Auguri a Audrey Hepburn, l’attrice con un passato partigiano
Ricorre oggi il 91 esimo compleanno dell’attrice Audrey Hepburn, precocemente scomparsa nel 1993
Il 4 maggio 1929 nasceva Audrey Hepburn, attrice britannica nata a Bruxelles e vincitrice del premio Oscar come miglior attrice protagonista nel 1954 per il film Vacanze Romane e di quello intitolato a Jean Hersholt nel 1993 che viene conferito per cause di grande valore umanitario.
Durante la propria vita ha vissuto tra Inghilterra, Belgio e Paesi Bassi, vivendo la Seconda Guerra Mondiale sotto il regime nazista e dedicandosi alla danza prima di muovere i primi passi nel cinema.
Una carriera esemplare, la sua, a stretto contatto con registi come Billy Wilder e George Cukor, tra gli altri e interpretando alcune tra le pellicole di maggior rilievo degli anni ’50 e ’60 come Sabrina a fianco di Humphrey Bogart, Colazione da Tiffany, My Fair Lady e il già citato Vacanze Romane con Gregory Peck del 1953.
Questo è quello che tutti sappiamo su Audrey Hepburn. Quello che invece forse non tutti conosciamo a proposito dell’attrice icona di uno stile a cui ogni donna almeno una volta nella vita ha fatto riferimento, è che durante la guerra, proprio in Belgio, ha aiutato la resistenza mediante l’attività di staffetta partigiana.
Le scoperte postume
Grazie al figlio Luca Dotti si è fatta luce sugli anni dell’adolescenza di Audrey Hepburn e sulle sue attività durante il periodo di occupazione tedesca in Olanda.
La madre, la Baronessa Ella van Heemstra con cui la piccola Audrey ha vissuto dopo la morte del padre avvenuta nel 1939, aveva simpatie filonaziste ed era addirittura riuscita ad incontrate Hitler in più di una occasione, mentre proprio durante quegli anni per la figlia si sarebbe delineato un cammino completamente differente.
Secondo il libro uscito nel 2019 scritto da Robert Mazen e intitolato “La Guerra di Audrey” fu proprio grazie allo studio della danza e alla propria abilità che la giovane Hepburn entrò in contatto con la Resistenza Olandese.
L’Oranjekrant e la resistenza
Dopo la battaglia di Arnhem, nel 1944, fece conoscenza con Hendrik Visser `t Hooft, medico e leader anti-tedesco durante l’attività di volontariato svolta in ospedale come crocerossina.
In quel momento iniziarono a formarsi i suoi legami con la resistenza olandese cosa che – secondo le parole del figlio Luca Dotti – la elettrizzava tantissimo e la faceva sentire viva.
Grazie alla danza e alla propria abilità come ballerina iniziò ad esibirsi durante eventi organizzati nell’illegalità allo scopo di raccogliere fondi per la Resistenza e consegnando il giornale Oranjenkrant assieme a messaggi e viveri ai piloti alleati abbattuti.
Come afferma il figlio nella sua Biografia “Mia madre mi raccontò che fu emozionante per lei, era rischioso e si rendeva conto che, se fosse stata scoperta, lei e tutta la sua famiglia sarebbero stati fucilati, ma lo fece lo stesso“.
Il buio sulla vicenda
In famiglia non solo la Hepburn militò tra le file antifasciste: anche lo zio materno lo fece diventando uno dei capi della resistenza olandese, cosa che gli costò la vita. Questa vicenda però non venne mai a galla, forse proprio a causa delle simpatie della madre per il Terzo Reich.
Pochi anni dopo infatti la giovane attrice si impose come icona di stile e recitazione per la freschezza e dolcezza di ogni sua apparizione e si ipotizza che proprio per questo non si scoprì nulla, se non dopo la sua morte.
Probabilmente – e forse a ragione – l’attrice avrà pensato che raccontando dello zio e del proprio passato, anche le simpatie della madre si sarebbero conosciute, cosa inaccettabile all’indomani della guerra e con una carriera in fase di decollo.
a cura di
Sara Alice Ceccarelli
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