“Ad Maiora”: il nuovo disco di Orlvndo

“Ad Maiora”: il nuovo disco di Orlvndo
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È uscito lo scorso 17 marzo il nuovo album di Olrvndo, “Ad Maiora”. Noi di The Soundcheck gli abbiamo fatto qualche domanda.

Un concept album di 12 tracce, il secondo capitolo di un trittico che ha iniziato a prendere forma a partire dal 2020 con AD HOC. Orlvndo torna in scena con “AD MAIORA”, un disco dove sperimentazioni alternative R&Bpop neo-soul fanno da sfondo alla scrittura cantautorale dell’artista.


Ad Maiora” si divide in due parti e racconta il passaggio dall’età della fanciullezza all’età adulta: le prime 6 canzoni sono caratterizzate da un mood più equilibrato, tracce ritmate, scrittura più immediata e asciutta, prese di coscienza alternate da canzoni più leggere. Nei rimanenti 6 brani, invece, si inizia a percepirsi un cambio di direzione: sonorità più cupe, nostalgiche profonde, suoni frastagliati, confessioni angoscianti e climax che sfociano in veri e propri sfoghi di rabbia.


Il filo conduttore che tiene unito l’album è rappresentato da alcune tematiche ricorrenti come l‘idea dell’amore, Dio e la fede, ma soprattutto il concetto di tempo.

Questo disco non racconta la mia vita, ma descrive come il mio estro interpreta il mondo e le sue variabilità. Io sono solo un tramite, un operaio delle idee.
‘AD MAIORA’ è il mio auspicio, ‘verso cose più grandi’. Non si sta solo parlando di successo, fama, o status, con il tempo ha preso una valenza diversa. Per me il significato di questa frase latina è diventato un’arma contro il tempo: potrei tradurlo in speranza. La speranza vince il tempo, è l’unica entità in grado di combatterlo.

Orlvando

Ciao Orlvndo e benvenuto su The Soundcheck! È appena uscito il tuo nuovo album “Ad Maiora”, come è nata l’idea per questo tuo lavoro?

Ciao ragazzi, l’idea nasce nel 2019-2020, in un periodo della vita in cui avevo solo
tanta immaginazione. È nato il trittico ad hoc-ad maiora-ad astra: da lì in poi, la vita ha preso questo
percorso.

È interessante anche la scelta del titolo in lingua latina. C’è una ragione particolare?

Non ho un’idea chiara, presumo perché sia una lingua morta. C’è un collegamento con il tempo e con la morte, due tematiche principali del disco e della mia vita.

“Ad Maiora” è un disco ricco di sonorità che si intrecciano e creano un sound che si lega perfettamente l’una con l’altra. Come definiresti questo tuo legame con la musica?

Come fosse un genitore. Sto vivendo ogni fase che un figlio ha con i suoi genitori: ripudio, accettazione, pena.

Come si è evoluta la tua musica negli ultimi anni?

È stato un insieme di collegamenti causa ed effetto determinati da caso e noia della provincia.

C’è una canzone a cui ti senti più legato e perché?

No. Le canzoni quando escono non sono più mie. Non sono più affari miei. Sono libere.

Quali consigli daresti a chi vorrebbe intraprendere un percorso nella musica?

Sii irresponsabilmente tu.

L’album rappresenta il passaggio da un periodo di vita all’altro. Quale è stato l’evento che più ha rappresentato un cambiamento nella tua vita da musicista?

Quando ho iniziato a vivere per la musica e ho smesso di dire che la musica è la mia vita.

Hai in serbo dei prossimi live dove il pubblico può venirti a sentire?

26 aprile al Mosso a Milano. Ci sarà il primo concerto del disco. Stiamo preparando un show: sono emozionato e concentrato.

Il 26 aprile si avvicina, allora lasciamoci avvolgere ancora una volta da “AD MAIORA”.
Biografia

Orlando Capasso, in arte Orlvndo, classe ‘99, è un cantante emergente di Verona che si muove tra R&B, Pop e Rap. Nei primi mesi del 2020 pubblica sui suoi profili social 3 freestyle, “ATTO I”, “ATTO II” e “ATTO III”, con i quali riscuote da subito successo. Nello stesso anno pubblica il suo primo Ep da indipendente, AD HOC, che riceve una buona visibilità dalle piattaforme digitali e lo porta ad interfacciarsi con il crescente pubblico.

Nel 2022 Orlvndo è il vincitore della VI edizione del BMA – Bologna Musica d’Autore, nell’ambito del quale si è esibito in 5 concerti tra Milano, Bologna e Cervia, insieme a Fulminacci, Laila Al Habash, ISIDE e Davide Shorty

a cura di
Martina Giovanardi

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