“Anime di vetro”: un romanzo sospeso tra fantasia e realtà

“Anime di vetro”: un romanzo sospeso tra fantasia e realtà
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Anime di vetro, il nuovo romanzo di Manuel Malavenda, ci racconta una storia dolceamara. Una vicenda che mette a nudo i sentimenti dei protagonisti. Tre storie che si intrecciano, tre anime in cerca del loro posto nel mondo.

Manuel ci fa entrare nella “vita” dei suoi personaggi: anime smarrite, in cerca del loro passato. Non ci mette davanti ai fatti conclusi ma è come se, durante la lettura, crescessimo insieme a loro e diventassimo consapevoli del loro destino e del loro passato perduto. Passo dopo passo, scoperta dopo scoperta.


Anima, vetro e corpo

Io credo che sia una questione di energie, come tutto nella vita; che ci sia un legame troppo forte che vi ancora alla Terra e non vi permette di andare oltre. La famosa questione in sospeso. Io la chiamo così: la missione. Qualcosa da portare a termine prima che tu possa andartene definitivamente. Sicuramente ne hai una anche tu.

Anime di vetro è un romanzo diviso in tre parti: anima, vetro e corpo. Tre parole fondamentali all’interno del romanzo.

Il libro si apre con Jeremy che, dopo essere morto durante una rapina in banca, si risveglia in una foresta e si rende conto di non avere più né un corpo né dei ricordi: realizza di essere un’anima smarrita, un punto e virgola. In questo luogo, dopo un periodo di solitudine, incontrerà Eilise, una misteriosa ragazza in grado di vederlo. La giovane deciderà di aiutare Jeremy ed i due inizieranno una convivenza piuttosto complicata. Un rapporto fatto di continui bisticci, incomprensioni, ma anche piccoli gesti e attenzioni. Eilise è una talentuosa artista che, oltre a vedere le anime, è in grado di creare per loro dei corpi di vetro, con cui potranno tornare ad avere una corporeità ed entrare in contatto con il mondo. Un corpo di vetro, estremamente fragile (attributo che noi siamo portati ad attribuire alle anime), che va trattato con grande attenzione. Presto nelle loro vite entrerà a far parte anche Esmour, un liceale che tutti credono scomparso…

La morte cambia tutto

Quando il dolore ci tocca ci cambia


Manuel nel suo libro affronta molte tematiche importanti e attuali: la violenza domestica, l’omosessualità, i travagliati rapporti familiari e l’autolesionismo. I suoi personaggi si scoprono davanti ai nostri occhi. In principio sono come dei bambini smarriti: non sanno dove sono, non sanno chi sono e perché si trovano in quella condizione. Tre anime sole: due incorporee e una con un corpo continuamente sottoposto a ferite. Benché tutti i personaggi siano ben caratterizzati e vadano incontro ad una notevole crescita personale, credo che quello meglio rappresentato sia il piccolo Esmour. Non mi dilungherò sulla sua vicenda, per evitare di fare spoiler, ma si tratta di una storia che mi ha fatto ragionare su molte cose (oltre che versare parecchie lacrime). I personaggi sono estremamente umani; fragili ma allo stesso tempo forti e coraggiosi. Ognuno di loro deve affrontare le sue paure e i suoi timori per crescere, realizzarsi, scoprire la sua missione e trovare l’amore. Le emozioni sono centrali per la narrazione: soffriamo, ci emozioniamo e ci arrabbiamo con loro e per loro. Perché ognuno di noi, in qualche modo, per qualche dettaglio, si può rivedere in loro.

É tutta questione di anima

Anime di vetro fa riflettere sull’importanza dell’anima e su quella di avere un corpo. L’anima non deve essere una parte nascosta di noi, deve avere la possibilità di brillare, di realizzarsi. Non dobbiamo “trattarla come un’opera d’arte“, dobbiamo farla entrare in risonanza con quella di chi ci circonda e permetterle di crescere ed arricchirsi. Questo ci insegna Anime di Vetro. Vediamo i tre protagonisti che si aiutano, si supportano e si accrescono a vicenda. Da anime smarrite ognuno di loro riuscirà a trovare la sua missione e a mettere un punto alla propria vita.

Il talento ha bisogno del suo spazio per brillare, del suo tempo, ma quando finalmente lo fa, è impossibile che passi inosservato

Questa citazione, questo pensiero che ho rubato a Jeremy, può riferirsi a Manuel Malavenda che ci ha regalato una vicenda che, nonostante alcuni elementi onirici è estremamente reale. Un romanzo in cui fantasia e realtà, amore e violenza si fondono in modo naturale. Una storia in grado di parlare alle nostre anime.

Una lettura piacevole e scorrevole, una vicenda che sembra lontana ma che in realtà ci tocca da vicino e ci fa riflettere su alcuni aspetti della nostra esistenza.

a cura di
Laura Losi

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Laura Losi

Laura Losi è una piacentina classe 1989. Si è laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l’Università degli Studi di Parma con una tesi sulla Comunicazione Politica di Obama. Avrebbe potuto essere un medico, un avvocato e vivere una vita nel lusso più sfrenato, ma ha preferito seguire il suo animo bohemien che l’ha spinta a diventare un’artista. Ama la musica rock (anche se ascolta Gabbani), le cose da nerd (ha una cotta per Indiana Jones), e tutto ciò che riguarda il fantasy (ha un’ossessione per Dragon Trainer). Nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo “Tra le Rose” e a breve vedrà la luce anche la sua seconda fatica, il cui titolo rimane ancora avvolto nel mistero (solo perché in realtà lei non lo ha ancora deciso).

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