MCU – Musica Che è Uscita – Ottobre 2022

MCU – Musica Che è Uscita – Ottobre 2022
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MCU – Musica Che è Uscita. Sì, ribadiamo come sia un nome orribile per una rubrica di recap di uscite musicali dell’ultimo mese, ma tant’è. Dieci consigli musicali per affrontare con maggiore astio le previsioni meteo che non ne azzeccano una nemmeno a pagare

In questo ottobre appena passato è apparsa un bel po’ di nuova musica. Lo scopo di MCU – Musica Che è Uscita, è proprio quello di farvi tornare alla mente dischi che, per un motivo o per l’altro, avete glissato. Vediamo un po’ se dobbiamo urlare per la gioia o per l’orrore.

KODALINE – “OUR ROOTS RUN DEEP (LIVE)”

Il sottoscritto non li ha mai amati particolarmente, ma è innegabile che i Kodaline in questo caso abbiano confezionato un più che rispettabile disco live. Poco editato (apparentemente), l’unica nota davvero stonata è quel fade out alla fine di ogni traccia, stroncando qualsiasi senso di continuità e di illusione di essere parte a un vero concerto. Peccato, perché la scaletta non è malvagia (per chi apprezza).
Voto: 6,5, i ragazzi si perdono nei piccoli dettagli

BONNY LIGHT HORSEMAN – “ROLLING GOLDEN HOLY”

Proseguiamo con la sorta di country-folk fatto da chitarrine, voci suadenti e campi di grano dell’America del centro-sud. Nulla di nuovo sotto il sole della California più remota, ma nemmeno nulla di così osceno. Tanto mestiere e tanto benessere per chi è ultra appassionato del genere. Il resto della popolazione mondiale può ascoltare “Rolling Golden Holy” mentre sta viaggiando sulla A14 tratto Pescara-Termoli con finestrini aperti e velocità di crociera di 79km/h.
Voto: 6, calma piatta

ALTER BRIDGE – “PAWNS & KINGS”
musica che è uscita - alter bridge

Mi attirerò le ire di molti, ma i coretti di “This Is War” mi hanno ricordato alla lontana “Sottosegretari alla Presidenza della Repubblica del True Metal” dei Nanowar of Steel e Gli Atroci. Il brano poi è di tutt’altra pasta, ma mi ha fatto molto ridere. Ora attirerò le ire del resto dei fani, ma gli Alter Bridge tengono ancora botta principalmente grazie a Myles Kennedy, il quale riesce a buttare giù il giusto senso melodico nella maggior parte delle cavalcate. Fortunatamente sono lontani i tempi di “Fortress”, osannato da molti e odiato da tanti altri nel 2013. Ultima nota: interessante e non scontato piazzare la title track come conclusione del disco (tra l’altro, bel brano).
Voto: 7,5, sia lodato San Kennedy (sempre sia lodato)

A-HA – “TRUE NORTH”

Sì, proprio loro. Proprio quelli di “Take On Me”, quel brano con i disegnini stile fumetto che si anima. Beh, la loro carriera è andata avanti anche dopo gli anni ’80 e incredibilmente li ritroviamo ancora oggi, sul finire del 2022, a piazzare nell’indifferenza generale un più che dignitoso ed elegante disco pop. Ruberò da colleghi il termine “pop da camera” inteso come musica raffinata perfetta per piccoli teatri bomboniera come perfetta sede live. Se il compleanno di un vostro attempato parente è imminente, questo disco sarà di certo un gradito regalo.
Voto: 7, cartoline dal passato

BENJAMIN CLEMENTINE – “AND I HAVE BEEN”
musica che è uscita - benjamin clementine

Il bello di MCU è che nel recuperare dischi si scoprono delle belle novità, personalmente parlando, perché il ragazzo, che ha un anno in meno del sottoscritto, è in realtà attivo già dal 2013. Questo “And I Have Been” è un saggio di eleganza minimale, con quel canto a tratti sgraziato al limite della stonatura ma che riesce sempre a rimanere nei ranghi di linee vocali e arrangiamenti azzeccati. Fatevi un regalo, a prescindere dal vostro genere di musica prediletto.
Voto: 8, l’entusiasmo della scoperta

INDIGO SPARKE – “HYSTERIA”

Speravate di esservi lasciati alle spalle tutto quell’indie-pop dei primi anni ’10 del III millennio, vero? Invece, eccolo qui, in tutta la sua semplicità e oppressiva decadenza. Tuttavia, metto da parte la repulsione per il genere e parlerò scriverò chiaro: la voce di Indigo Sparke è eccezionale, così come il gusto stilistico è indubbio. L’unico guaio è che ci sono altri artisti di altrettanta bravura.
Voto: 6+, non ti odio (il che è una conquista)

PALAYE ROYALE – “FEVER DREAM”
palaye royale musica che è uscita

Inizialmente ho esclamato “Qual gonadi, quanta fiacchezza”. Poi, andando avanti nell’ascolto, si percepisce un climax ascendente davvero ben studiato. Ruffiano fino al midollo, ma subdolamente orchestrato. Fatto sta che in questo “Fever Dream” si respira un po’ di aria di anni ’10 del XXI secolo, di Bacardi Breezer stappati in spiaggia e quell’attitudine da rock domato che potrebbe non dispiacere taluni. Ruffiani al limite dello stucchevole, in certi frangenti forzatamente aggressivi, a tratti un po’ Tim Burton, un po’ Backstreet Boys (No Love In LA).
Voto: 5,5, ridatemi la gioventù

DEVIN TOWNSEND – “LIGHTWORK”

Costui è difficile che sbagli qualcosa. Difatti, neppure questa volta sbaglia. Anzi, continua a sorprendere, perché continua imperterrito a sfogare la sua curiosità e attrazione per elementi completamente al di fuori del metal e riesce a plasmarli a proprio piacimento. Un disco particolare, che forse destabilizzerà un po’ i fan di vecchia data dell’eclettico artista.
Voto: 8-, maestria manieristica

SLOAN – “STEADY”

Il Canada è una grande nazione con tre caratteristiche fondamentali: Avril Lavigne, i Nickelback e una serie di trend in ritardo di una decade (chi ha visto “How Met Your Mother” capirà). Gli Sloan fanno parte della sottocategoria “trend in ritardo di una decade e sempre vicini a esplodere”, perché dal 1991 propongono un rock molto vicino alle vocazioni british, ma tra una sfiga e l’altra non hanno mai fatto il cosiddetto “botto”. “Steady” conferma ancora una volta, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la band di Halifax (quella canadese) propone dei buona musica, non eccezionale ma quantomeno godibile. Nulla che rimarrà negli annali della storia, ma sempre meglio dell’ennesimo tormentone.
Voto: 6, non ricordo cosa ho ascoltato, ma ho una sensazione piacevole

LINDSEY STIRLING – SNOW WALTZ

“Chtistmas is coming, son of a bitch”. Avrei intitolato così questo album a tema natalizio della violinista (ma anche ballerina) statunitense. Alla ribalta grazie ad America’s Got Talent del 2010, eccoci qui con l’obolo da pagare: un disco con composizioni e rivisitazioni di temi natalizi che lasciano il tempo che trovano: la preparazione del pranzo di Natale, la pennichella successiva e lo scarto dei regali.
Voto: 5, al Grinch non piace questo elemento

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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