Do what you want: il capitolo definitivo dei Bad Religion
Don’t you know responsability is ours
I don’t care about eternal fires.
Listen this time, it’s more than a rhyme
It’s your decision
Your decision is your
Bad Religion
Si chiama Do what you want la biografia ufficiale dei Bad Religion e racconta i 40 anni di attività della band di Los Angeles. Un titolo che è un’incitazione, uno stile caratteristico di molte loro canzoni. I Bad Religion sono diventati una vera e propria band di culto per essere riusciti a rendere creativo lo spirito punk rock.
Istruzioni per l’uso
Il libro, scritto da Jim Ruland, riporta interventi diretti dei membri che si sono succeduti nel corso degli anni. Come una sorta di intervista i BR raccontano successi e delusioni, le cadute nella droga e nell’alcool e le successive rinascite. In questo testo ci sono tutte le istruzioni per un giovane rocker in erba: metter su una band, provare in un garage, pubblicare la prima demo e farsi conoscere nei circuiti live istituzionali.
Un bella fiaba iniziata nel 1979, in una scuola dei sobborghi di San Ferdinando Valley frequentata da Greg Graffin, Jay Bentley, Brett Gurewitz e Jay Ziskrout. L’incontro fra Greg, con velleità da cantante, e il più scafato Brett, che aveva già all’attivo due band. I due ragazzi avevano in comune lo spirito outsider, sostanzialmente nerd, con la passione in comune verso il punk.
Pensa con la tua testa
Ma il punk che appassionava Graffin e Guruwitz non era sovversivo e iconoclasta. I suoni erano in linea con il sound hardcore americano ma, di fondo, i testi sono sempre stati un invito alla riflessione e allo spirito critico. Messaggi forti e diretti come fendenti, di cui il logo del crossbuster ne è l’emblema caratteristico.
I Bad Religion hanno quindi saputo incanalare la potenza dell’hardcore americano che spesso sfociava in violenza. Hanno, in definitva, ridato dignità e spessore al genere senza far scadere l’energia. Quell’impatto sonoro è sempre stato per loro il modo migliore per esprimere le proprie idee ed invitare gli altri a farlo scuotendo le coscienze.
Professore e discografico
Un altro fatto che rende questa band differente dai classici clichè è l’intraprendenza, ad esempio, di Graffin e Gurewitz. Il primo svolge l’attività di professore di Scienze della Vita presso l’UCLA, inoltre è un paleontologo che insegna alla Cornell University di Ithaca, nello Stato di New York. Il secondo è diventato uno dei più grandi discografici mondiali grazie all’etichetta Epitaph di cui Gurewitz è fondatore e proprietario. Fondata come etichetta per le auto produzioni dei Bad Religion, nel tempo ha prodotto band fondamentali per il punk dei ’90 come NOFX, Millencolin, Rancid e Pennywise.
Il libro prosegue con le testimonianze dei componenti che si sono succeduti negli anni. Sorprende la loro tenuta di intenti, l’instancabile attività di dischi pubblicati e tour estenuanti, come una sorta di missione. La scelta dell’autore di farli parlare, dimostra il loro spirito autentico.
La passione dei fans
La prefazione del libro è curata da Andrea Rock, una delle voci più importanti di Virgin Radio. Un contest organizzato all’uscita dell’opera ha permesso di riunire nel volume gli interventi di 40 fan dei Bad Religion (fra i quali vogliamo citare il nostro Vasco Abbondanza) che parlano della loro passione verso la band con aneddoti a volte davvero divertenti.
Unica pecca del libro è la mancanza di approfondimento dei testi, tassello fondamentale dello stile dei Bad Religion. Per il resto Do what you want racconta una storia musicale ancora attiva, una testimonianza di menti illuminate. Una band che è parte della storia americana, uno stupendo esempio da seguire per dare sangue e vita allo spirito del punk rock.
In conclusione volevamo elogiare la casa editrice romagnola Sabir per la traduzione dell’opera che è stata curata da Giorgio Arcari, direttore responsabile e appassionato dei Bad Religion.
a cura di
Beppe Ardito