“Sguardi Altrove Women’s International Film Festival”: al via la 31ᵃ edizione!

“Sguardi Altrove Women’s International Film Festival”: al via la 31ᵃ edizione!
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A partire da oggi, venerdì 15 marzo, si terrà a Milano la 31ᵃ edizione di Sguardi Altrove Women’s International Film Festival, l’evento internazionale dedicato alla promozione del Cinema e della creatività femminile. Il Festival proporrà al pubblico 60 film provenienti da 30 differenti Paesi, tre sezioni in concorso, ma anche tanti ospiti internazionali, masterclass e spazi dedicati alla formazione.

Al via oggi la 31ᵃ edizione di Sguardi Altrove Women’s International Film Festival, l’appuntamento incentrato sul Cinema e sulla creatività femminile che si terrà a Milano fino al 24 marzo. L’evento avrà come Madrina Francesca Vecchioni, scrittrice, formatrice e attivista, nonché Presidente della Fondazione Diversity.

Lo scorso 8 marzo si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Festival, in una data fortemente significativa per ciò che è avvenuto quest’anno, segnato dalla frequente violazione di diritti e dai numerosi femminicidi. L’incontro è stato introdotto da Patrizia Rappazzo (direttrice artistica di Sguardi Altrove), che ha posto l’accento su come “il Festival di quest’anno assuma una connotazione ancora più forte, perché intenzionato a dare voce in misura ancora maggiore alle donne.”

“Attraverso quello che noi sappiamo fare, ovvero selezionando opere e lavori di artiste con qualsiasi tipo di linguaggio artistico, dal cinema al teatro, fino all’arte contemporanea.
Fino a tutto quello che può essere significativo, per raccontare ciò che le donne hanno da dire. E che purtroppo – talvolta – non si permette loro di esprimere in maniera esaustiva.“

Patrizia Rappazzo

Anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, si è congratulato per la scelta della tematica del corpo come leitmotiv di questa edizione di Sguardi Altrove e per le autorevoli collaborazioni che “rappresentano la grande storia di una rassegna che ha saputo conquistare il pubblico e lo spazio all’interno di una comunità aperta.”

La “31ᵃ edizione di Sguardi Altrove Women’s International Film Festival

“In questi 31 anni il nostro Festival ha sempre portato avanti un progetto artistico ben definito che tratta di contenuti forti, andando oltre alle mode e a quello che può interessare alla stampa.”, così afferma Rappazzo, descrivendoci con attenzione il lavoro svolto dagli organizzatori in questi ultimi anni.

Ed introducendo i vari progetti che ruotano attorno al programma di questa edizione – ma, più in generale, anche di tutte le precedenti -, incentrata sulla necessità di sviluppare una riflessione critica attraverso il linguaggio del Cinema, dell’Arte contemporanea e tutti i linguaggi artistici in generale. Un grande progetto di formazione rivolto anche ai giovani, improntato sulla costruzione di un ragionamento razionale con cui leggere ed interpretare la società contemporanea che ci circonda. I temi di quest’anno sono tutti attualissimi, ma il filo conduttore è rappresentato da quello del “corpo”.

“Se n’è parlato tantissimo: il corpo violato in trasformazione, estetico, della guerra, mutilato e disagiato. Il corpo splendido e rivisitato. Il corpo del cinema e quello del teatro.”

Patrizia Rappazzo

Una tematica declinata in tantissime sfumature, come, ad esempio, il suo rapporto con l’intelligenza artificiale, che ha portato a diverse collaborazioni inedite (come quella con la Scuola Holden di Torino, con la quale è stato presentano il cortometraggio Cassandra di Demetra Birtone, realizzato mediante la sinergia tra intelligenze umane ed artificiali).
Ma anche quello del corpo e della guerra, che ha portato ad una Finestra sul Medioriente priva di qualsiasi connotazione politica, se non quella sociale incentrata sui diritti umani. Patrizia ricorda, a questo proposito, due titoli che ci riportano in due luoghi chiave: Palestina ed Israele.

In questa edizione verrà ricordata anche la nascita del cinema armeno, omaggiato con un focus sul Cinema Armeno delle Donne che vedrà la presenza della direttrice del Kin Women’s International Film Festival di Yerevan (il primo Festival di cinema armeno a regia femminile) Mariam Ohanyan, che sarà una dei giurati e a cui verrà dedicato un piccolo omaggio. La regista porterà con sé a Sguardi Altrove due suoi lavori.
Assisteremo anche ad un tributo a Justine Triet, con la proiezione di due dei suoi lungometraggi (Sibyl – labirinti di donna e Tutti gli uomini di Victoria) che hanno preceduto Anatomia di una caduta.

Questa 31esima edizione sarà inoltre dedicata a Sandra Milo, attraverso la proiezione del documentario Salvatrice Sandra Milo si racconta di Giorgia Wurth, nel corso della cerimonia di premiazione di sabato 23 marzo.

Le Sezioni principali del Festival

L’area riguardante il Cinema è suddivisa in diverse sezioni, di cui solo tre competitive: Nuovi Sguardi e Sguardi (S)confinati (riservate ai lungometraggi e ai cortometraggi internazionali realizzati da registe femminili), e #FrameItalia, una porta spalancata sul Cinema italiano contemporaneo.
Le opere provengono da tutto il mondo, senza distinzioni di genere, durata e formato. Le selezionatrici hanno dedicato un’attenzione particolare a quelle meno conosciute, rivolte ai diritti umani e civili e dall’attualità internazionale.

Nuovi Sguardi e Sguardi (S)confinati sono state presentate da Marina Visentin e Paola Casella, assieme ai titoli più interessati (e maggiormente consigliati), poiché in grado di fornire spunti di riflessione originali e per nulla scontati.

I due giudici hanno parlato del minuzioso lavoro di selezione dei lungometraggi del concorso, che si è concentrato sul ruolo delle donne e su quello del corpo nella vita di queste ultime.
“Corpo”: una parola declinata in svariati modi, anche in termine di “voce”. Quella della popolazione femminile, considerata – soprattutto in quei Paesi dove la libertà e l’autonomia faticano ad essere riconosciute – poco autorevole e credibile.

Seven winters in Teheran parla proprio di una ragazza che, a seguito di un tentativo di violenza, uccide il suo aggressore nel tentativo di difendersi. Condannata a morte, il documentario ricostruisce il processo, dove viene presentata come l’unica colpevole.

Meritano una menzione anche Europa, film albanese ambientato in un’area rurale che racconta di uno scontro fra donne, e Is there anybody out there?, un documentario inglese radicale che tratta, in prima persona, della storia di un corpo nato con una malattia rarissima e del suo tentativo di trovare qualcun altro, là fuori nel mondo, che gli somigli.
O Come le tartarughe, una storia di evoluzione decisamente più surreale.

La selezione si è concentrata – ovviamente – principalmente alle tematiche, ma anche sulla qualità delle pellicole stesse, ricercando sempre un gusto ed un linguaggio cinematografico interessante.
Tra queste si può annoverare Hommage, un film coreano con protagonista una regista cinquantenne che, dopo essersi resa conto di non poter vivere del proprio mestiere, si troverà a restaurare i film della prima regista coreana, rimanendo spiazzata da ciò che quest’ultima ha dovuto affrontare nella realizzazione delle sue opere (tagli, censura, prepotenze). E comprendendo così l’importanza e lo scopo del proprio lavoro.

In concorso è presente anche I used to be funny, opera canadese su una giovanissima artista estremante comica che, dopo aver subito un episodio di violenza, dovrà attraversare un lungo processo di consapevolezza e resilienza per capire che la propria voce non può essere zittita da nessuno. Men che meno dal nostro aggressore.

E ancora Lyd, documentario girato da un regista palestinese e da una regista ebrea newyorkese. Incentrato sulla città da cui prende il nome, questo estratto di vita racconta di come un tempo essa fungesse da crocevia per diverse civiltà e culture, e di come sia stata completamente spazzata dalla conquista israeliana del 1948.

“Sguardi (S)confinati”

Per quanto riguarda Sguardi (S)confinati, invece, la selezione è stata durissima: data la presenza di un elevatissimo numero di opere (500) provenienti da tutto il globo, è stata fatta una prima scrematura.

Anche queste raccontano, in modo appassionato e coinvolgete, il corpo femminile nel mondo: troviamo così tra i protagonisti del Festival Amina, pellicola in cui si parla di un corpo fanciullo che, a causa della mancata nascita di un figlio maschio, viene dapprima sostituto ad esso nei comportamenti, nelle abitudini e – addirittura – nel modo di vestire, rendendo la giovane, a tutti gli effetti, una Bacha Posh afghana. Per poi, con la comparsa del primo ciclo mestruale, assistere al suo allontanamento definitivo.

Ci sono, inoltre, numerosi film che parlano della maternità e del rapporto con il cambiamento, col proprio corpo e con il figlio appena nato. Come Flesh and Blood, My heart Backwards, Salt Sellers, The two lives of Sepideh e The Grove.

Una particolarità di quest’anno è sicuramente rappresentata dalla lunghezza delle opere in concorso, che rivelano la profonda esigenza delle registe di raccontarsi.

“Abbiamo ugualmente voluto selezionare queste opere perché il Cinema narra, è testimone. Un’Arte che permette di esprimere e di dare forma all’esigenza personale. Tutte queste donne continuano ad aver voglia di raccontare.“

Gli altri interventi

Si è lasciato poi spazio ad alcuni interventi, che hanno illustrato altri aspetti decisamente interessanti dell’edizione di quest’anno. Come quello di Alessandra Borghetti, Assessore alle pari opportunità del Comune di Rho, che premia il “Concorso internazionale Sguardi (S)confinati under 35”. La quale ha pronunciato un breve augurio, rivolgendosi a tutte le donne che vogliono intraprendere la carriera cinematografica come attrici o registe, all’interno di un ambito lavorativo dove la parità non è ancora garantita.

O quello di Mariagrazia Fanchi (con la quale è stata avvita un’importante collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore – ALMED di Milano), che si è focalizzata sul tema dell’inclusività.

Dal 21 di marzo, il pubblico potrà assistere alla proiezione di Amleto e mio fratello, dedicato proprio a questa tematica, incentrata sulla disabilità. Il Festival ospiterà il regista Francesco Giuffrè ed alcuni interlocutori, che accompagneranno gli studenti di laurea magistrale in un percorso per provare a capire come può essere raccontata in modo inclusivo e quali sensibilità e competenze devono essere sviluppate nella costruzione di queste narrazioni.

Si è poi parlato della Sezione Inclusivamente, per la quale sono stati realizzati una serie di workshop con l’università Cattolica, rivolti agli studenti di Almed.
Il primo di questi si svolgerà il 20 marzo e avrà come ospiti Valeria Golino e Viola Prestieri, che verranno omaggiate con il Premio le Forme del cinema. L’incontrò riguarderà i personaggi femminili nelle serie tv italiane.

È stato inoltre presentato il workshop Le donne sanno ridere: scrivere commedie al femminile. Laboratorio di scrittura di genere e pitching contest, incentrato sulla scrittura comica femminile. Un progetto ideato quattro anni fa, che ha però ottenuto finanziamenti solamente quest’anno, grazie ad Almed.
Il workshop si colloca in una realtà – quella del mondo del cinema comico – caratterizzata dall’estrema scarsità della presenza femminile.

“Abbiamo bisogno di più commedie con sguardi femminili.”

Domizia De Rosa

L’importanza di questa esperienza – caratterizzata da errori, correzioni, ma anche da un forte entusiasmo – risiede nel suo scopo ultimo: quello di aiutare (ed aiutarci) a cambiare il nostro sguardo sul mondo. Attraverso un nuovo modo di raccontare e lavorare insieme, poiché forse abbiamo introiettato modelli che non ci permettono di fare il salto definitivo, caratterizzati da una visione artistica prettamente maschile.
In vista di un unico scopo: quello di “andare ad ammazzare il patriarcato interiorizzato”.

Cinema delle ragazze e dei ragazzi

C’è poi un’intera sezione dedicata ai giovani di ogni età delle scuole milanesi, con due titoli e alcuni cortometraggi differenti per ogni giornata del Festival. Uno di questi in particolare riflette attentamente sui temi della disabilità e dell’inclusione; un altro (Devoti tutti) sulla violenza di genere, che, partendo dal dramma vissuto da Sant’Agata, ampliato a quello vissuto dalle donne di Catania, estendendolo ad un universo nazionale ed internazionale.

“Oltre il Cinema. Tasselli d’Arte”

Molto ricca è anche la sezione Oltre il Cinema. Tasselli d’Arte, un percorso parallelo riservato all’Arte contemporanea e alle differenti manifestazioni della creatività femminile.

Ricordiamo la mostra Private Woman di Carla Mura presso la Galleria Vik Milano, che ambisce a raccontare del privato delle donne, mostrando l’immagine scandalosa della pussy dell’artista, realizzata con un filo di cotone sulla tela. Una tecnica diventata il marchio di fabbrica di Carla, che impreziosisce l’opera curandone ogni dettaglio, con una minuziosità e una delicatezza che dovremmo riservare sempre al corpo della donna.

La selezione di dieci pattern delle pussy-vagine portano il pubblico a riflettere su tematiche come il corpo femminile, la violenza sessuale, le discriminazioni e la parità di genere.

Ma anche un calendario di presentazioni ed incontri letterari alla Cineteca Arlecchino, il monologo teatrale Lo Stupro di Franca Rame (interpretato da Gilberta Crispino, per la regia di Donatella Massimilla) e un omaggio ad Alda Merini con Alda, nella giornata mondiale della poesia.

E ancora, Parole al vento, una lettura di poesie dell’autrice a cura di Donatella Massimilla e Gilberta Crispino.
Nonché la presentazione dei libri Il metaverso. Spiegato a mia nonna che avrebbe compiuto 100 anni, dedicato all’intelligenza artificiale, e Clandestine, epopea delle donne dagli anni 70 ad oggi che spiega ai lettori cosa sia stato del femminismo, se esista ancora e se abbia senso la sua esistenza nel mondo di oggi.

Qui il programma completo del Festival!

a cura di
Maria Chiara Conforti

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Maria Chiara Conforti

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