“Le migliori idee nascono quando nulla si frappone tra l’inconscio e la traccia”: Ibisco parla di “Seduci”

“Le migliori idee nascono quando nulla si frappone tra l’inconscio e la traccia”: Ibisco parla di “Seduci”
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In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Seduci”, pubblicato il 5 maggio per V4V Records/ Virgin Records, Ibisco parla del suo percorso creativo e del suo approccio alla musica

Con “Seduci”, il cantautore anticonvenzionale Ibisco rimette in discussione tutti i canoni classici della tradizione musicale nazionale rimodellando ulteriormente i suoni che avevano dato vita alla sua discografia. A distanza di un anno dall’uscita di “Nowhere Emilia”, infatti, si addentra ancor di più nel mondo dell’elettronica e post-rock/punk per plasmare un suono completamente proprio che fa da ambiente ideale per presentare la visione duale del concetto di seduzione che attraversa il brano.

Un sentimento fatto di istinti e privo di compromessi comprime e dilata la morale, producendo un climax di randagia intraprendenza. Complicità che si eleva al di sopra del giudizio, che ha come unico scopo quello di portare se stessa a pieno compimento quale sedativo di un dolore iconico”, in quanto tratto esaltante di una condizione comune.”

Ibisco

Ciao Filippo! “Seduci” racconta “Un sentimento fatto di istinti e privo di compromessi”; questa sensazione in che misura coinvolge il tuo processo creativo?

Ciao! Il modo in cui scrivo musica penso sia assolutamente volto a conservare al massimo l’istinto. Credo molto nella componente irrazionale nel processo creativo, le migliori idee nascono quando nulla si frappone tra l’inconscio e la traccia. Sono profondamente contrario a qualsiasi approccio ragionato alla scrittura, è un limite che mi fa stare male. Ha senso interrogarsi sulle proprie scelte solamente a posteriori.

Riguardo il titolo, che ruolo assume la seduzione in questo contesto?

Il brano ha una doppia lettura, la prima certamente più carnale declinata in una logica persona-persona. La seconda, a cui mi pare la domanda di riferisca, è da considerarsi nell’ottica persona-opera. Molto spesso, infatti, in virtù di quanto espresso nella domanda precedente, l’atto creativo, dal punto di vista del creatore, consiste nel “subire” un messaggio che arriva da un altrove della mente. La seduzione, in questo senso, sta nell’effetto che produce il fascino di questo dialogo con se stessi.

Da dove nasce il concept del singolo? Il tema affrontato è legato in qualche modo all’EDM e alla sua cultura?

Siccome la seduzione è in qualche modo assuefacente, ho cercato un suono “drogato” e in un certo senso cavalcabile in contesti di ballo. Non ho direttamente pensato alla cultura EDM, piuttosto a una zona di confine tra il post-punk e il suono elettronico (analogico) di band come Depeche Mode e Battles. Non è mai facile rimanere cantautori dentro questo habitat, la trappola “band” o “producer” è sempre in agguato, la vocalità e le liriche devono necessariamente essere le vere protagoniste.

La scrittura di “Seduci” si discosta abbastanza dalla prima parte di “Nowhere Emilia”, molto più vicina al cantautorato e al pop. Mi è apparsa più diretta e meno “discorsiva”; questo cambiamento è stato studiato o è stato più un adattamento del testo ai suoni del pezzo?

“Seduci” è un brano abbastanza estremo nello spettro della mia musica. Rispetto a “Nowhere Emilia” (la cui scrittura iniziò circa quattro anni fa) mi sento sicuramente cresciuto e, come giustamente dici, più “diretto”. Non c’è mai una volontà vera nella scrittura, cerco di riflettere il più possibile il mio stato esistenziale. Dal punto di vista sonoro, insieme a Marco Bertoni, si sta facendo un importante lavoro di sinergia tra elettronica e post-rock/punk per costruire un suono che sia anzitutto identitario e – perché no – inedito nel panorama italiano.

Nonostante fossi agli esordi, quest’estate hai calcato numerosi palchi anche importanti (MiAmi, Ferrara sotto le stelle, Villa ADA, Bergamo NXT); il tuo non è un genere musicale “tradizionale”, come ha reagito il pubblico?

Il pubblico spesso mi ha sorpreso. Sono consapevole che l’attitudine del mio live non sia facile, ma ho spesso avuto davanti persone coinvolte al primo ascolto che da allora hanno iniziato ad affezionarsi al mio lavoro. Il fatto che il primo approccio con un musicista avvenga live è affascinante, soprattutto se si pensa che la maggior parte dei miei artisti di riferimento abbia iniziato suonando dal vivo prima di incidere dischi.

Cosa dobbiamo aspettarci in futuro da Ibisco? Nuovi singoli? Un nuovo album?

Esiste un nuovo album – di cui “Seduci” è il primo estratto – che spero uscirà presto.

a cura di
Lucia Tamburello

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