Raoul Dufy, il Pittore della Gioia

Raoul Dufy, il Pittore della Gioia
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Palazzo Cipolla a Roma ospita, dal 14 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023, la mostra dedicata a Raoul Dufy: pittore e disegnatore francese, famoso per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce; questo gli è valso il riconoscimento di Pittore della gioia

Raoul Dufy nasce a Le Havre, in Francia, alla fine degli anni settanta dell’Ottocento, la passione per la musica trasmessa dal padre lo accompagnerà in molte delle sue opere.
Frequenta l’accademia delle Belle Arti e trasferitosi a Parigi, l’ambiente artistico stimolante della città lo avvicina all’impressionismo attraverso artisti come Monet e Pissarro. Lo scandalo dei fauves gli aprirà le porte verso una pittura moderna e di “tendenza” confinante con quella di Matisse, Braque e Cézanne.

Natura morta con violino, Omaggio a Bach – Raoul Dufy

La mostra si snoda in tredici sezioni tematiche che raccontano il percorso artistico del pittore attraverso opere che abbracciano tecniche differenti nei diversi decenni del Novecento.
Un percorso che trova il suo leitmotiv nell’irruenza cromatica che restituisce stati d’animo ed emozioni.

Gli esordi e lo scandalo dei fauves

Nelle opere della sua prima produzione artistica sono assenti alcune di quelle che saranno le sue cifre stilistiche, la prevalenza del colore e la tendenza al decorativo. Riproduce panorami della costa atlantica con spiagge e imbarcaderi dove la luce più pacata, insieme al bilanciamento fra elementi urbani e naturali guardano all’impressionismo.

Nel 1903 espone per la prima volta al Salon des Indépendants dove esibirà fino al 1936.

Sainte Adresse beach – Raoul Dufy

Grazie ai fauves Dufy inizia a pensare all’indipendenza del disegno dal colore e si allontana dal dato reale per arricchirsi di movimenti e toni sgargianti, con tocchi rapidi e astratti.


Tra il 1907 e il 1908 inizia a studiare Cézanne, la vicinanza al maestro si evince nell’abbandono della prospettiva. I soggetti, adesso, si muovono in una dimensione diversa dal paesaggio e il colore muta in una forma irreale con un cromatismo brillante.

La xilografia e l’incontro con i tessuti

Nel 1911 viene pubblicato Il Bestiarie ou courtege d’Orpée di Apollinaire, ispirato ai bestiari medievali, opere letterarie illustrate in cui gli animali vengono catalogati e descritti.
L’autore inizialmente aveva affidato le illustrazioni a Picasso, ma dopo il suo rifiuto, viene ingaggiato Dufy che aveva iniziato a cimentarsi con la xilografia.

Pavone Reale di Raoul Dufy, tratto dal Bestiario o Corteggio di Orfeo di Apollinaire

Nelle illustrazioni i tratti sono decisi e oltremodo decorativi, la sua ispirazione trova origine nel repertorio visivo delle miniature e nei libri per bambini.

Per Apollinaire il libro fu un disastro, Dufy invece venne notato dallo stilista Paul Poiret, con il quale creò un laboratorio artigianale di stampa su tessuti.
L’artista ebbe così la possibilità di imprimere le proprie idee sulla stoffa.
Questa collaborazione lo porterà a lavorare con un’altra maison riadattando il lavoro artigianale alla grande produzione.

Racconterà poi :

“Grazie a Poiret e Bianchini-Férier, ho potuto porre in relazione arte e decorazione e soprattutto mostrare che la decorazione e la pittura si dissetano alla stessa fonte”

I tratti decorativi in pittura

L’esperienza illustrativa indagata soprattutto negli ambienti della maison influenzerà anche le opere successive, come La vie en rose realizzato nel 1931.

La Vie en Rose – Raoul Dufy

Le pareti infatti richiamano un motivo a fiori intrecciati che lo stesso Dufy aveva sviluppato per la seteria Bianchini-Férier, lo stesso si ripete nel motivo della decorazione a traliccio che si trova sullo sfondo.

Con quest’opera l’artista omaggia una delle sue maggiori fonti di ispirazione, la rosa.
Ma è il colore rosa il vero protagonista dell’opera, il quale elargisce al dipinto un’atmosfera monocroma di grande impatto, evidenziato dalla discrepanza tra disegno e colore, una delle cifre stilistiche del pittore.

Studi sul colore
Paesaggio siciliano, Taormina – Raoul Dufy

Dieci anni prima fece un viaggio in Italia dove concretizzò le ricerche e lo studio del colore-luce, specialmente durante il soggiorno in Sicilia, i cui luoghi diventano l’archetipo del paesaggio mitologico.
A contatto con la luce mediterranea semplifica la gamma cromatica a cui sovrappone in maniera assillante la decorazione, prediligendo una prospettiva dall’alto.

La Fata Elettricità

Tra i dipinti più grandi al mondo c’è La Fée Electricité realizzata nel 1937, commissionatagli per il Padiglione francese dell’Esposizione Universale dello stesso anno a Parigi.

L’artista si è avvalso dell’aiuto di molti colleghi e collaboratori tra cui Jacques Maroger, il quale inventò una pittura ad olio molto leggera che ha un effetto finale simile all’acquarello che venne utilizzata per l’opera.
Vennero fatti molti studi e sopralluoghi in posti che avevano come protagonista l’elettricità e di tutti quei personaggi illustri che ne erano legati.

Dettaglio della Fata Elettricità – Raoul Dufy, a Palazzo Cipolla in scala 1:10

Il risultato per l’esposizione fu una composizione murale formata da 250 pannelli di seicento metri quadrati, dove i bozzetti disegnati su carta da lucido venivano fotografati e poi proiettati sui supporti.
L’elettricità non solo come tema principale dell’opera ma anche come parte del processo produttivo.

Se volete passare un pomeriggio alternativo, immergetevi nei colori e nella luce delle sale di Palazzo Cipolla, che ospitano un artista che è riuscito a rendere l’arte impegnata e al tempo stesso leggera.

a cura di
Letizia Servello

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Letizia Servello

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