Chiello ci porta nel suo “Oceano Paradiso”

Chiello ci porta nel suo “Oceano Paradiso”
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La pausa temporanea del progetto “FSK Satellite”, per dare modo ai tre componenti (Taxi B, Chiello e Sapobully) di procedere con progetti solisti, vede già Chiello rilasciare un album di inediti. “Oceano Paradiso” è qui.

L’emersione di Chiello dagli “FSK”

Gli FSK sono un collettivo nato alcuni anni fa con diversi componenti iniziali, arrivati a stabilizzarsi nel tempo in: Chiello, Taxi B e Sapobully. Gli FSK sono soprattutto famosi per il loro stile controverso nei testi e per le basi molto vigorose, diciamo. Il gruppo, come genere, è identificabile nella trap.

Chiello però è da sempre, tra tutti i componenti, quello più “calmo” e collocabile nell’emo trap, un Lil Peep per intenderci con chi bazzica nel genere. La sua direzione, da solista, la si poteva già immaginare grazie ai primi tre singoli rilasciati prima di Oceano Paradiso: Acqua salata, Crema di buccia e Quanto ti vorrei.

Io ti ho detto le cose che ha stampato il mio cuore

La copertina di Oceano Paradiso.
L’Oceano (non tanto) Paradiso di Chiello

Se vi aspettate quindi il solito stile FSK, cambiate ascolto. Troverete l’opposto a cui eravate abituati sinora. Solo in Damerino con Taxi B, unico featuring, possiamo ritrovare un po’ di quella trap, forse come omaggio per le sue origini musicali. Il resto del disco si può invece collocare in quell’indie-pop, emerso di recente, o emo-trap, seppur le basi siano comunque molto originali e inaspettate.

Sembra quasi che Chiello con gli FSK non si fosse riuscito a esprimere nel suo pieno potenziale o esplorare la sua comfort zone. Da solista ha regalato sicuramente emozioni più fragili e testi più sensibili. Questo disco è un viaggio tra l’autodistruzione, il “non sentirsi abbastanza” nel mondo e riferimenti anche a una storia d’amore bittersweet.

La relazione che viene rappresentata nell’album si colloca tra amore e odio. Un rapporto di cui l’autore sembra abbia bisogno ma allo stesso tempo, lo “uccide” nel continuarlo. Per esempio viene usata la metafora dell’acqua salata per rappresentare il fatto di come l’acqua sia un bene essenziale, ma allo stesso tempo, l’essere salata porta alla “corrosione” dell’anima e del corpo dell’artista.

Allo stesso tempo, lo stesso Chiello sembra perso e ci sono diversi momenti di self-blame durante la navigazione in Oceano Paradiso. Sembra quasi che l’amore lo possa aiutare a restare in piedi ma allo stesso tempo lo possa anche tirare più verso il fondo come in Non lasciarmi cadere.

È interessante come nei pezzi Quanto ti vorrei e Poi si romperanno si contrappongano due delle basi più movimentate dell’album a testi che rimangono comunque sempre malinconici e tristi. Spesso come ultima track, molti artisti ne posizionano una risolutiva, o comunque conclusiva, ma in questo caso con Golfo paradiso, si vede come Chiello sia ancora tormentato e combattuto. Il viaggio è appena iniziato.

“Mentre la brezza mi accarezza la pelle
l’odore di salsedine mi consuma le ossa”

Ascolta l’album qui.
Un riconoscimento ai produttori

Una menzione speciale va fatta anche ai produttori. Questi spesso vengono trascurati nel riconoscimento della riuscita dei brani, ma in questo genere di canzoni le basi sono fondamentali per ottenere un resa maggiore delle canzoni.

In questo disco hanno collaborato in particolare Greg Willen, storico produttore degli FSK, Shablo, storico produttore dei Club Dogo, MACE e Colombre. Le produzioni ci portano in diverse dimensioni: quella ambient/spazio di Pietra di luna, anni ’50 di Quanto ti Vorrei, chill music con Mare caldo solo per nominarne alcune.

Sicuramente non è un album da ascoltare per fare festa, ma da chiudersi in camera e piangere a dirotto, per riflettere su noi stessi e pensare anche a vecchie relazioni amorose. Preparatevi a nuotare nelle acque di Oceano Paradiso, sarà un viaggio piacevole e malinconico.

a cura di
Luca Montanari

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Luca Montanari

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