“La vasca del Führer”: la storia di Lee Miller

“La vasca del Führer”: la storia di Lee Miller
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La vasca del Führer è un romanzo di Serena Dandini, edito da Einaudi e uscito nel 2020. La scrittrice è già conosciuta per altre opere, tutte diventate best seller. Dai diamanti non nasce niente, Storie di vita e di giardini (2011), Ferite a morte (2013) e Il catalogo delle donne valorose (2018) sono alcune di queste.

L’idea del libro parte da una fotografia trovata dall’autrice per caso.

La foto ritrae la protagonista del romanzo in una vasca da bagno, nuda, con gli stivali sporchi appoggiati da un lato e una cornice col ritratto di Hitler accanto al portasapone. Il bagno è perfettamente pulito e l’argenteria presenta le iniziali “A.H.” La foto è del 30 aprile 1945 ed è stata scattata nell’appartamento di Hitler, appena dopo la sua morte e la disfatta del regime nazista.

Si vede che la fotografia è stata fatta da una professionista: l’inquadratura, le luci e gli oggetti non sono posizionati a caso, ma sono ben studiati.

Incuriosita, anzi quasi ossessionata, da questa fotografia Serena Dandini, decide di voler scoprire la storia che si cela dietro a questo scatto e, soprattutto, dietro alla donna che ne costituisce il soggetto principale.

La vasca del Führer ripercorre la straordinaria vita di Elizabeth, detta Lee, Miller: fotografa, modella e reporter che ha vissuto tra i primi del Novecento e la Seconda Guerra Mondiale.

Autentico spirito libero, intelligente e bellissima, Lee ha impersonato numerose donne nella sua esistenza: è stata il volto ammaliante e raffinato sulla copertina di Vogue del 1927, l’apprendista e poi l’amante del fotografo americano Man Ray, da cui imparerà tutte le tecniche del mestiere, la moglie ribelle di un ricco miliardario egiziano, la piccola modella che posava orgogliosa per papà a soli otto anni e una talentuosa fotoreporter.

L’opera è il vivido ritratto di una donna ambiziosa e molto avanti rispetto alla sua epoca, che ha sempre perseguito i suoi sogni senza mai lasciarsi frenare dalle imposizioni dettate dalla società. Imposizioni che volevano la donna come unica custode della casa e dei figli, completamente sottomessa al marito.

Così Lee descrive le grandi artiste che hanno segnato la storia degli anni Venti del Novecento (Margaret Bourke-white; Dora Maar, Tina Modotti; Gerda Taroe e Claude Cahun):

Tutte hanno abbracciato la macchina fotografica come un’arma per esprimere la propria visione del mondo, avventurandosi in un campo ancora libero dall’ingombrante tradizione dei grandi padri dell’arte. Invece di essere solo scrutate, esaminate, dipinte e ritratte, anche loro osservano e sopratutto decidono come rappresentare l’universo in cui vivono, regalandoci un punto di vista inedito.

E questo dichiara con orgoglio parlando di sé stessa:

Preferisco fare una fotografia che essere una fotografia

Elizabeth Miller è passata dall’essere un’icona della moda, ammirata e desiderata da tutti, ad una delle prime corrispondenti di guerra ad entrare nei campi di concentramento nazisti. Tante anime completamente diverse, racchiuse in una sola persona.

Un grande esempio per tutte le donne del mondo.

La scrittura della Dandini è molto semplice e scorrevole. La storia di Lee Miller non può non appassionare il lettore, essendo così straordinaria. Oltre alla vita della fotoreporter, l’autrice cita anche numerosi aneddoti riguardanti volti noti dell’epoca. Molti di questi erano grandi amici di Lee: si parla di Pablo Picasso, Max Ernst, Jean Cocteau e Condé Nast, celebre fondatore di Vogue. Quando Lee va a Parigi, per studiare fotografia, al lettore sembra quasi di essere lì con lei, tra i palazzi di Rue Campagne-Premìere. Quest’ultimo è un quartiere famoso per aver ospitato tutti gli artisti più influenti dell’epoca: Marcel Duchamp, Erik Satie e il poeta Vladimir Majakovskij.

Il romanzo di Serena Dandini è un tuffo dentro alla storia e un esempio di come non si debbano mai perdere di vista i propri sogni.

A cura di
Silvia Ruffaldi

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Silvia Ruffaldi

Silvia ha studiato Scienze della Comunicazione a Reggio Emilia con il preciso scopo di seguire la strada del giornalismo, passione che l’ha “contagiata” alle superiori, quando, adolescente e ancora insicura non aveva idea di cosa avrebbe voluto fare nella vita. Il primo impatto con questo mondo l’ha avuto leggendo per caso i racconti/reportage di guerra di Oriana Fallaci e Tiziano Terzani. Da lì in poi è stato amore vero, e ha capito che se c’era una cosa che voleva fare nella vita (e che le veniva anche discretamente bene), questa doveva avere a che fare in qualche modo con la scrittura. La penna le permette di esprimere se stessa, molto più di mille parole. Ma dato che il mestiere dell’inviato di guerra può risultare un tantino pericoloso, ha deciso di perseguire il suo sogno, rimanendo coi piedi ben piantati a terra e nel 2019 ha preso la laurea Magistrale in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Delle sue letture adolescenziali le è rimasto un profondo senso di giustizia, e il desiderio utopico di salvare il mondo ( progetto poco ambizioso, voi che dite ?).

2 pensieri su ““La vasca del Führer”: la storia di Lee Miller

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