George Ezra: il nuovo album “Gold Rush Kid”
Super colorati e lucenti, i singoli di George Ezra sono diventati inni estivi non ufficiali da quando il 29enne dalla voce profonda è emerso per la prima volta con “Budapest” nel 2013. E anche s in questo terzo album non c’è niente che possa battere “Shotgun” in cima alle classifiche nel 2018, “Gold Rush Kid” ci si avvicina moltissimo
I suoi primi due album, “Wanted On Voyage” e “Staying At Tamara’s” del 2014, trasmettevano giocosità attraverso canzoni pop che mostravano in tutto e per tutto chi è George Ezra. Ma la storia dell’artista è molto più complessa di ciò che racconta nei suoi testi. Nel 2020 il cantante e chitarrista ha parlato delle sue lotte contro il disturbo ossessivo compulsivo e l’ansia, entrambi culminati nella sua esperienza ai BRITs 2019.
Dopo aver vinto il premio come artista solista maschile britannico, ha confessato di essere caduto “a pezzi” a causa delle pressioni per mantenere le aspettative dei fan. È stata un’ammissione coraggiosa e potente da parte di un artista la cui carriera, in quel momento, stava salendo a una velocità incredibile.
L’esuberante “Gold Rush Kid”, uscito lo scorso 10 giugno, vede Ezra meravigliarsi del fatto di essere uno dei cantautori di maggior successo del Regno Unito degli ultimi dieci anni – il suo debutto è già cinque volte disco di platino – con una title track che lo vede sbalordito dal successo avuto. È una canzoncina divertente e curiosa, ma ciò che dice l’artista nel testo mostra qualcuno che sente di aver avuto fortuna anziché un autore ambizioso pronto a meritare il successo.
In altre tracce, tuttavia, questo tema viene secondario.
Su una delicata chitarra acustica, l’esplorazione della malattia mentale in “I Went Hunting” è forte e toccante: “Immagina di avere un pensiero e poi pensarlo di nuovo”, ripete Ezra più e più volte, come se stesse girando a spirale. In “Manila” fa riferimento alla natura intorpidita del lockdown mentre in “Fell In Love At The End Of The World”, la voce di Ezra suona profonda e pesante come se fosse trasmessa nel bel mezzo di un temporale.
L’atmosfera leggermente cupa di tanto in tanto si interrompe come in “Green Green Grass” e “Anyone For You”. “In The Morning”, nel frattempo, trascende l’idea che il sollievo può essere solo fugace: “Verranno giorni felici / E andrò avanti“, canta, estendendo generosamente a chiunque la sua nuova prospettiva.
Più introspettivo e contemplativo dei suoi precedenti due album multi-platino, “Gold Rush Kid” vede Ezra diventare un uomo per tutte le stagioni.
a cura di
Martina Nardoni
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