postmoderno, ha saputo prendere cinquant’anni di cultura e storia pop, decostruendole e sintetizzandole in qualcosa di totalmente nuovo.

Le origini di Tarantino

“Pulp” letteralmente starebbe ad indicare la narrativa di second’ordine stampata su carta scadente.
A 15 anni, lo stesso Quentin venne arrestato per aver rubato in un negozio un libro di letteratura di “serie B”, appunto “pulp fiction”.
A questa mescolanza unica di cultura popolare e vita, il film, come del resto l’intera cinematografia di Tarantino, deve tutto.

Nato a Knoxville nel Tennessee, il 27 marzo 1963, ha trascorso gran parte della sua infanzia nella South Bay di Los Angeles. Lì crebbe, insieme alla madre Connie McHugh, infermiera statunitense di origini irlandesi e inglesi, orfano di padre, che lasciò la donna prima che lui nascesse. Varie figure paterne hanno poi attraversato la vita di Quentin, seppure senza mai stabilirsi veramente nella sua vita.

Da questo deriva probabilmente un tratto fondamentale che attraversa le trame dei suoi film.
Problemi di lealtà e tradimento, infatti, sono sovente il punto di partenza delle sue narrazioni.

I Video Archives

Tappa fondamentale nella vita di Tarantino, poi, sono stati i cinque anni di formazione, trascorsi dal 1985 al 1990, nella videoteca di Manhattan Beach, Video Archives: luogo dove persone intellettualmente affini si incontravano, e deposito prezioso di cultura cinematografica. Fu per lui un vero e proprio laboratorio, dove intessere relazioni importanti e legami che poi sarebbero stati di grande rilievo nella creazione dei suoi film.

Poiché non si rivolgeva alla grande massa, il negozio ebbe vita breve, specialmente dopo il trasferimento a Hermosa Beach, in locali meno costosi. Chiuse così nel 1994, ma i contributi dei colleghi di Quentin avranno peso importante nel suo lavoro di cineasta.

Le fonti di “Pulp Fiction”

La nascita di Pulp Fiction deriva da un amalgama di esperienze vissute direttamente dal regista, da persone incontrate e conosciute lungo il suo cammino, e reminiscenze culturali e cinematografiche.
Genio poliedrico e fonte inesauribile di cinefilia, il regista ha saputo creare un mondo che del suo universo è l’emblema, assorbendo e rubando pezzi di vita ed arte qua e là. I generi e i film da lui assorbiti perdono il significato originale, venendo rivisitati e ricreati al punto da trasformarsi in qualcosa di totalmente nuovo.

Così, Un tranquillo weekend di paura (DeliveranceJohn Boorman, 1972), che vide a soli 9 anni grazie alla madre, appare citato nella famosa “scena dello zoppo”. Si tratta di una delle scene più folli del film, quando Butch (Bruce Willis) e Marsellus Wallace (Ving Rhames) sono tenuti prigionieri nella cantina del proprietario del banco dei pegni Maynard (Duane Whitaker).

Il film deve molto anche alla narrativa popolare. Esempio evidente è Modesty Blase, la James Bond donna della letteratura, interpretata da Monica Vitti in un celebre film degli anni ’60. Lei è infatti l’eroina del libro che John Travolta sta leggendo nel bagno quando viene ucciso da Bruce Willis.

Stevo Polyi, attore e sceneggiatore, collega di Quentin ai Video Archives, è stato poi il prototipo per il personaggio di Eric Stoltz, perché girava sempre per casa in accappatoio. In lui s’incarnano anche altri simboli della cultura pop. Ad esempio, indossa una maglietta di “Speed Racer”, famoso anime giapponese del 1967, che incrociava tecnologia fantascientifica e corse automobilistiche.
Grace Lovelace, grande amore della vita di Tarantino, viene citata infine nel nome del chopper di Bruce Willis, ulteriore prova di quanto le relazioni affettive siano state per il regista punto di riferimento indiscutibile.

Metamorfosi di precedenti lavori

I contributi di Roger Avary, che lavorò anch’egli come commesso ai Video Archives, dal 1986, sono stati un elemento di notevole importanza in quasi ogni sceneggiatura di Tarantino. Per quanto riguarda Pulp Fiction, un buon terzo del film consiste in una sua sceneggiatura scritta anni prima, “Pandemonium Reigned”, che Quentin acquistò per creare il segmento di Bruce Willis.

Inoltre, “My Best Friend’s Birthday”, primo film incompleto e mai uscito nelle sale, che Tarantino diresse nel 1984, subì metamorfosi in successive sceneggiature. Ad esempio viene ripreso nella scena in cui Uma Thurman sniffa eroina da un sacchetto di polvere bianca che scambia per cocaina.

Infine, il celeberrimo monologo di “Ezechiele, 25:17”, era già in From Dusk till Dawn (Dal tramonto all’alba), prima stesura di Tarantino, da un soggetto di Robert Kurtzman e John Esposito. Successivamente, ne avrebbe sviluppato il soggetto, perfezionandone la storia, per il film omonimo diretto nel 1996 da Robert Rodriguez.

Mia Wallace

Mia Wallace, donna descritta da Quentin come “una di quelle donne che ti fanno un buco e ti succhiano via il sangue”, è sicuramente fra i personaggi più memorabili dell’intera cinematografia tarantiniana. L’unico personaggio partorito unicamente dalla sua immaginazione, è scaturita in modo naturale dall’inconscio di Tarantino. Uma Thurman, inizialmente proposta per il ruolo di Coniglietta, venne fortemente voluta dal regista, che la riempì di messaggi e telefonate fino a farla cedere, promettendo che quel personaggio le avrebbe reso onore.

Di questo personaggio molto deriva da intuizioni di Uma stessa, in particolare per la scena dell’overdose. La sceneggiatura, infatti, richiedeva di alzarsi con le braccia tese in avanti, come avrebbe fatto uno “zombi” o “dracula”. Lei, però, ricordò di aver sentito parlare di una tigre narcotizzata che era stata risvegliata con l’adrenalina ed era scattata come una molla.

La scena venne così modificata e il resto, come si dice, è Storia.

Il fattore John Travolta e contributi attoriali

Non è l’unico contributo dato dagli attori ai loro personaggi. Infatti, Tarantino ha sempre dato al cast dei suoi film molta libertà d’azione, ad eccezione per i ritmi e le intonazioni del dialogo, sulla cui recitazione aveva idee precise.

John Travolta, infatti, riportato alla ribalta dopo anni di bassa notorietà, ha creato un personaggio ugualmente memorabile. Vincent Vega è ora uno dei suoi ruoli più noti, volto anche di gag e famosi Meme. A lui venne l’idea per la scena in cui, durante la discussione col collega gangster Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) spara in faccia a Marvin, uno dei ragazzi che avevano sottratto la valigetta al loro capo Marsellus Wallace. Travolta fece in modo che sembrasse un incidente imprevisto, quasi un fatto personale, grazie alla sua esperienza nella commedia.

Avere John sul set, fu anche l’occasione per Quentin di vivere avventure con l’eroe della sua infanzia. Insieme, giocarono anche ai giochi da tavolo di Grease, I ragazzi del sabato sera (Welcome back, Kotter) e La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever).

Anche Tim Roth è stato poi fondamentale per la nascita del film come lo conosciamo oggi.
Infatti, incontrò Tarantino in Spagna. Aveva fatto un filmetto con Amanda Plummer e voleva girare un altro film con lei, come una squadra. Lei doveva avere una pistola in mano: così nacquero Zucchino e Coniglietta.

Scene memorabili

Due scene sicuramente sono fra quelle che più si ricordano.

La discussione sul massaggio ai piedi, per cui erano state scritte ben otto pagine di dialogo, e la scena del twist al Jack Rabbit Slim’s.

La prima, girata in piano sequenza, ha rappresentato una sfida importante specialmente per John Travolta. Egli ricorda fosse la prima volta che si ritrovava a girare una scena simile, dopo l’assolo di danza in La febbre del sabato sera. Rappresenta anche un’ulteriore citazione cinefila di Quentin, in particolare dal film Le mani della notte (Past MidnightJan Eliasberg, 1991). Infatti, il padre della donna incinta assassinata esegue un massaggio ai piedi davvero equivoco al personaggio di Natasha Richardson.

La seconda scena, invece, è un grande ritorno al passato di John Travolta, e una prova di bravura per Uma Thurman. Il locale, di cui in origine disegnò il logo Russell Vossler, impiegato ai Video Archives dal 1984 al 1991, racchiude l’essenza del cinema e della cultura pop, attraversato da Marylin Monroe, James Dean, Buddy Holly. La coppia si muove come i protagonisti di Bande à part, noto film del 1964 di Jean-Luc Godard, il preferito da Tarantino.

Mentre girava, si racconta che, entusiasta, si dimenava insieme a loro, muovendo la cinepresa su e giù, mentre gridava ad Uma gli stili di ballo da eseguire. Alla fine, Travolta ha riferito di avere avuto un incubo: terminata la scena, tutti andavano a casa, lasciandolo lì insieme agli altri idoli del cinema.

Conclusioni

I film di Tarantino sono puzzle da ricomporre, giochi che stimolano il pubblico ad entrare e a giocare, con improvvise e spesso incongruenti scene di violenza. La finzione viene messa in scena, e lo stesso spettatore deve diventare creatore del significato complessivo, che risulta spesso assurdo nel suo insieme.

Così Quentin Tarantino definisce il suo mondo:

“Le mie cose possono sembrare film di consumo, e naturalmente non vogliono ritenersi meglio dei film di consumo, ma dentro c’è di più”.

Il cuore del cineasta batte con intensità, sa sconvolgere e colpire in modo improvviso e inquietante, sa divertire e sconcertare, ed è per questo che lo amiamo.

Come approfondimento, consiglio i seguenti libri:

  • “Quentin Tarantino: The Man and His Movies” (Jami Bernard, 1995)
  • “Quentin Tarantino and Philosophy: How to Philosophize with a Pair of Pliers and a Blowtorch” (Carus Publishing Company, 2007)
  • “MONDO TARANTINO” (Oblomov Edizioni-La Nave di Teseo, 2022)
  • “Cinema Speculation” (Quentin Tarantino, 2022)

a cura di
Matteo Sisti

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – Oppenheimer: la storia di un Prometeo incosciente
LEGGI ANCHE – Forrest Gump: una storia americana
Condividi su

Matteo Sisti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *