Il viaggio dei Calembour con “Leave Your Fears”

Il viaggio dei Calembour con “Leave Your Fears”
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Abbiamo avuto il piacere di intervistare il duo torinese in occasione dell’uscita del nuovo singolo.

Calembour sono un duo torinese, formato da Marco Cibonfa e Andrea Criniti. Il loro EP di debutto, Let The Wind Lead Us Home, è stato pubblicato nel 2018, ed è caratterizzato dallo stile Indie Folk che li rappresenta.

Dopodiché bisogna attendere il 2021 per assistere al rilascio dei due nuovi singoli: Hey Ginevra, il primo; Leave Your Fears, il secondo. Quest’ultimo, similmente agli altri pezzi dei due artisti, è introspettivo e riflessivo, ed è facile innamorarsene al primo ascolto. Così abbiamo deciso di intervistarli. 

“Leave Your Fears” è un brano che parla, in un crescendo strumentale e vocale, di un amore che permette di fuggire dalle difficoltà e dalle paure della quotidianità, con la certezza che arriveranno giorni migliori. È la narrazione di un ideale o c’è qualcosa di autobiografico in tutto ciò? 

Beh, avere paure, incontrare difficoltà è naturale, è il corso della vita. Noi certamente ci passiamo come chiunque altro, ma durante la pandemia abbiamo avuto occasione per riflettere sul serio su quali siano le difficoltà e le paure che realmente dovrebbero avere un peso nella nostra vita e quali (spoiler: la maggior parte) invece sono solamente dentro la nostra testa. Leave Your Fears parla di un viaggio o meglio di una partenza, è notte e bisogna aspettare l’alba, bisogna tenere la voce bassa nella certezza di giorni migliori. 

Dopo “Hey Ginevra”, “Leave Your Fears” è il secondo singolo che rilasciate nel 2021. Sono l’anticipazione dell’uscita di un nuovo album? Avete in progetto un tour per l’Italia e l’Europa? 

Ci sono molte novità, forse troppe per avere le idee chiare e una risposta certa a questa domanda. Questi due singoli sono sicuramente parte di un cambiamento per la band, suoneremo live nel 2022 ma al momento non possiamo ancora dire nulla. Per quanto riguarda eventuali primi album possiamo dire che nel nuovo anno uscirà molto probabilmente nuova musica, ma in programma non c’è ancora un album di esordio. Le cose stanno andando bene e vogliamo proseguire per la strada che abbiamo intrapreso step by step. 

Calembour è un termine che indica un gioco di parole di suono simile e significato diverso. C’è un motivo per cui è diventato il nome del vostro gruppo? 

Quando quattro anni fa abbiamo deciso di formare una band sapevamo che avremmo accomunato il folk e il rock, quindi per noi Calembour significa sia rock che folk, anche se ultimamente ci siamo spostati più su quest’ultimo. 

Come mai la scelta di cantare in inglese? C’era la volontà che la vostra musica fosse conosciuta anche all’estero o questo è stato una conseguenza casuale? 

Beh, l’inglese è l’esigenza di poter contare su alcune realtà che conoscono il genere, è l’esigenza nostra di viaggiare facendo quello che ci piace non solo in Italia. Col tempo abbiamo capito che non è necessario cantare in inglese per suonare anche all’estero però agli inizi la cosa è nata così. 

Il vostro stile indie-folk mi ricorda molto gruppi come i Mumford & Sons e i The Lumineers. È da artisti come loro che trovate ispirazione? 

Certamente queste due band giganti rientrano nei nostri ascolti, è anche vero che come persone abbiamo influenze diverse e ascoltiamo entrambi molti altri generi musicali oltre al folk.

a cura di
Gaia Barbiero

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Gaia Barbiero

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