Metti una sera a San Siro… con le stampelle

Metti una sera a San Siro… con le stampelle
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Quante volte ci è capitato di farci male magari praticando sport, magari facendo qualcosa di non consono; spesso questo inficia in maniera minima sulla nostra vita, qualche rottura di scatole per un gesso o le stampelle che portano a far fatica a camminare. Ma cosa succede se con le stampelle devi andare allo stadio? questo è il racconto di una serata di Champions a San Siro per guardare il Milan

Da buono sportivo mancato adesso mi ritrovo a giocare tutti i lunedì a calcetto con gli amici di lunga data. Il 5 settembre 2022, all’inizio della stagione, ci ritroviamo come sempre al campo, stava per finire l’ora, l’azione non era nemmeno troppo concitata, scarto a sinistra e crociato rotto.

Tutto da solo, come il peggiore dei pirla, così ho iniziato 8 mesi di passione culminati col ritorno in campo un mese fa; inizialmente le stampelle erano “pesanti” e mi son perso parecchie partite a San Siro, solo in tv, al massimo al pub per non guardarla sempre in casa.

Arrivati a fine ottobre e con la consapevolezza di riuscire finalmente a fare dei passi senza fatica si dedide di andare a San Siro, dopo tanto tempo, per vedere l’ultima partita dei gironi di Champions, un Milan-Salisburgo che avrebbe decretato il passaggio del turno dei rossoneri o l’ennesima eliminazione amara dopo quella subita 12 mesi prima.

Tornelli fatali

17 ottobre 2022 ore 12, sul sito del Milan aprono le vendite dei biglietti, mi fiondo immediatamente dentro il sito nella sezione biglietteria, il messaggio è lapidario: “resta in attesa. al momento ci sono molti fan in fase di acquisto. Potrai accedere al servizio tra 50 minuti“, l’attesa è snervante, la possibilità del sold-out prima del mio turno è alta, ma ce la faccio riesco ad accedere al portale dei biglietti, due biglietti in tribuna: secondo anello arancione proprio al centro del campo, uno dei posti migliori per chi non vuole andare in curva.

Solo 15 giorni più tardi c’è la partita, è il 2 novembre arriviamo come sempre con un margine che ci servirà sia per la mia lentezza a causa del mezzo di locomozione alternativo, sia per mangiare il classico panino unto da stadio (per chi se lo chiedesse si, un bel panino con salamella, krauti e salse).

Espletate le funzioni pre-partita con cibo e birra ci appropinquimo all’ingresso indicato sul biglietto, la coda è lunga, lunghissima (lo stadio è tutto esaurito quindi la gente per non perdersi l’urlo “The champions” si accalca verso i tornelli), dopo una breve attesa arriviamo al primo controllo e qui l’amara sorpresa:

Con le stampelle non puoi andare al secondo anello, solo nella zona preposta ai disabili, vai a chiedere all’ingresso indicato dai cartelloni

Altro giro, altro ingresso

Dopo questa comunicazione ci incamminiamo verso l’altro ingresso dove vediamo altre persone nella mia stessa condizione e come direbbe Mugatu in Zoolander: “il crociato rotto va un casino quest’anno“, attendiamo di poter parlare con lo steward per capire il da farsi, arrivato il nostro turno altra doccia fredda:

Tu con le stampelle avrai un posto in zona disabili, il tuo accompagnatore dovrà andare a sedersi nel posto che avete acquistato, non potrà stare al tuo fianco. Sei fortunato perchè se fosse stata una partita dell’Inter non saresti nemmeno entrato. Se aveste letto le postille sul sito del Milan vi sareste potuti sedere vicini.

Il clima è inizialmente teso, sia io che gli altri compagni di crociato rotto non vogliamo separarci dai nostri compari, perché godersi la partita da soli non è mai bello, ma le regole sono quelle e vanno rispettate, il codice di condotta parla chiaro.

Dopo attimi di ragionamento e valutazione dediciamo che non ci saremmo persi per nulla al mondo questa partita cruciale e decidiamo di dividerci, do il mio biglietto per il cambio in un posto disabili, saluto chi fino a quel momento è stato al mio fianco e ci ripromettiamo di rimanere in costante contatto via telefono e messaggio.

Con molta calma raggiungo il cancello che mi farà entrare sotto la Curva Sud già addobbata a festa che inneggia cori nei confronti dei calciatori che stanno finendo il loro riscaldamento, già il normale ingresso allo stadio è un’emozione indescrivibile, ma camminare sotto la curva da una sensazione unica, quasi magica.

Un’esperienza da prima fila

Dopo una camminata di fianco alla porta arrivo finalmente al mio posto, a differenza di quanto accade normalmente questi posti non sono assegnati quindi ci si può sedere dove si vuole, ma comunque nello spazio a noi dedicato, per la prima volta mi trovo allo stadio in prima fila, davanti a me i commentatori di Prime, con un po’ di emozione incrocio lo sguardo con due capisaldi del Milan: Seedorf e Nesta accompagnati da un altro mostro sacro come Zola.

La visuale sfortunatamente non è delle migliori, essendo praticamente allo stesso livello della porta tutto quello che succede oltre la metà campo ha un field-of-view molto limitato, ma in quel momento non ci penso, penso solo che mi godrò una partita vibrante, che saprà dare di sicuro emozioni, positive o negative che siano.

Le luci si spengono, inizia un gioco di fari da far invidia ad una discoteca, la voce del Milanese Imbruttito invade lo stadio con la presentazione della squadra che ormai è il marchio distintivo di San Siro Benvenuti nella casa del Miiiiiiiiiiiiiiilan“, ecco il primo boato poi il silenzio inizia l’inno della Champions e 75mila persone all’unisono urlano le due parole che tutti stavano aspettando, lo stadio vibra, chi è al terzo anello avverte una vibrazione come fosse un terremoto.

116 decibel di pura potenza

Il fonometro segna 116 decibel per l’urlo della Champions da parte dei tifosi del Milan, un record, questo è il segno di un popolo che ci crede, anche la squadra ci crede perchè pronti via Theo Hernandez colpisce un palo, al 13esimo minuto il primo gol, Giroud su colpo di testa buca la porta del Salisburgo, il gol è lontano da me, ma il boato della curva mi fa quasi saltare dal seggiolino, il resto del tempo scorre veloce, molte azioni ma nessun altro gol a parte uno annullato per fuorigioco.

Inizia il secondo tempo, il Milan attacca davanti a me, nemmeno il tempo di respirare e già Krunic fa gol, 2 a 0 e la qualificazione inizia ad essere un dolce pensiero, il Milan pressa, attacca e Giroud fa di nuovo gol, lo stadio finalmente può gioire per una qualificazione agli ottavi che manca da troppo, la partita finisce 4 a 0, la squadra si radura per esultare sotto la curva e posso vedere i giocatori lì vicino a me.

Dopo 90 minuti di boati lo stadio si svuota, il rumore sparisce e le luci si spengono, tutti noi usciamo dallo stesso passaggio dell’ingresso, ripassiamo sotto una curva ancora troppo in estasi per salutare San Siro, mi ricongiungo col mio accompagnatore e ci incamminiamo verso un ingresso della metro troppo pieno che ci porterà alla macchina parcheggiata a Molino Dorino per poi tornare a casa.

L’esperienza dello stadio in stampelle è stato per certi versi uno shock, le regole non sono ben chiare e cambiano in base allo sport e alla squadra, io posso consigliare di non andare a scatola chiusa per non avere spiacevoli sorprese, ma di informarsi tramite il sito della squadra o telefonando al numero informativo e di godersi la partita.

a cura di
Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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