Everything Everywhere All at Once: genialità allo stato puro

Everything Everywhere All at Once: genialità allo stato puro
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Come da previsioni il film ha sbancato durante la notte degli Oscar 2023. Sette Oscar: Miglior film, miglior attrice (Michelle Yeoh), migliori registi e migliore sceneggiatura originale (Daniel Kwan e Daniel Schenert), e poi miglior editing, miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis) e miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan)

Un film che ha letteralmente sbancato e lasciato a bocca asciutta rivali temibili come Steven Spielberg o James Cameron (un solo Oscar per Avatar-La via dell’acqua). Un film che testimonia la necessità di un cinema che esca dai canoni classici. Everything Everywhere All At Once è un film coraggioso, bizzarro, divertente e che include diversi generi (dal dramma sociale del popolo asiatico alla fantascienza fino alle arti marziali e al demenziale). Un film con un basso budget rispetto alle mega produzioni della Marvel (da cui prende una versione divertita del multiverso).

Commoventi le dichiarazioni dei vincitori. Ke Huy Quan forse non si aspettava di ricevere un premio così ambito dopo diciannove anni di assenza dal cinema. Michelle Yeoh nel suo discorso ha parlato dei sogni che si realizzano ad ogni età. E poi Jamie Lee Curtis, regina del cinema di genere, anche lei si ritrova a ricevere un Oscar dopo i sessant’anni. E’ stata una festa, insieme ovviamente a Daniel Kwan e Daniel Schenert ormai famosi come I Daniels.

Vi riproponiamo l’articolo scritto durante l’uscita del film, che tornerà al cinema questa settimana per la terza volta. Un’occasione imperdibile per guardare un film “diverso” e coraggioso.

La storia

Innanzitutto la storia. Protagonista è Evelyn Quan Wang interpretata da Michelle Yeoh, una donna di mezz’età che gestisce una lavanderia e attraversa una fase di crisi famigliare. Pesano le incomprensioni con sua figlia Joy (Stephanie Hsu) e i suoi orientamenti sessuali, col marito Waymond (Ke Huy Quan) e l’anziano padre. Non solo, la temibile Deirdre Beaubeirdre (Jamie Lee Curtis), impiegata dell’ufficio delle entrate, le sta alle calcagna per presunte fatturazioni false.

In questo universo reale di prove da attraversare Evelyn si ritrova catapultata in altre dimensioni di se stessa e scopre di avere un nemico che può distruggere il suo equilibrio. Comincia così un viaggio psichedelico fra le diverse identità della donna, chef o attrice di successo. Mondi dove le dita della mano sono wrustel oppure si ritrova ad essere un sasso con i googly eyes. Dietro questi molteplici universi si intrecciano veri e propri omaggi al cinema ( 2001 Odissea nello Spazio) o ai combattimenti di molti film con protagonista Jackie Chan.

Un Metaverso particolare

Diciamo che alla base della storia c’è il Metaverso elemento diciamo quasi saccheggiato da film Marvel e su cui la Disney punta le proprie risorse. Sopratutto la Marvel basa la storia dei suoi fumetti su vere e proprie saghe riportate al cinema con Spider Man No Way Home oppure Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Ma con Everything Everywhere All at Once i Daniels creano degli universi paralleli giocando coi generi cinematografici in uuna sorta di sliding door in cui vengono catapultati i protagonisti.

Fantascienza, film d’azione, demenzialità, commedia famigliare. Everything Everywhere All at Once è tutto questo. Non mancano i riferimenti ai disagi vissuti dalla popolazione asiatica residente negli States. Un calderone psichedelico mai scontato, elettrizzante che può affascinare o crearvi disagio a seconda dei gusti. I Daniels costruiscono un film che è un omaggio a tutti i loro miti da eterni ragazzi nerd.

Basti considerare interpreti come Ke Huy Quan (che interpreta Waymond, il marito di Evelyn), primo ragazzino asiatico chiamato a interpretare un ruolo importanti in Indiana Jones e il tempio maledetto e i Goonies. Oppure l’anziano padre Gong Gong interpretato da James Hong, eccellente villain nel film Grosso Guaio a Chinatown di John Carpenter. E come non citare Jamie Lee Curtis che si trasforma in una temibile cattiva. Inizalmente scettica sul copione ha successivamente vissuto col cast del film un rapporto meraviglioso. Ha detto a proposito del suo rapporto con Michelle Yeoh:

Quando ci siamo incontrati per la prima volta, e io e Michelle ci siamo conosciuti, e I Daniels hanno parlato dell’universo degli hot dog, io non capivo. Non capivo il film. E cercavo di capirlo. Poi siamo andati sul set e quello che è successo, che è stato così bello, è che io e Michelle abbiamo trovato questo splendido terreno emotivo comune emotivo l’una con l’altra.

In conclusione

Un film che merita più di una visione. Forse non vi metteranno a disposizione gli occhiali 3D come per Avatar ma gli universi di Everything Everywhere All at Once saranno un viaggio che difficilmente avrete già vissuto. E alla fine di questo delirio di immagini scoprirete un incredibile lato umano che non avreste mai immaginato di scoprire. Perché il cinema è anche questo e i Daniels, con questo film, mettono tutte le carte in tavola per spingersi più in la.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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