Call of Duty: Warzone, il battle royale di cui avevamo bisogno

Call of Duty: Warzone, il battle royale di cui avevamo bisogno
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Un po’ a sorpresa, Activision ha pubblicato in via del tutto gratuita Call of Duty: Warzone, battle royale in diretta competizione con Fortnite e PlayerUnknown’s Battlegrounds

Call of Duty: Warzone si affaccia sul mercato con tremendo tempismo. Costretti a casa e costantemente minacciati dall’irrefrenabile voglia di un giro all’aria aperta, Activision ha pubblicato in via totalmente gratuita la sua personalissima declinazione di battle royale, genere videoludico che ad oggi non conosce rivali, perfetto rimedio per combattere la noia che assedia ognuno di noi.

Per chi non lo sapesse, le origini di questa tipologia di sparatutto in prima e terza persona vanno ricercate in Battle Royale, romanzo di Koushun Takami, pubblicato nel 1999. Nel libro, si narra di un futuro distopico in cui un gruppo di ragazzi del liceo viene abbandonato in un’isola deserta con l’unico scopo di uccidersi a vicenda, fintantoché non ne sarebbe sopravvissuto solo uno. Suzanne Collins, autrice di The Hunger Games, per intenderci, non si è inventata praticamente nulla, esattamente come gli autori di PlayerUnknown’s Battlegrounds, Fortnite e Apex Legeds, affermatissimi battle royale che si basano sulla stessa meccanica di gioco: cento o più giocatori, a squadre o in solitaria, a darsi battaglia all’interno di una gigantesca mappa che ad intervalli regolari si restringe, costringendo i partecipanti a scontarsi in un’arena progressivamente più ristretta, senza possibilità di tornare in partita una volta finiti al tappeto.

Call of Duty: Warzone prende in prestito la fortunata formula e la riadatta, introducendo un paio di novità assolute niente male.

Un battle royale estremamente unico nel suo genere

La prima riguarda il numero di partecipanti: 150, cifra attualmente irraggiungibile per la concorrenza. La seconda, invece, la si scopre non appena si raggiunge il suolo dopo il classico lancio con il paracadute da un aereo in volo. Laddove il giocatore navigato si aspetterebbe di iniziare la partita completamente disarmato, in questo caso sin dal primo momento potrete contare su una pistola automatica, bocca di fuoco non certo efficientissima, ma più che sufficiente per permettere a mani esperte di mietere vittime anche meglio equipaggiate.

Del resto, l’urgenza, ciò che spinge i videogiocatori ad esplorare la mappa anche in questo caso è sempre la stessa: il bisogno di recuperare armi più forti, proiettili, corazze protettive.

Altro scarto rispetto alla concorrenza, proprio a questo proposito, se le piastre metalliche quando distrutte andranno nuovamente indossate, la barra di salute dell’avatar si ricaricherà automaticamente una volta trovato riparo dal fuoco nemico. Ciò si traduce in battaglie più serrate, dove non basta sfiancare progressivamente l’avversario, ma in cui è fondamentale metterlo immediatamente al tappeto, con azioni mirate, sfrontate, rapidissime.

Anche da questo punto di vista, Call of Duty: Warzone offre un’esperienza riconoscibile, eppure estremamente diversa, complice un gunplay raffinatissimo, ereditato di sana pianta da Modern Warfare, l’ultimo capitolo della saga che costituisce la spina dorsale del battle royale.

Il Gulag, l’ultima spiaggia

La spinta innovativa di questa modalità, tuttavia, non si consuma qui. Nell’eventualità in cui verrete abbattuti, contrariamente a qualsiasi altro congenere, non sarete costretti ad avviare una nuova partita. Letteralmente trascinati nel Gulag, sopravvivendo ad un deathmatch 1vs1 in un’arena di ridottissime dimensioni, vi guadagnerete la possibilità di un secondo lancio dall’aereo.

Anche la mappa è tra i punti di forza di Call of Duty: Warzone. Vastissima, come già sottolineato, propone un’ottima varietà di ambientazioni. Lo stadio è il luogo ideale per scontri frontali. Il castello offre torri dove dedicarsi ad un po’ di sano cecchinaggio. I bunker si snodano in stretti ed oscuri corridoi, ma sono ricchi di equipaggiamento particolarmente efficiente.

Activision non poteva farci regalo migliore in questo assurdo periodo di reclusione. Il suo battle royale è divertentissimo, privo di grossi difetti da segnalare, a suo modo unico. Disponibile al download gratuito su PlayStation 4, Xbox One e PC, giocato online in compagnia dei vostri amici vi aiuterà a combattere la noia e a togliervi l’impellente desiderio di farvi una passeggiata all’aperto.

a cura di
Lorenzo Kobe Fazio

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