10 film cafoni per divertirsi

10 film cafoni per divertirsi
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Diciamolo chiaramente: ogni tanto passare da un film di Moretti sull’introspezione politica a una Moretti ghiacciata ed esplosioni a caso non è una vergogna, ma una necessità umana.

In una notte di insonnia e cedrata Tassoni calda (sì, mi voglio male), il qui presente si stava godendo l’autocitazionismo e la tamarraggine steroidea de I Mercenari 2, capolavoro di raffinatezza pari a quella di un barile di ferro corroso dalla salsedine del Mar Morto. Ecco dunque l’idea: redigere una lista (non classifica, dunque) di 10 film cafoni a sufficienza per passare una serata in pieno relax tra cazzotti, frasi memorabili e rutto libero.

Cominciamo.

Commando (1985)

Rapire la figlia del presidente degli Stati Uniti? Sti cazzi. Rapire la figlia di Arnold? Sono cazzi. Questione di sfumature. Un solo uomo scorrazza in giro per l’America ad ammazzare uno per uno i deficienti che hanno avuto quella malsana idea. Arnold Schwarzenegger con un lanciarazzi sulla spalla e che spara così, col rinculo degno di una piuma. E una delle frasi più calzanti della storia del cinema: “Scusi, potrebbe non svegliare il mio amico? Sa, è stanco morto”.

John Wick (2011)

“Perché lo accosti a Commando?”. Se ci pensate, l’incipit base è il medesimo: una macchina da guerra fatta essere umano si ritira dai giochi e qualcuno ha la geniale idea di rompergli i coglioni. Da lì scatta la caccia all’uomo al contrario, perché quando il capo della mafia russa chiede scusa a John e quasi lo implora di chiudere un occhio, sai di essere di fronte a un capolavoro di raffinato e posato grezzume.

Keanu “il vampiro immarcescibile” Reeves inizia ad ammazzare frotte di nemici con la stessa facilità con cui Super Mario salta sui goomba. Perfetto bilanciamento tra cafonaggine e profondità, tra frasi d’effetto e uno script dei personaggi perfetto.

A Spasso Nel Tempo (1996) e A Spasso nel Tempo, l’avventura continua (1997)

Sì, Christian De Sica e Massimo Boldi all’apice della carriera, quando oltre alla rodata macchina sforna-cinepanettoni si destreggiavano con film dal dubbio gusto comico. C’è tutto: trash e colpi di genio (la fase Scozia: “Piacere, Computer Machintosh”, “Piacere, Cheesburger McDonald”).

Cobra (1986)

“Tu sei la malattia. Io sono la cura”. Un giustiziere che va in giro armato di fucile, pistola e Ray-Ban davanti agli occhi anche alle tre di notte. Solo questo vale il prezzo del biglietto, signori miei. Ah, il cinema steroideo americano anni ’80…

Tenacious D e il plettro del Destino (2006)

Anellare quelli che erano sketch a sé stanti per realizzare un film con una struttura demenziale eppure coerente non è da tutti. “Can’t you see? He’s the man, Let me hear you applaud, he is more than a man, he’s a shiny golden god.” Che poi, diciamocelo: l’epopea di Jack Black e di Kyle Gass è quella da sempre sognata da tanti adolescenti e post adolescenti che vorrebbero diventare delle rockstar. Poi ok, finisce quasi sempre a canne e schitarrate con applausi immaginati, ma è tutto dannatamente bello.

I Mercenari 2 (2012)

Il primo era un action b-movie che se ne fotteva di uscire fuori tempo massimo (gli anni ’80 e le mega esplosioni non hanno più appeal, a meno che tu non sia Michael Bay) e si prendeva leggermente sul serio. Ma proprio per questo, I Mercenari applicava inconsciamente la teoria del volo del calabrone: non sa di essere adatto, ma se ne fotte e continua a fare.

Successo e secondo capitolo decisamente spanne sopra l’originale, dove tutto è buttato talmente tanto brutalmente in caciara, da risultare meraviglioso (“knock knock” scritto sull’ariete carrozzato è pura poesia da Dolce Stil Novo): due ore di citazionismo, autoglorificazione ed esplosioni senza senso che è solo un enorme orgasmo di quasi due ore.

https://www.youtube.com/watch?v=USKLT9Hy7p8
Hot Shots 2 (1993)

Un film che può regalare più di una risata anche alle nuove generazioni, ma che può essere apprezzato appieno solo dagli over 35 a causa/per merito delle tante citazioni situazionali del periodo. Kevin Sheerly in quella forma non lo rivedrete mai più. Nemmeno usare una gallina come dardo da scoccare con un arco.

Machete (2010), Machete Kills (2013) e speriamo Machete in Space

Nato come finto trailer in Grindhouse, Machete è il sogno bagnato di chiunque voglia un’unica cosa in un film: grezzume a palate, a costo di sfociare con nonchalances nel nonsense (la scena dell’ospedale, o Machete che preme lo stesso tasto del cellulare e riesce a scrivere “Avete cercato di fottere il messicano sbagliato”).

XxX (2002)

Solo chi ha vissuto l’era doro di eMule capirà il disagio per cercare “per vie traverse” questo film… Fatto sta che Vin Diesel in stato di grazia, Asia Argento che non riesce a doppiarsi (in originale la sua prova attoriale è meno atroce) e una serie di esplosioni, pum pum, bang bang in giro per Praga è sempre divertente. Poi certo, la produzione ha incentrato il film nella capitale ceca solo perché costava di meno, altrimenti il film avrebbe funzionato ambientato anche a Los Angeles o a Cellino Attanasio (vi immaginate gli inseguimenti tra i campi sulle colline teramane mentre fanno esplodere trattori, mietitrebbia e Fiat Punto del 1995?)

Non ricordavo i Rammstein nel film. Mezzo punto in più per la tamarragine
Fast & Furious

D’accordo, lo ammetto: odio la saga di Fast & Furious. L’ho sempre considerato un Fuori in 60 secondi ambientato a Puerto Rico e con meno voglia di rivalsa sociale. Al momento, sono tutti aspetti positivi per le basi di un film tamarro fino al midollo (o alla canotta). Alla fine, fa il suo dovere, intrattiene, spegni il cervello e, sorseggiando una birra doppio malto aperta da due giorni, inizi a chiederti: “… Dove posso trovare un motore V8, delle sospensioni idrauliche e una strada sufficientemente liscia per driftare fino a domani mattina?”.

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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