Manu Chao – Esedra di Palazzo Te Mantova – 6 settembre 2021

Manu Chao – Esedra di Palazzo Te Mantova – 6 settembre 2021
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Manu Chao sale sul palco dell’Esedra del Palazzo Te di Mantova poco dopo le 21.30, dopo l’esibizione in duo dei Sin Frontera. Sale a luci spente e sembra uno di quei ragazzetti che sistemano il palco prima dell’esibizione dell’artista di turno. Bermuda, berrettino e scarpe da jogging, saluta il pubblico a luci spente prima di imbracciare la chitarra e sedersi sullo sgabello al centro del palco, prontamente illuminato.

Manu Chao Trio

Un’esibizione in acustico quella di stasera. Personalmente la definirei una esibizione low cost: Manu Chao con chitarra; alla sua destra un barbuto ragazzotto a gambe e piedi nudi alle percussioni, alla sua sinistra un altrettanto giovane ragazzo in pantaloni sgargianti alle prese con l’ukulele.

L’artista francese ci ha abituato negli anni ad esibizioni piuttosto corpose, ricche di suoni e di stili diversi. Reggae, folk, latino americano ma anche punk, ska, rock accompagnandosi con testi in spagnolo, francese, arabo, portoghese, italiano. Musica dal mondo, forse il primo vero esperimento di world music. Erano i tempi dei Mano Negra e successivamente del Radio Bemba Sound System che ha caratterizzato il suo debutto da solista.

Manu Chao saluto

Dopo una pausa di quasi dieci anni Manu Chao torna a pubblicare brani inediti nel 2017. È di un paio di anni dopo la ristampa dell’album Clandestino/Bloody Border che ripropone il master del 1998 con l’aggiunta di tre brani inediti. Paladino di una certa corrente politica, la sua Clandestino è diventata negli anni un vero e proprio manifesto degli ultimi, degli emarginati, dei discriminati, cosi come Desaparecido.

Il pubblico è accorso numeroso all’appuntamento di Mantova, tanto da registrare l’ennesimo sold out. E c’è stato tanto divertimento nel giardino Esedra di Palazzo Te. Nonostante il vincolo dei posti assegnati il pubblico non si è certo esonerato dagli applausi. El Chapulìn Solo ha fatto ballare e scatenare. Anche stando fermi sul posto.

a cura e foto di
Moris Dallini

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Moris Dallini

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