Gli SHM ci portano nel paradiso dell’house con “Paradise Again”

Gli SHM ci portano nel paradiso dell’house con “Paradise Again”
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Gli Swedish House Mafia pubblicano il primo album “Paradise Again” dopo la reunion, pronti a farci ballare e ridare vigore alle nostre serate in discoteca e non solo

Don’t You Worry Child” e “Save The World” sono due pezzi iconici che hanno incantato grandi e piccini al tempo. In quanti abbiamo ascoltato questi brani e cantato a squarciagola? Pensate, i brani risalgono rispettivamente al 2012 e al 2011. Facendo due conti, sono trascorsi tra i dieci e gli undici anni, time flies by. “Paradise Again” segna una nuova fase del progetto della band, sperando arrivino in futuro altre “chicche” da parte degli Swedish House Mafia.

Sebastian Ingrosso, Steve Angello e Axwell, i componenti originali e attuali, sembrava avessero chiuso definitivamente l’esperienza SHM nel 2013, con Ingrosso e Axwell che hanno comunque proseguito come duo, mentre Angello ha continuato da solista. A sorpresa nel 2018 sono tornati a calcare qualche palco insieme, annunciando ed effettuando poi un reunion tour nel 2019.

I tre sono “rientrati in pista”, o meglio, in console insieme, e hanno rilasciato singoli su singoli tra il 2021 e il 2022, arrivando a regalare oggi “Paradise Again” al grande pubblico.

Paradise Again” è il primo album in studio degli Swedish House Mafia ed è la prima raccolta di brani da quando si sono riuniti; l’ultimo lavoro risale infatti al 2012. La peculiarità affascinante di questo gruppo è il fatto di come sia formato da producer e disk jockey affermati, con tre progetti solisti consolidati. Insieme hanno sempre prodotto brani iconici e rivederli riuniti non può che far ben sperare i fan del gruppo e non solo.

Gli Swedish House Mafia al Coachella. (fonte: ig: swedishhousemafia)
Prime impressioni sull’album

La cover di questo album per alcuni può risultare semplice e banale, sembra rappresentare i tre artisti come stelle con qualche sfumatura differente. Le stelle prese singolarmente provocano un certo effetto ma combinate, quindi considerando gli artisti insieme, triplicano la “magia”. Ci piace immaginare che possa essere questa l’interpretazione dietro al concept dell’artwork.

La creatività dei tre infatti, come dimostra questo album, è evidente e ridurla solamente all’house è limitante. L’album esplora differenti sound, dall’house all’elettronica, al pop, alla techno, all’hip hop spingendosi fino all’R&B e al gospel. Dopo tutto questo tempo è comprensibile vedere spaziare i tre artisti in più mondi musicali, cercando di regalare ai propri ascoltatori un progetto curato e completo a 360 gradi.

Dato che è un album che esplora diversi generi, è ovvio che a ogni ascoltatore piacciano canzoni differenti in base ai propri gusti personali, in fondo la musica è soggettiva. Non si può dire però che sia oggettivamente un prodotto scadente o comunque di qualità bassa.

Spulciando l’album…

Se siete appassionati all’hip hop non potete perdervi “Frankenstein” con A$AP Rocky e “Lifetime” con Ty Dolla $ign e 070 Shake. Se siete invece abituati all’house “classica” da non skippare sono “Time” con Mapei e “Heaven Takes You Home” con Connie Constance. Per i fan del pop, dovete assolutamente ascoltarvi “Moth To A Flame” senza però tralasciare “Jacob’s Note“, una sorta di intro del brano con The Weeknd, ma con l’uso esclusivo del pianoforte grazie alla collaborazione con Jacob Mühlrad.

Le canzoni sopracitate sono quelle in cui potrete trovare più lyrics grazie ai featuring che vedono coniugare basi prodotte dai tre producer degli Swedish House Mafia ad artisti di fama internazionale. Questo può essere considerato l’asso nella manica della prima parte dell’album. Prendere basi, che con l’aggiunta di qualche vocal risulterebbero già “pezzoni”, aggiungendo strofe scritte da altri artisti, non possono che rivelarsi un connubio definitivo.

Ascolta “Paradise Again” su Spotify.

La seconda parte, se non per qualche eccezione come “For You” e “Calling On“, non presenta la stessa verve. I brani a partire da “Home” sembrano quasi leftovers, brani considerabili a uno scalino più basso dei precedenti. Il problema non sono gli ospiti dato che la stessa title trackParadise Again“, presente nella prima parte, con un unico giro di note riesce a provocare un effetto quasi ipnotico, rapendo l’ascoltatore con le sue sonorità.

Forse è il sound diverso che queste tracce presentano o forse è solo un’impressione sbagliata che ci sia stato meno lavoro dietro. Per fare un esempio, “Redlight” con l’eccezionale featuring di Sting risulta troppo ripetitiva e lo stesso viene relegato a un ruolo secondario, anziché messo in risalto come le collaborazioni citate in precedenza. In “Can U Feel It” l’unica cosa che si prova è la voglia di cambiare traccia. “Another Minute” avrebbe avuto un potenziale enorme, se fosse stata sviluppata diversamente.

Non sono brani da scartare appena si ode la prima nota, ma se il livello mantenuto fosse stato lo stesso dei primi, sarebbe stato un ritorno coi controfiocchi e fuochi d’artificio.

Concludendo

Se state cercando un album dove trovare versi profondi o figure retoriche, non è questo il disco che fa per voi. Le parole sono funzionali, insieme alla base, unicamente nel creare una linea melodica nelle canzoni. È un tipo di musica pensato per affrontare determinati sound e sperimentare in questo senso. Si può dire, a questo proposito, che sia stato dato libero sfogo alla creatività dei tre componenti.

Ascoltando questo album, almeno nella prima parte, viene voglia di diventare a nostra volta dei disk jockey emulando un “air dj set” per strada, in montagna o in camera, cercando di trasformare qualsiasi elemento ambientale in una console per poter simulare la riproduzione di queste tracce. La seconda parte, più che a un dj set, fa pensare a quegli amici che si elevavano tanto a dj e poi impostavano una playlist automatica, facendosi pagare 50€ a serata.

Come ritorno degli Swedish House Mafia sicuramente è del tutto accettabile, gli svedesi non hanno perso né il pelo né il vizio. Può essere un buon antipasto per i progetti che verranno. Una cosa è certa: dal vivo questo album può rendere tantissimo, e nonostante presenti qualche difetto, ascoltate un consiglio, non perdetevi l’unica data italiana a ottobre al Mediolanum Forum.

Bentornati maestri della console!

a cura di
Luca Montanari

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Luca Montanari

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