L’ultima notte di Amore: il film noir con Pierfrancesco Favino che riporterà il grande pubblico nelle sale

L’ultima notte di Amore: il film noir con Pierfrancesco Favino che riporterà il grande pubblico nelle sale
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Il nuovo film di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino e Linda Caridi è un noir ben realizzato che punta in alto

Uscito nelle sale il nove marzo del 2023, “L’ultima notte di Amore” è il terzo e nuovo film di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino e Linda Caridi è un noir ben realizzato che punta in alto. Il film parla dell’agente di polizia Franco Amore che, a pochi giorni dalla pensione, deve decidere se accettare o meno una proposta di lavoro che potrebbe portarlo a perdere la pensione e ad allontanarsi dagli ideali per i quali ha lottato una vita intera. 

Gli attori e la promozione

Il film vanta un cast di ottimi attori, primo tra tutti Pierfrancesco Favino, accompagnato da Linda Caridi, e poi Antonio Gerardi e Francesco Di Leva. Il film è stato presentato alle 73esima edizione della Berlinale. Proprio in questi giorni Pierfrancesco Favino è impegnato in un tour nelle le sale cinematografiche per promuovere il film.

Una pellicola che, però, dato il grande impegno con cui viene promosso, rappresenta non solo se stessa ma un’industria che sta lentamente morendo, e che bisogna tenere in vita investendo su film italiani che riportino il grande pubblico al cinema. Il grande pubblico, si sa, non va al cinema per i film d’autore ma piuttosto per i film di genere, come successe per Freaks out, un prodotto italiano di cui andare fieri.

Il film di Andrea Di Stefano è un film di genere, un noir che può destare una curiosità tale da riportare le persone in sala

Il cliché

Il film inizia con una ripresa aerea che percorre la città di Milano, dal centro fino alla periferia. La ripresa termina con l’inquadratura di una casa in cui si sta tenendo una festa. La festa, scopriremo immediatamente, è per il poliziotto Franco Amore, che l’indomani andrà in pensione. Il cliché del poliziotto prossimo alla pensione, che rimanda o compromette quest’ultima, è un espediente già troppe volte visto ed usato.

Nel cinema americano degli anni ’90, la pensione è usata come strumento per ostacolare la dedizione del poliziotto al caso a cui sta lavorando. In questo caso il raggiungimento della pensione è una corsa a cui noi e il protagonista partecipiamo, individuando nella pensione l’obiettivo massimo (e non scontato) di un lavoratore. 

Una possibilità

In questa corsa affannata verso la ricompensa che si aspetta per una vita, irrompe la possibilità di una vita diversa, migliore. Franco Amore è il protagonista perfetto: onesto, amorevole, umano. In quanto umano corruttibile, e infatti a questa possibilità risponde positivamente, trainato da consiglieri ingenui o malintenzionati.

Il film è costruito come una bomba ad orologeria, è una corsa contro il tempo in cui cerchiamo di scoprire la verità, ma allo stesso tempo speriamo che questa stessa verità non venga mai a galla. Il nostro protagonista, a tutti gli effetti un antieroe, è una persona dalla morale così forte e così personale che basta lui per trainarci all’interno del suo mondo. 

Milano

E’ un mondo che diventa notturno dal momento in cui ci addentriamo nel lato oscuro del protagonista: è fatto di autostrade, della parte sub-urbana di Milano, di luoghi anonimi, pieni di cemento, non particolarmente belli. Dal momento in cui non sappiamo da dove la minaccia provenga, allora le distese di cemento che circondano il protagonista aiutano a dare l’idea di come tutto all’infuori di lui sia fisso, severo e freddo. 

Il mondo evocativo intorno al film

La moltitudine di macchine, che sfrecciano accanto a Franco mentre sta vivendo il suo dramma, il mondo che lo circonda, l’inquadratura iniziale che va verso la periferia di Milano ci suggeriscono che, alla fine, questa sia solo la storia di un uomo e del suo orgoglio. E’ la storia di una pedina usata per un fine più grande, della morale di un uomo sfruttata. Anche noi alla fine del film smetteremo di pensare a Franco, alla sua famiglia, a che fine avrà fatto. 

Il mondo continuerà a passare accanto alle piccole storie come questa, a guardarle dall’alto. Per fortuna esiste il cinema, che ci costringe in una sala, per due ore, a guadare le immagini che passano sullo schermo.

I personaggi secondari ed il montaggio

Questa è una storia magnificamente accompagnata dai personaggi secondari: ognuno ha una sua backstory molto chiara. La loro caratterizzazione viene fornita insieme a quella del protagonista. Un’attenzione così ampia per i personaggi e gli attori sicuramente deriverà dalla formazione teatrale del regista e sceneggiatore.

Di Stefano, prima di diventare autore si è formato ed ha lavorato come attore. Ma una costruzione così ben fatta dei personaggi non avrebbe reso al massimo se non fosse stato per il montaggio, che riesce a far tenere il fiato sospeso allo spettatore e a reiterare il climax senza far annoiare 

L’importanza dei film fatti bene

Questo è un film ben fatto. Arricchirà sicuramente chi andrà a vederlo e riporterà le persone al cinema, nel buio di una sala che senza distrazioni donerà sicuramente un’esperienza unica. Se il cinema italiano deve ripartire e deve incassare, che riparta da film come questo, nato dalla passione per un progetto e creato da professionisti competenti che apportano il loro contributo per creare una qualcosa di più grande. 

a cura di
Emma Diana D’attanasio

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