Mogwai – Vox Club, Nonantola – 11 maggio 2022

Mogwai – Vox Club, Nonantola – 11 maggio 2022
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Il tour europeo dei Mogwai tocca per la prima volta la provincia di Modena, dove si sono esibiti per la terza e ultima data (sold out) prevista in Italia.

La band di Glasgow guidata da Stuart Braithwaite riporta sui palchi dei più fortunati club europei il suo post-rock quasi esclusivamente strumentale, in seguito all’uscita dell’album As The Love Continues nel 2021. Un’esperienza nuova per quello che mi riguarda, assistere a un concerto dal vivo non cantato, dalla quale non sapevo proprio cosa aspettarmi pur conoscendo e apprezzando la band.

Astrattismo sentimentale

Mentre l’estate fuori è scoppiata all’improvviso e il club dentro è (come da tradizione) umido e poco illuminato, la band di apertura scalda i pochi presenti. Il locale finalmente si riempie e i Mogwai salgono sul palco, aprendo il live con i loro suoni potenti, tra luci blu, rosse e verdi, garantendo già dal principio un’esperienza uditiva e visuale diversa dal solito

I brani si susseguono in un costante crescendo d’intensità, che ha guidato gli spettatori in un universo parallelo fatto di emozioni sempre più forti. La composizione è ricca di sfumature e contaminazioni, eppure è estremamente semplice riconoscere e provare le sensazioni che i Mogwai vogliono farti arrivare dritto al petto con i loro pezzi, in bilico tra atmosfere inquiete e malinconiche rivolte interiori.

Anche perché non riesci proprio a schivarle le loro martellate, quando meno te lo aspetti vieni travolto da incredibili wall of noise. E così, proprio come succede davanti a certe opere astratte di cui non sai spiegare i tecnicismi o di fronte a certi paesaggi incontaminati e senza confini, ti ritrovi con il cuore aperto a metà e pervaso da sentimenti profondi.

Tra leggeri headbanging e movimenti ondeggianti, tutto il pubblico ha l’attenzione catalizzata sul palco. Dalle più recenti uscite fino ad arrivare alle più famose Remurdered e Old Poisons, i Mogwai riescono a mantenere la concentrazione alta senza bisogno di nessun tipo di performance esagerata o di interazioni particolari. Sul palco, i polistrumentisti di Glasgow sorridono e scherzano tra loro senza dare troppo nell’occhio, dimostrando una forte unione a prescindere dalla musica e anni di esperienza sulle spalle.

Quando le parole non servono

Da entusiasta dei concerti movimentati e cantati a squarciagola, l’esperienza di partecipare a un live così intenso senza quasi una parola se non il sentito “Grazie, thank you so much!” di Stuart alla fine di ogni pezzo è stata inaspettata ed estremamente suggestiva.

I Mogwai dimostrano che molte volte le parole sono superficiali, che non è necessario inquinare suoni e momenti che già sono così ricchi di potere evocativo e sentimentale. Una sorta di seduta di psicanalisi collettiva da cui uscire alleggeriti nell’animo e soddisfatti nell’estetica.

a cura di
Chiara Serri

foto di
Marco Zerbinati

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Chiara Serri

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