“23”: uno straordinario viaggio nell’intimità musicale degli HYUKOH

“23”: uno straordinario viaggio nell’intimità musicale degli HYUKOH
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23 è il primo album completo del gruppo indie-rock sudcoreano HYUKOH, pubblicato nel 2017 sotto l’etichetta musicale VIDB1.

Il gruppo si è formato nel 2014 ed è composto dal cantante e frontman Oh Hyuk, dal chitarrista Lim Hyun-jae, dal bassista Im Dong-geon e dal batterista Lee In-woo. Questo loro primo album rappresenta a mio parere una gemma rara nel panorama musicale indie coreano e oltre.

Immagine della band
Crediti della foto a Seoulbeats

L’album

All’interno dell’album sono presenti 12 brani, scritti per la maggior parte dalla penna del cantate Oh Hyuk, anticipati dal singolo Tomboy. Il disco ha ottenuto un ottimo riscontro da parte della critica musicale,  premiandoli in diverse occassioni, e dal pubblico, piazzandosi sesta nella Billboard’s World Album Chart.

Il titolo dell’album ovviamente non è casuale. Così come altri loro precedenti lavori, il numero scelto è dovuto all’età che i membri avevano durante la produzione del progetto. Attraverso questa strategia, l’ascoltatore si trova immerso ancora di più nel mondo intimo e artistico della band. Infatti, l’album simboleggia una sorta di diario aperto in cui è possibile assaporare anche una parte del loro percorso personale.

L’utilizzo sapiente e ragionato delle chitarre e del basso, con dei riff a mio parere impattanti e riconoscibili, ha reso ogni canzone presente nell’album unica.

La title track

Tra i brani più memorabili sicuramente necessita una menzione la title track Tomboy, una ballad indie-rock che ha saputo ben anticipare questo loro primo grande progetto artistico. In questa canzone veniamo catapultati, anche attraverso l’ottimo video musicale, in un percorso introspettivo nelle fiamme della gioventù vissuta dagli artisti. 

Le canzoni

Wanli è il secondo brano dell’album che ha ricevuto un video musicale ad hoc e rappresenta la capacità degli HYUKOH di convogliare le proprie emozioni in solo poche parole.

La canzone si apre con un’esecuzione strumentale sequenziale: parte la chitarra; dopodiché arriva il basso; segue la batteria con la seconda chitarra che da la melodia alla canzone. Alla fine arriva la voce straordinaria di Oh Hyuk che culmina nel ritornello in una performance vocale gutturale che rimanda alle canzoni tradizionali mongole.

A mio parere questa canzone crea una contrapposizione perfetta con il singolo di apertura Tomboy. La potenza e unicità della canzone non si trova tanto nella voce – seppure magistrale grazie all’uso dei propri strumenti vocali – e nel testo ma avviene attraverso la musicalità strumentale e sinergica degli HYUKOH. 

Attraverso la voce singolare, profonda e graffiante di Oh Hyuk ogni canzone assume un’aura unica all’interno del disco. Tutta la potenza della sua vocalità la si può sentire nell’ottavo brano Die alone, il brano che personalmente ho più amato di questo loro progetto. In particolare, troviamo nel ritornello un profondo grido di solitudine e dolore universale e viscerale, il quale però viene seguito da un ultimo e soave sussulto di rinascita. 

Un altro brano in cui è possibile assistere pienamente alla grandiosa voce del cantante è la struggente ed eterea ballata accompagnata dal pianoforte Paul. Oh Hyuk possiede un timbro vocale a mio parere unico ed è proprio in canzoni come questa che troviamo la sua massima espressività ed estensione. L’uso del riverbero e di un lieve eco riescono a trasmettere a potentemente le emozioni di un amore che ormai rimane solo nell’ombra del ricordo.

Spostandoci su altre tonalità, troviamo anche dei pezzi musicalmente più movimentati che presentano degli assoli di chitarra come nei brani Burning Youth, Tokyo Inn e nella canzone Jesus lived in a motel room, pienamente in linea con le sonorità rock classiche. Possiamo però rintracciare, soprattutto in 2002WorldCup – titolo che rimanda al mondiale di calcio svolta tra Giappone e Corea del Sud – un cambiamento anche nei temi. In questa canzone, infatti,  troviamo un grande inno di gioia e d’amore.

A concludere l’album, troviamo il pezzo forse che ha un riferimento musicale più esplicito al rock americano degli ultimi decenni dello scorso secolo. L’associazione a Surfin Usa dei Beach Boys è infatti ripresa anche dal nome di questa ultima e spensierata canzone: Surf Boy.

Conclusione

Gli HYUKOH sono un gruppo che ha saputo intrigare i propri ascoltatori anche oltreoceano, riuscendo così a travalicare anche i confini linguistici.

La loro ecletticità, la penna e la voce di Oh Hyuk e le loro produzioni musicali riescono a fare da ponte tra i generi, contaminando le proprie canzoni sia da sonorità più classiche che elementi musicali più ricercati e alternativi. In conclusione, “23” è un album straordinario tutto da scoprire, nonché un perfetto punto di partenza per immergersi nell’intimità musicale degli HYUKOH.

Tracklist

1.Burning youth

2.Tokyo Inn

3.가죽자켓 (Leather Jacket)

4.TOMBOY

5.2002WorldCup

6.Jesus lived in a motel room

7.Wanli万里 (Wanli)

8.Die alone

9.지정석 (Reserved seat)

10.Simon

11.Paul 

12.Surf boy


a cura di
Skipper Fonzy Amgao

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