Sfera Ebbasta – Parco Ducale, Parma – 10 Luglio 2023

Sfera Ebbasta – Parco Ducale, Parma – 10 Luglio 2023
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Il Summer Tour di Sfera Ebbasta fa tappa al Parco Ducale di Parma. Un concerto di quattro ingredienti: adolescenti, autotune, fiamme e dubbi

La prima cosa lampante, arrivando al Parco Ducale di Parma per il concerto di Sfera Ebbasta, non è tanto il caldo estremo, non è nemmeno la nuvola di polvere densa che copre le teste del pubblico, quanto quello che c’è sotto. Un’orda immensa di ormoni, quelli degli adolescenti.

Il concerto inizia con le fiamme e, subito dopo, il primo dei grandi successi di Sfera: Cupido. Più volte nell’arco del concerto il trapper, rigorosamente coperto di tatuaggi e brillanti come d’abitudine, invita le ragazze a cantare alcune delle sue canzoni dedicate a loro.

Si susseguono i successi che Sfera ha collezionato dal 2017 ad oggi. Sul palco, ancora fiamme, e soldi volanti, e pistole Supreme in mano a ballerine succinte. Sul palco, anche tantissime stonature, nonostante il suo tipico autotune estremamente distorto. Ai lati del palco, invece, due enormi gonfiabili a forma di Dollaro, a sinistra, e di Euro, a destra.

Per questo concerto, forse sbagliando, non riesco a prescindere da una nota puramente personale e riflessiva. Ascolto Sfera Ebbasta da quell’ormai lontano 2017, ho sempre trovato le sue canzoni divertenti in un modo goliardico: sai bene che sono razionalmente inconcepibili, con testi paradossali, e proprio per questo, le prendi a ridere. Si inneggia ai soldi, al sesso, alla droga e all’alcool. Niente di nuovo, nel mondo della musica. Si parla alle donne e delle donne, in modo violento, misogino, profondamente svilente. E chiunque direbbe che sono queste le caratteristiche della trap, di cosa stupirsi? In realtà, tutto questo non mi stupisce. Lo so bene anch’io che è così, la trap. Sicuramente è così quella che da fama a Sfera Ebbasta.

Piuttosto, mi lascia perplessa il fatto che per i tanti giovanissimi che sono al suo concerto non sia affatto un fenomeno paradossale, da prendere alla leggera. Cantano tutti, con le mani al cielo. Ballano, si sentono male, svengono e vomitano. Nudi e ammassati. I ragazzi lo imitano, le ragazze lo desiderano. Non c’è nessuno spazio, qui, tra una persona e l’altra, per qualcosa di diverso dalla cisessualità. Non c’è spazio per desideri che siano alternativi ai “macchinoni” del successo e ai “brillocchi” della fama. Insomma, qui non c’è spazio per la vita reale. Un ingenuo sogno adolescenziale o la fonte di future frustrazioni?

Mi sorge anche quel famoso e noiosissimo dubbio: la libertà di espressione e ascolto, da una parte; cosa sia giusto dire e ascoltare, dall’altra. Io forse sto degenerando in vecchi perbenismi, ma Sfera Ebbasta sicuramente ha ben sfruttato il vecchio “purché se ne parli”.

Uscendo da questa riflessione, tutto sommato, il concerto diverte ma dopo poco più di un’ora già finisce. Sfera, forse, avrebbe potuto “darsi” un po’ di più, considerati tutti gli anni di carriera alle spalle e tutti i brani di successo che mancano all’appello in questa serata.

Come ce ne andiamo da questo concerto? I ragazzi del pubblico decisamente soddisfatti, contenti e ancora colmi di energie adolescenziali. Noi con in volto un riso, un po’ amaro.

a cura di
Lara Melchionda
foto di
Mirko Fava

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Lara Melchionda

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