Alessandro Ragazzo e il suo primo EP: “Ricordi?”

Alessandro Ragazzo e il suo primo EP: “Ricordi?”
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Alessandro Ragazzo è l’esempio di chi fa davvero l’artista, approcciandosi in maniera seria, dedicata e “last but not least” con cognizione di causa. Arriva da Marghera una ventata d’aria pulita, che spinge verso di noi un ragazzo musicalmente genuino. Un volto innocente ma familiare, giovane e rassicurante. Se lo dovessi descrivere con una sola parola direi: puro.

Ero rimasto sorpreso da quel singolo, Frontale, che conteneva per me la frase che rappresenta l’amore nella sua forma più semplice : “Ho suonato per te alla sagra del baccalà”. Immaginatevi quanta frustrazione dopo aver suonato ad un evento del genere. Questo si che è amore vero!

Quell’approccio fresco, sia nelle liriche che nelle produzioni, spensierato e non superficiale l’ho pienamente ritrovato nel suo primo EP Ricordi? in circolazione dal 29 Maggio 2020 su tutti i Digital Stores, pubblicato per Rokovovo / The Saifam Group. 

Questa chitarra sempre in primo piano che delinea la strada dei brani in modo limpido, restituisce un minimo di serenità a chi, come il sottoscritto, è sempre alla ricerca di proposte musicali concrete. Una personalità spiccata in ogni brano, che si applica seriamente nel restituire un lavoro maturo per essere inserito nei circuiti radiofonici e discografici.

Parlando di Ricordi?, si aprono autostrade infinite e cieli immensi e colline e praterie, anche solo dal titolo.

Sembra inusuale che un ragazzo così giovane possa celare dietro ai suoi testi un retrogusto di amarezza così accentuato. Eppure è proprio questo il leitmotiv dell’EP, che non osa mai servirsi di inutili sovrastrutture, tanto meno di cadere nel banale.

Si vuole onestamente spiegare che i ricordi costituiscono quello che siamo oggi senza preoccuparsi di quello che saremo domani, perché se ne aggiungeranno degli altri che ci cambieranno a loro volta. Un altro aspetto fondamentale è il romanticismo che trasuda dai brani in maniera costante, segno di una sensibilità delicata e qualità più unica che rara nella nostra generazione.

Interessante esperimento l’artwork,  dove salta all’occhio il colore del mare, un viola inquietante, iperbole dei ricordi di ognuno di noi, che abbiamo paura di ripercorrere quando non sono particolarmente piacevoli, e perciò come quei bagnanti esitanti, temporeggiamo prima di tuffarci nel torbido di imbarazzanti flashback che non ci fanno onore.

A volte, fortunatamente, i ricordi sono belli e sembra quasi che il nostro cervello, forse per proteggerli e magari restituirceli in futuro, applichi un filtro sfocato, tanto che riviverli ad occhi aperti, sembra un esercizio durissimo. Magicamente durante l’attività dell’inconscio ripercorriamo intere avventure passate, provando nuovamente certe sensazioni che ci lasciano i brividi sulla pelle, e quella curiosa condizione di confusione al risveglio.

È un esercizio estremamente semplice mangiarsi questo disco, ripetutamente, ascoltandolo anche due volte al giorno, senza il rischio di annoiarsi o di odiarlo. La traccia che merita una menzione particolare è certamente Quelli di Sempre, dove l’inquietudine e la vena nostalgica di Alessandro, emergono dopo aver finalmente fatto quel tuffo nel mare viola dei ricordi, coraggiosamente ripercorsi e sputati fuori come acqua. Certamente pieni di sale che pizzica, ma con una matura consapevolezza acquisita.

Evviva Alessandro!

a cura di
Daniele Bomboi

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