Scusa “MAMMA!”: intervista a Giulia Mei

Scusa “MAMMA!”: intervista a Giulia Mei
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Quella di oggi è la nostra intervista a Giulia Mei, una cantautrice palermitana classe ’93 che potremmo collocare nello scenario pop emergente italiano. L’uso del condizionale nella frase precedente è motivato dal fatto che, benché le sonorità dei suoi pezzi siano inequivocabilmente pop, quello di Giulia è uno stile che si avvale di una componente testuale satirica, cruda e a tratti dissacrante, come potrebbero esserlo dei brani rap o metal, pensando alla musica d’oltreoceano.

Dopo il successo del suo ultimo disco (finalista Targhe Tenco, Premio Speciale M.E.I. e tra le migliori opere del 2019 per il Forum del Giornalismo Musicale), Giulia Mei torna con un singolo dal titolo “MAMMA !“, una sorta di trasposizione musicale di un cult del mondo dei tatuaggi: l’intramontabile “Sorry Mom!”.

Di seguito l’intervista.
Per chi o cosa sta quel “Mei” nel tuo nome d’arte?

Intanto nasce per trovare un’alternativa al mio vero cognome, Catuogno, alquanto cacofonico e difficile da ricordare. Mei in realtà é un acronimo, che sta per  “Meglio Essere Immortali”, che sta a indicare  un po’ il mio manifesto di scrittura o comunque quello che é da sempre il mio desiderio più grande nel fare musica: scrivere qualcosa che possa restare nel tempo.

E’ molto difficile e si tratta di un sogno, non certo di una pretesa, ma riuscire a scrivere della musica che sfugga il tempo penso sia importante se non essenziale, almeno per me.

Ricordi quand’è stato l’esatto momento in cui hai deciso di voler intraprendere il tuo percorso artistico nel mondo della musica?

Molto presto, fin da piccola non riuscivo a vedere altre prospettive, non riuscivo a immaginarmi diversamente che con una penna in mano, e fin da piccolissima (sei anni) scrivevo testi e poesie e cantavo. Quando poi ho scoperto che le due cose potevano camminare insieme, quando ho messo la musica al servizio delle parole e viceversa, mi é stato chiaro che quello doveva per forza far parte della mia vita, e non in modo marginale.

Poi, finito il liceo, continuavo ad immaginare la stessa cosa, cosi ho deciso di continuare esclusivamente gli studi al conservatorio e ho intensificato la mia attività di musicista e autrice, é stato tutto molto naturale e spontaneo. Sentivo che era tutto già dentro di me, non c’era niente da scegliere o da cercare.

Il tuo singolo “MAMMA!” mi è piaciuto davvero tantissimo. Nonostante le sonorità apparentemente frivole, il testo è audace, a tratti dissacrante: una messa a fuoco sonora su tematiche odierne delicate e complesse. Mi vengono spontanee due domande. La prima: cosa pensa tua madre della scelta di fare la cantautrice?

Intanto ti ringrazio molto. Ti dico che mia mamma, pur essendo abbastanza legata al mondo che racconto nel brano, quindi un mondo affezionato ai cliché e ad una visione distorta della società dove vale solo chi  persegue un percorso professionale “canonico”, é molto felice e orgogliosa di me e di quello che faccio (sarà forse anche perche io ho una laurea e adesso ne sto prendendo un’altra!?) e nonostante qualche volta mi abbia parlato del “figlio dell’ingegnere” e che da genitore si preoccupi spesso di quella che lei percepisce come una vita piena di incertezze e punti interrogativi, mi ha sempre sostenuta e non ha mai cercato di “deviare” le mie scelte  professionali. Né lei né mio padre. Io sono una figlia fortunata, perché ho due genitori eccezionali ai quali sarò per sempre grata per l’aiuto morale ma anche concreto che mi hanno dato in tutti questi anni.

Seconda domanda: nel ritornello canti promettendo di “trovare un posto fisso proprio accanto al crocifisso” e in una strofa accenni ai “preti che si innamorano”; vorrei, quindi, chiederti che rapporto hai con la spiritualità in generale e con la religione cattolica in particolare?

Bella domanda. Ti confesso che è la prima volta che ne parlo in un’intervista. Devi sapere che c’è stato un periodo nella mia vita in cui io sono stata piuttosto “religiosa” o presunta tale. Andavo ogni domenica in chiesa, pregavo spesso e ho fatto parte di due famose organizzazioni cattoliche di cui non dirò il nome. In una di queste ho visto cose anche abbastanza “strane”. Negli anni poi, crescendo, leggendo, diventando adulta, mi sono resa conto che le mie idee e i miei principi non potevano andare d’accordo con quelli della religione cattolica, allora mi sono inevitabilmente allontanata da quel mondo.

Nonostante ciò, ho una grande spiritualità, avverto qualcosa sopra la mia testa a cui non saprei dare un nome, ma di cui a volte percepisco veramente la presenza e, lo confesso, ho un gran bisogno di un “per sempre”, di un eterno, qualsiasi sia il suo nome. Diciamo che ho una spiritualità un po’ romantico-ottocentesca, ma in fondo ognuno ha la sua, e questo lo trovo meraviglioso.

L’estate si avvicina, i palchi riaprono: quando e dove potremo vederti esibirti dal vivo?

Proprio in questi giorni sto chiudendo delle date e nei prossimi giorni inizierò a spoilerare qualcosa. Per adesso ti dico solo che di sicuro si suonerà, specialmente nella mia bella Sicilia, che ogni estate mi aspetta per regalarmi tutta la sua bellezza e calore.

Saluta gli amici di The Soundchek con la citazione di un tuo brano (anche inedito, che ci piacciono gli spoiler)!

Ciao amici di “The Soundcheck” e ricordate: “Non si hanno molti tentativi per essere vivi” (cit. “Tutta colpa di Vecchioni”). A presto!

a cura di
Annalisa Senatore

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Annalisa Senatore

Annalisa all’anagrafe, ma sul web e nel cuore lei è @annamatita_. Nata e cresciuta a Siracusa, ha una laurea in psicologia, una in neuroscienze, un master in comunicazione digitale eeeee Macarena! Vive a Bologna dal 2015 ed è proprio in questa meravigliosa città che ha conseguito la prestigiosa specialistica in “Casi umani: dove trovarli (e lasciarli)”. Social media manager, press officer, sniffatrice seriale di libri, sosia ufficiale di Amy Winehouse e orgogliosissima Serpeverde.

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