“Extra-humans, stochastic face generation”
La Galleria 1/9 unosunove ospita Extra-humans, stochastic face generation la personale del pittore Sergio Lombardo, visibile fino al 23 settembre a Roma.
Esponente di spicco della scuola romana degli anni sessanta, Sergio Lombardo è psicologo e artista, ha dedicato parte del suo percorso alla ricerca della psicologia sperimentale dell’estetica. Lombardo è il fondatore dell’Eventualismo, una teoria che affonda nell’astinenza espressiva dell’artista che, rifiutando l’eccesso decorativo, aderisce al principio di minimalità.
La Stocastica
La pittura stocastica ideata da Lombardo, ancora oggi in evoluzione, permette attraverso algoritmi di creare stimoli atti a suscitare una reazione interattiva nello spettatore, invertendo le canoniche funzioni della scientificità e della fantasia.
“[…] all’abilità tecnica è stata sostituita l’esecuzione di un compito non qualitativamente rilevante; alla fantasia, l’uso logico di elementi dati; alla contemplazione, situazioni e problemi di scelta, all’oggetto azioni e comportamenti.”
La pittura stocastica non si accontenta di suscitare emozioni in chi la fruisce ma vuole portare a galla veri e propri sentimenti, in questo modo lo spettatore diventa parte attiva dell’esposizione permettendo all’artista di osservare quali sentimenti emergano dalle singole soggettività e restituendo una dinamicità in contrasto alla statica fruizione delle opere. In questa direzione le opere assurgono a dispositivi percettivi aperti.
Macchine creative
Secondo Lombardo l’artista contemporaneo, che oggi è al tempo stesso anche digitale, pone la propria ricerca in relazione alla richiesta di mercato che sembra essere l’esclusiva teoria valida dal punto di vista artistico ed estetico. Al contrario la ricerca artistica e l’utilizzo di algoritmi e programmi dovrebbero suscitare la creazione di opere in base ad un’autentica e innovativa teoria estetica.
In questo modo il valore estetico, che per moltissimo tempo è stato l’elemento discriminante fra un’opera d’arte e un oggetto qualsiasi, simbolo dell’identità culturale di intere civiltà, è oggi ritenuto senza valore se non inserito in una dimensione che capitalizza l’arte, senza la quale non viene ritenuta tale. L’identità culturale e dell’arte dell’intera civiltà occidentale si riduce così al suo valore commerciale, misurata dal mercato, che a sua volta è indirizzato dalla politica.
Extra-humans
La serie Extra-Humans, grazie all’utilizzo di algoritmi stocastici, rappresenta facce extra-realistiche che si muovono lontano dalla creatività, dall’estro e dall’intuito umano. La pratica che vuole proporre è, invece, tentare di evocare la conflittualità di interpretazione e opinioni divergenti fra loro, facendo coesistere pensieri e idee discordanti durante la fruizione della stessa opera.
Fanno parte della mostra una serie di 25 Unpredictable Faces e una inedita di 15 Extra-Humans le quali sono parte di due esperimenti ancora in corso: Relations e Nonsense Faces ai quali i visitatori
della mostra saranno invitati a partecipare, diventando estensione e parte attiva dell’opera.
Extra-humans si pone in antitesi con la narrazione capitalista dell’arte occidentale e vuole invece, attraverso l’uso di elementi propri di quest’ultima dimensione, riscrivere le regole del gioco creando un cortocircuito in cui siamo inevitabilmente portati a farci domande.
a cura di
Letizia Servello
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