La contemporaneità della cultura, a cura del labirinto della Masone

La contemporaneità della cultura, a cura del labirinto della Masone
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A distanza di otto anni dalla sua istituzione ufficiale, il labirinto della Masone di Fontanellato assume sempre più connotazioni suggestive e peculiari rispetto al progetto originale. Inizialmente progettato nel 2005, si sono dovuti aspettare dieci anni per l’inaugurazione del labirinto in bambù più grande al mondo.

Chi è Franco Maria Ricci, ideatore del labirinto

Il labirinto nasce da un’idea del designer, editore e grafico Franco Maria Ricci, nato nel 1937 a Parma. Di famiglia genovese d’estrazione aristocratica, Franco si laurea in geologia e diventerà presto un editore e grafico di successo.

Non a caso, a soli ventotto anni fonda la casa editrice FMR a Parma, che ha pubblicato edizioni d’arte e letterarie di pregio. Dieci anni più tardi, la suddetta casa editrice si tramuta in rivista d’arte ed ospita collaboratori come Giulio Confalonieri, Massimo Listri, Vittorio Sgarbi e Giovanni Mariotti. Il periodico era inoltre tradotto in quattro lingue, sintomo dell’ineguagliabile successo per una rivista d’arte dell’epoca, definita da Fellini come “la Perla nera”, o ancora “La più bella rivista del mondo”.

Il 2005 segna per Franco Maria Ricci un anno di svolta, dove egli passa dallo studio all’azione: inizia infatti a pianificare un progetto che comprende un labirinto in bambù ed edifici, ospitanti collezioni d’arte. L’idea risulterà definitiva e sarà ricordata come l’opera maggiore della sua carriera. Per questo, Ricci stesso sceglie il luogo più suggestivo di tutti per la realizzazione del suo ambizioso disegno: la tenuta Ricci, situata nei pressi di Fontanellato, nella provincia parmense.

Fonte Pinterest
Il labirinto, ieri e oggi

L’idea del labirinto ne ha da sempre previsto l’utilizzo a fini culturali: già nel progetto di Ricci si orienta sin da subito verso un luogo di aggregazione culturale. Non è dunque una sorpresa se, oltre alla flora in sé, Franco Maria abbia puntato ad un piano più coinvolgente e, di conseguenza, soddisfacente. La commistione tra varie arti vede una mescolanza di natura, arte figurativa inserita in un museo, ospitante di collezioni sia permanenti che contemporanee, e una biblioteca.

Ad oggi, gli stimoli dati dal labirinto sono sempre maggiori e strizzano l’occhio ad una contemporaneità creativa, affiancata dalla costante ricerca di spensieratezza. All’idea iniziale di luogo di aggregazione delle arti, sono state dunque inserite nella programmazione annuale del museo giornate dedicate a concerti, feste, esposizioni e altre manifestazioni culturali.

Il labirinto assume quindi una connotazione di spazio aperto ed innovativo che, ad oggi, ha avuto un riscontro positivo da un’ampia fetta di visitatori. Basti pensare che nel 2022 sono stati registrati 108mila visitatori.

I dati sono mossi grazie, e soprattutto, dalle iniziative di cui lo spazio si fa carico.

Edoardo Pepino, direttore del Labirinto della Masone, dichiara che:

“Impieghiamo i nostri canali di comunicazione e uno sfaccettato programma di eventi affinché il pubblico dei visitatori, anche internazionale, sia preparato a cogliere le diverse bellezze di questo luogo: la collezione permanente e le mostre temporanee parlano entrambe, all’unisono, di artisti meravigliosi e spesso dimenticati; i libri sono invece il fil rouge (anzi, il “filo d’Arianna”) che permette di capire fino in fondo i legami tra le opere e il percorso professionale ed estetico di Franco Maria Ricci; il dedalo di bambù e le architetture sono, infine, geometrie simboliche che permettono a chi visita di perdersi innanzitutto dentro se stesso, specchiandosi nelle proprie radici e conoscenze, elaborando opinioni e uscendone arricchito. Questo penso che dovrebbe essere il ruolo dei musei e dei luoghi d’arte: creare un’alchimia tra la storia del luogo e quella di chi lo visita. Ancora più dei numeri, è quest’alchimia che ci rende orgogliosi, quando si manifesta.”

Cosa prevederà dunque l’estate 2023? Anche qui, parla fieramente il direttore del labirinto:

Oltre agli incontri su diverse tematiche che fanno parte del ciclo Il filo d’Arianna, curato da Stefano Salis e che terminerà a giugno con l’intervento del grande bibliofilo Alberto Manguel, stiamo organizzando la nuova edizione di LOST (Labyrint Original SoundTrack), che si rivolge a un pubblico internazionale attento alle nuove derive musicali, e in particolare alla musica elettronica. Il festival dura tre notti e due giorni. Tutto iniziò diversi anni fa con la performance del duo francese Air, che ebbe un grande successo di immagine e di pubblico e che inaugurò l’attività musicale e concertistica del Labirinto. Da tre anni questo palinsesto musicale si è trasformato in un Festival, grazie anche alla sensibilità del responsabile eventi del Labirinto, Mattia Amarù. La risonanza cresce ogni anno, la qualità delle scelte musicali e delle installazioni che le accompagnano è sempre altissima. D’altronde, partecipare nel mezzo del labirinto più grande del mondo a un insieme così evocativo di musica, suoni, luci, specialmente di notte, è un’esperienza indimenticabile.

Uno spazio culturale che, in quanto tale, onora e rispetta i voleri dell’ormai defunto ideatore. Anzi, se possibile ne supera le aspettative.

a cura di
Annachiara Magenta

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