FASK – Lumen Music Festival – 6 agosto 2021

FASK – Lumen Music Festival – 6 agosto 2021
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Assistiamo alla quarta tappa del tour dei FASK. Tra un po’ di lentezza e sbalzi di adrenalina.

Il 6 agosto alle 21.30 sono apparsi sul palco del Lumen Music Festival di Vicenza i Fast Animals and Slow Kids o FASK, quarta tappa del loro tour.

I Fast Animals and Slow Kids, sono un gruppo di quattro ragazzi di Perugia che hanno iniziato a suonare un po’ per divertimento. Il loro ultimo disco “Animali notturni” (2019) è al settimo posto in classifica FIMI dei dischi più venduti. Hanno partecipato al Primo Maggio di Roma e il successivo tour da oltre 50mila presenze complessive.

Arrivano a Vicenza con il tour “Dammi più tempo” più acustico rispetto agli altri e che ripercorre la loro storia. Partendo dalla loro canzone di debutto “Cavalli”, di 10 anni fa, fino alla più recente “Cosa ci direbbe” in featuring con Willie Peyote. Il nome del tour è preso dalla strofa di “A cosa ci Serve” dell’album “Hybris”.

La location

Il Lumen Park è una bellissima area sulle rive di un laghetto. Il parco è diviso nella zona bar con panche e lettini e un piccolo dj set. Nella zona più in fondo, invece, c’è una sezione di parco sbarrata dalla security con il palco. Ad esso si può accedere, secondo le recenti leggi, solo con il Green Pass.

Chiedo di entrare nel backstage e scopro che non avevano completato il mio accredito stampa dandomi solo il permesso di accedere liberamente ma non di fare foto con i cantanti. La situazione però, viene risolta abbastanza velocemente e mi rimediano subito un altro pass.

Iniziano i concerti

Il palco inizia ad animarsi alle 20 grazie a Leon Faun un rapper giovane ma talentuoso. Verso la fine del suo stage fa la sua comparsa, cantando insieme a lui, anche Madame. Un’inaspettata ma logica sorpresa in quanto Madame ha le sue origini a Vicenza. Mi scatto una foto con lei e aspetto i Fast Animals and Slow Kids per cui sono venuta.

Precisamente alle 21.30, dopo che anche Bais si è esibito, salgono sul palco i FASK, puntualissimi.

I Fast Animals and Slow Kids hanno un nome davvero azzeccato perché in questo palco sono stati davvero slow…men. Iniziano con la loro song di debutto, “Cavalli” e anche con la seconda, “Copernico”, la situazione non si riscalda tanto: stanno seduti e il pubblico pure che però canta con loro e batte le mani. Spiegano che per le leggi vigenti non possono muoversi molto ma sono convinta che alzarsi un po’ non infranga nessuna legge.

Quando arrivano a cantare la loro terza canzone, “Troia” finalmente il cantante, Aimone, si alza e cede il posto al batterista Alessio che canticchia un motivetto finale e poi se ne torna al suo posto. Ogni canzone la intervallano con qualche frase di spiegazione, il motivo per cui l’hanno scritta e quant’altro. Dicono che il loro intento è un po’ quello di ricreare un “salotto” al che io vado a prendermi un the… per adattarmi.

L’atmosfera di scalda

Introducono il loro disco “Hybris” parlando di come qualcosa che ti piace non debba essere perfetto perché basta che piaccia a te e allora trasmetterai sicuramente agli altri quello che vuoi far sentire. Iniziano a cantare “Cosa ci Serve” e capisco che l’atmosfera si sta scaldando un po’ perché si accendono le luci sul palco: delle lampadine verticali di differenti altezze sparpagliate sullo stage.

Quando iniziano a cantare “Coperta” finalmente Aimone si alza e raggiunge il bordo palco muovendosi di più e interagendo di più, non solo verbalmente ma anche fisicamente con il suo pubblico che a sua volta risponde alzando le mani. Qualcuno si alza anche.

Con il loro album “Alaska” raccontano di aver affrontato un periodo un po’ triste e demoralizzato quindi tira fuori una bottiglia di liquore e si mettono a bere. Non avevo mai visto una cosa simile ma mi sono risultati sicuramente più simpatici. Hanno dato prova di fregarsene del decoro e delle convenzioni… d’altronde sono davanti ai loro fan. Sono proprio i fan che con una canzoncina lo incitano a svuotare il bicchiere che lui, con un po’ di preoccupazione per come potrebbe finire, svuota.

Aimone durante tutto il concerto dimostra di prestare particolare attenzione anche ai suoi capelli, lunghi e belli ma, secondo me, d’ intralcio perché continuava a scostarli da una parte all’altra.

Passano a “Tenera età” e “Forse non è la felicità” sempre con questo ritmo: qualche spiegazione con il pubblico, bevono e cantano.

Arrivano ad introdurre “Animali Notturni” parlando di come a volte, nella vita, vadano distrutti i castelli che una persona si costruisce intorno a sé .

Arrivano verso la fine con “Canzoni Tristi”.

Ci avviamo alla fine

Quando Aimone spiega che non è vero che solo chi si intende di musica vive i grandi brani della storia un ragazzo si alza e urla “tutti vivono i FASK”, con sommo piacere di Aimone.

Con “Non Potrai Mai” si sono ispirati ai The Whore On Drugs e la gente a quel punto è in delirio tanto che si alzano, ballano e chiedono il bis che loro non concedono perché “stretti con i tempi”.

Tocca l’intervento della security per far tornare al loro posto i ragazzi.

Intanto annunciano l’uscita del loro nuovo disco “È già Domani” previsto per il 17 settembre. Cantano “Cosa ci Direbbe” che sarebbe con il ft. di Willie Peyote.

Conosciuto tra i fan e attesissimo è il loro saluto finale dove ripetono, come all’inizio: “Salve a tutti noi siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia” che viene accolto con grida di gioia.

Verso la conclusione del concerto assistiamo ad un balzo di adrenalina. Aimone scatta in piedi e nel clamore generale come una scimmia scala le impalcature laterali del palco fermandosi appeso in cima. Il tutto continuando a cantare “Senza Deluderti”.

I FASK sono ragazzi simpatici ma il ritmo del concerto non si addiceva a quello delle canzoni. Sicuramente il pubblico ha apprezzato l’intento.

a cura di
Sara Sattin

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