Rovigoracconta: la decima edizione è stata una festa

Rovigoracconta: la decima edizione è stata una festa
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Rovigoracconta, il festival di letteratura che si svolge a Rovigo dal 2013 ha portato centinaia di visitatori nella città polesana.

Rovigoracconta ha spento le sue prime dieci candeline e l’ha fatto in mezzo a centinaia e centinaia di persone. Una festa durata tre giorni, dal 2 al 4 giugno, che ha visto Rovigo tingersi di arancione.

Il festival letterario creato da Mattia Signorini e Sara Bacchiega è arrivato, l’abbiamo vissuto ed ora, a poche ore dalla fine, già lo rimpiangiamo e pensiamo all’edizione 2024.

Perché è così che funziona, quando un festival finisce, lascia sempre una sensazione di nostalgia (canaglia) ed il tornare al solito tran tran cittadino lascia sconsolati. Soprattutto se la città in questione non è proprio famosa per avere un’anima frizzantina.

Tiriamo le somme

Ma basta sguazzare nel laghetto della tristezza. Vediamo un po’ com’è andata questa decima edizione.

Se da una parte è umanamente impossibile godersi tutti gli ospiti, a meno di non avere un qualche super potere che preveda lo sdoppiamento, dall’altra per vivere Rovigoracconta basta anche solo gironzolare per le varie zone del festival, senza una meta precisa.

Il venerdì ha visto l’inaugurazione di Rovigoracconta con una Piazza Vittorio colma di pubblico per l’atteso ritorno di Susanna Tamaro, lontana dalla scena pubblica ormai da molti anni.

La sera, la Vinyl Night con sei Dj nei principali locali del centro storico, ha portato un po’ di musica tra le vie della città dando inizio, ufficialmente, ai festeggiamenti di questa decima edizione.

Il sabato è stato un giorno sicuramente complicato da gestire per l’elevato numero di appuntamenti e per il meteo che, diciamolo, non è stato poi così gentile nei confronti del festival. Poteva essere una giornata disastrosa ed invece…

Ed invece

Già dalla mattina il centro storico brulicava di persone che tenevano il libretto arancione ben saldo in mano per capire chi andare ad ascoltare e dove. Al Palazzo della Gran Guardia, ad esempio, arrivo qualche minuto dopo l’inizio della presentazione di Magnificat della scrittrice polesana Sonia Aggio e riesco ad entrare solo grazie al mio pass stampa. La stanza infatti ha raggiunto la capienza massima ed i (pazientissimi) volontari del festival hanno dovuto mettere uno stop alle entrate.

La sala è piena, nemmeno una sedia libera. Noi ritardatari siamo appoggiati alle pareti e ci sventoliamo con tutto quello che ci capita sotto mano, perché il meteo è ancora favorevole e la temperatura stimata è quella registrata da Frodo nel Monte Fato.

La seconda presentazione che scelgo è quella del giallista Marco Malvaldi  con la sua ultima pubblicazione Oscura e Celeste. Più che una presentazione è una (molto divertente) lezione di storia con protagonisti la Firenze del ‘600 e Galileo. Anche qui l’affluenza è da record ed il Salone del Grano registra il tutto esaurito.

Marco Malvaldi

Il meteo qui decide di farci capire che nel pomeriggio la situazione potrebbe cambiare e che sarà il caso di tenere vicino un ombrello. Gli organizzatori hanno considerato, per gli eventi all’aperto, anche delle soluzioni in caso di pioggia ma io sono #teamPiazza e tengo le dita incrociate.

Spoiler: non funzionerà

Un appuntamento che mi ispirava particolarmente era quello con Gero Arnone ed Eliana Albertini, rispettivamente sceneggiatore, lui, e disegnatrice, lei, della graphic novel La vita della mia ex per come la immagino io. Questo appuntamento si svolge tra i tavolini di un bar, contesto informale quanto la chiacchierata che ne esce tra i due con un Gero Arnone particolarmente lanciato sulle grandi peculiarità di Rovigo: il rugby, il gatto Rossini e Katia Ricciarelli.

I due raccontano di come sia stato lavorare insieme per la prima volta, il confronto a distanza ed una possibile nuova collaborazione.

Gero Arnone ed Eliana Albertini

Il cielo, a questo punto, inizia a promettere apocalisse imminente. Una corsa velocissima in Piazza Vittorio Emanuele per Mammadimerda con la presentazione di Angele del Focolare. La piazza è piena e si nota subito la quantità di donne, di cui molte con prole al seguito.

In contemporanea però c’è anche Patrizia Laquidara con il reading cantato di Ti ho vista ieri e, considerato che il cielo sta per caderci in testa, decido di andare a vedere com’è la situazione.

Nel passaggio tra un incontro e l’altro, la gente è ovunque. Che cosa incredibile vedere la propria città così viva e colorata.

Come promesso, ecco l’Apocalisse.

Tuoni, fulmini, saette e una quantità di pioggia imbarazzante non rovinano gli appuntamenti che vengono velocemente spostati nelle zone al coperto. L’organizzazione non perde un colpo e aggiorna costantemente il pubblico anche dai canali social.

L’ospite di punta della serata è Max Angioni con la presentazione del suo libro Mistero Brutto – Il Vangelo secondo me che, nonostante la pioggia, sale sul palco della piazza con un mare di ombrelli a proteggere il pubblico. Platea, però, che si estende non solo sul listone della piazza ma anche sotto i portici. L’età media per questo appuntamento si abbassa notevolmente e se durante il giorno gli adolescenti non si sono mai visti, qui il loro coinvolgimento è ben presente.

Alle 22.30 spaccate, dopo un’ora di spettacolo, le luci del palco si spengono e la piazza, complice un black-out, si svuota completamente lasciando solamente un po’ di gente nei vari bar.

Ecco quindi che in una giornata molto complicata dal punto di vista organizzativo, si può dire che questa sia stata l’unica nota stonata. È un peccato che la serata del sabato finisca così presto e così in silenzio ma è davvero l’unica critica che si possa fare in una giornata filata via così bene.

Max Angioni
Si spengono le candeline

È con la domenica che si spengono ufficialmente le candeline di questo lungo compleanno. Altri numerosi appuntamenti che vanno avanti dalla mattina e che vedono, al pomeriggio, lunghe code per i firma-copie (quella per Dario Bressanini durerà per ben un’ora).

Ci sono due appuntamenti che mi interessano molto, Enrico Brizzi con la presentazione di Enzo. Il sogno di un ragazzo  e quello con Giulio Casale. Il problema è che i due sono in contemporanea e che, vista la vicinanza di palchi, il volume di Casale sommerge quello di Brizzi.
Ammetto che dover scegliere tra i due mi è molto dispiaciuto ma, appunto, non ho il super potere dello sdoppiamento.

Giulio Casale

Dopo un rapido momento di ringraziamenti a sponsor, organizzatori, presentatori e volontari, è Paolo Giordano con Tasmania a chiudere questa decima edizione di Rovigoracconta e la pioggia decide di presenziare insieme a numeroso pubblico.

È finita anche questa edizione. Si tolgono i tappeti arancioni dai locali, si smontano i palchi ma, a due giorni di distanza, la mia bacheca Facebook è ancora piena di post di gente sparsa che parla del festival e non vede l’ora di vivere la prossima edizione.

Un plauso, sempre dovuto e sentito, a chi riesce a creare qualcosa di incredibilmente bello in questa città e a farla sentire così viva, colorata e luminosa.

Ci vediamo nel 2024, Rovigoracconta!

a cura di
Anna Bechis
foto di
Enrico Dal Boni
Anna Bechis

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Anna Bechis

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