Cinque nuance di Babbo Natale
L’immagine di Babbo Natale è stata fonte di ispirazione per numerosi artisti del novecento, che si sono sbizzarriti, ognuno alla sua maniera, impreziosendo la figura iconica del Natale di significati anche molto profondi
Si narra che il poeta C. C. Moore, mentre viaggiava su una slitta la vigilia di Natale del 1822, compose per i suoi figli una poesia in cui, ispirandosi al suo simpatico e cicciottello guidatore, descrive Santa Claus come una sorta di elfo allegro e paffuto, con il naso a ciliegia e una lunga barba bianca.
Da quella prima raffigurazione, l’immagine di Babbo Natale ha subito numerose trasformazioni, fino alla geniale intuizione avuta dall’illustratore Haddon Sundbom, che rappresenta per la prima volta Babbo Natale sotto una veste più realistica, eliminando l’aspetto elfico che lo aveva caratterizzato precedentemente.
Addirittura, sembra che per la realizzazione di questo nuova immagine di Santa Claus, come un uomo paffuto, barbuto, vestito di rosso e bianco con indosso un cinturone, l’artista si sia ispirato ad un venditore in pensione suo vicino di casa.
Salvador Dalì e il suo Babbo Natale
Da quelle prime raffigurazioni, l’immagine di Babbo Natale è stata rappresentata nei modi più disparati.
Uno dei tanti artisti che ci ha lasciato in eredità la sua arte dedicata a Santa Claus è Salvador Dalì.
Tra il 1958 e il 1976 progettò 19 bigliettini di Natale per una casa farmaceutica di Barcellona. In uno di questi appare un Babbo Natale gigante che esce dalla neve con il corpo composto da due cassetti. L’artista firma il disegno con un suo segno inconfondibile, l’orologio molle, forse con il tentativo di comunicare quanto il tempo e la percezione di esso cambi a seconda dell’umore e delle azioni di ognuno di noi.
Pablo Picasso un eterno bambino.
“Tutti i bambini sono artisti. La questione è riuscire a rimanere artisti quando si cresce” diceva Picasso e questa potrebbe essere la chiave di lettura di tante sue opere.
In questa raccolta di artisti che hanno raffigurato Babbo Natale non poteva mancare di certo Picasso. Con la sua arte ha sempre cercato di andare all’essenza della forma, scavando dentro di sé per ritrovare, al di là di qualunque artificio, nella sua mente di bambino un’immagine elementare.
In questo disegno a matita colorata è possibile vedere la semplicità ed allo stesso tempo la grande potenza comunicativa della sua arte. Lo stesso Picasso in occasione di una mostra di disegni infantili commentò:
“Quando avevo la loro età sapevo disegnare come Raffaello, ma mi è accorsa tutta una vita per imparare a disegnare come loro.”
Un Babbo Natale Pop
Andando più avanti con gli anni e fermandoci al 1981, troviamo un altro Babbo Natale, questa volta a realizzarlo è Andy Warhol. Uno degli artisti più influenti della pop art che nel corso della sua produzione ha elevato il consumismo a simbolo dei tempi moderni, presentando nelle sue opere, prodotti di largo consumo e personaggi famosi. L’artista della Campbell’s Soup e di Marylin Monroe amava profondamente il Natale e credeva in quello americano come a una sorta di mito collettivo. Il Santa Claus di Warhol, esposto per la prima volta al Ronald Feldman Fine Arts Gallery, è impreziosito con polvere di diamante, che rende tutto più luminoso, quasi a voler enfatizzare l’intermittenza di luci che caratterizza in maniera ancora più evidente, le vie americane in quel periodo di festa.
Babbo Natale crocifisso
Restiamo ancora in America con un altro protagonista indiscusso della scena dell’arte. Un pittore, un writer e un genio contemporaneo che inventa e trasmette un nuovo linguaggio urbano, costituito da sagome quasi infantili o primitive, caratterizzate da un contino segno nero che si rifà, palesemente, al fumetto. Un’arte che risulta immediatamente riconoscibile a tutti e che si è fatta portatrice di numerosi temi sociali e politici. Keith Haring con le sue opere voleva che lo spettatore avesse un ruolo attivo nell’elaborazione dell’opera, sviluppando la propria interpretazione.
Il Babbo Natale di Haring rispecchia in pieno il suo modo di pensare l’opera d’arte. In Marry x-mas del 1982 l’artista mistiona due simboli universali, la croce e Babbo Natale. Molto probabilmente con questo accostamento così provocatorio, tra sacro e profano, l’artista statunitense vuole mostrarci come il consumismo stia prendendo il sopravvento sul messaggio cristiano del Natale, portando il pubblico ad una profonda riflessione.
Banksy e la slitta di Babbo Natale
Arriviamo finalmente ai giorni nostri e più precisamente al 2019. Con uno dei maggiori esponenti della street art che con le sue opere, eccentriche ed incisive, da modo allo spettatore di riflettere sul sistema e la società in cui viviamo.
L’alone di mistero che, per scelta e per necessità, si auto alimenta quando si parla della figura di Banksy lo fa diventare un vero e proprio mito dei nostri tempi. La sua protesta visiva coinvolge un vastissimo ed eterogeneo pubblico e ne fa uno degli artisti più amati dalle giovani generazioni.
Il Babbo Natale dello street artist britannico è atipico, non indossa il classico vestito rosso e bianco, ma un cappotto verde, che gli copre anche la testa e un pantalone scuro.
Il protagonista della sua opera è Ryan, un senzatetto che ha fatto di una panchina per strada la sua casa, trasformato dalla fantasia di Bansky in Babbo Natale.
Ryan il Babbo Natale senzatetto
Nel video di Instagram, postato dallo stesso Bansky, si vede Ryan nell’atto di stendersi sulla panchina con la scena che piano piano si allarga, mostrando il muro su cui l’artista ha realizzato due renne.
In continuità con il murale, la panchina si trasforma in una slitta e Ryan in Babbo Natale.
Con quest’opera lo street artist vuole invitare i propri follower ad azioni e gesti di solidarietà e approfittare del clima delle festività natalizie per affrontare l’urgenza dei senzatetto.
Scrivendo queste righe e pensando al Natale, mi è venuto in mente quanto Dickens abbia ragione quando dice che “i ricordi, come candele, bruciano di più nel periodo natalizio”. Festeggiare e vivere il Natale può diventare, anche grazie all’arte, un momento di profonda riflessione. Potremmo renderci conto di quanto sia importante nella vita fare un regalo, ma non di quelli futili, ma quelli che restano, quelli con cui potremo parlare anche quando resteremo soli.
a cura di
Cesario Cesaro
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