Cosa fa un miliardario quando si ritira: i progetti filantropici di Bezos e gli altri

Cosa fa un miliardario quando si ritira: i progetti filantropici di Bezos e gli altri
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È notizia di qualche giorno fa: Jeff Bezos ha lasciato la guida di Amazon per dedicarsi a progetti filantropici. Il caso di Bezos però è solo l’ultimo in ordine di tempo. Ma cosa fanno i miliardari quando si ritirano?

Jeff Bazos: spazio, giornalismo e filantropia

Nel messaggio indirizzato ai dipendenti, nel quale spiega perché ha deciso di lasciare il suo posto di amministratore delegato di Amazon, pur rimanendo come presidente, Jeff Bezos ha scritto che intende dedicare più tempo a progetti aerospaziali, giornalismo e filantropia. Andy Jassy, che attualmente si occupa della gestione del cloud e dei servizi web, sarà il nuovo amministratore delegato al posto di Bezos.

Essere l’amministratore delegato di Amazon è una responsabilità profonda, ed è logorante. Quando hai una responsabilità del genere, è difficile prestare attenzione a qualcos’altro“, ha dichiarato nella lettera. Ma che cos’è, esattamente, questo “qualcos’altro”?

Innanzitutto il Day 1 Fund, un programma destinato ad aiutare famiglie in difficoltà e scuole, poi il Bezos Earth Fund, un fondo per salvaguardare l’ecosistema e contrastare il cambiamento climatico, Blue Origin, la società che opera nell’ambito aerospaziale e il quotidiano The Washington Post, di proprietà dell’ex CEO di Amazon già da qualche anno.

Niente che possa assomigliare ad una pensione, insomma. Dopo aver creato una delle imprese più innovative di tutti i tempi, Bezos non ha ancora smesso di sognare e promuovere la propria visione del mondo.

Jack Ma e la cultura della cancellazione

Il mondo è grande e io sono ancora giovane, voglio provare nuove cose“, aveva scritto in una lettera Jack Ma, fondatore di Alibaba, l’Amazon cinese.

Era settembre 2019, nel giorno del suo cinquantacinquesimo compleanno, quando annunciò ai propri dipendenti le sue dimissioni lasciando il colosso asiatico dell’e-commerce a Daniel Zhang.

Anche lui, come Bezos, espresse il desiderio di dedicarsi alla filantropia e all’educazione, occupandosi soprattutto della Jack Ma Foundation, la fondazione di beneficenza dedicata alla promozione di sistemi educativi nella Cina rurale.

Quello della formazione è uno fra i settori che attira di più la sensibilità dei miliardari filantropi cinesi. Il ritorno di immagine ha ovviamente un suo peso, anche se l’idea di fondo è quella di dover restituire alla società quello che si è ricevuto, mettendo a disposizione risorse milionarie a favore di progetti che rendano più democratico l’accesso a un’istruzione di qualità anche per i meno abbienti.

Bill Gates, il più importante filantropo al mondo

Andando ancora più a ritroso nel tempo, fino al 2013, si arriva alle dimissioni di Bill Gates dal Cda di Microsoft. La motivazione, anche in questo caso: dedicare più tempo alle attività filantropiche. E infatti, quando si parla di filantropia il pensiero corre subito alla Bill & Melinda Gates Foundation, la più grande associazione benefica al mondo, che si occupa di combattere povertà e malattie nei Paesi del terzo mondo. Nell’ultimo anno la fondazione è stata il finanziatore privato più importante dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) per la lotta al COVID-19.

La filantropia è un buon investimento

Salvare milioni di vite o salvaguardare l’ambiente è ovviamente lodevole. Ma non bisogna dimenticare che la filantropia ha anche dei vantaggi, per chi la riceve, ma soprattutto per chi la fa: ripulisce l’immagine pubblica, permette di guadagnare potere sociale, politico e, non meno rilevante, economico. Ma in fondo, pensandoci bene, quando hai tutto puoi solo desiderare qualcosa che non è possibile comprare. Un modo più giusto, addirittura. I miliardari impongono la propria visione del mondo in nome della bontà. I soldi che destinano a progetti filantropici, oltre a garantire l’istruzione e a trovare un vaccino contro un’epidemia mondiale, danno loro anche il potere di plasmare il mondo come vogliono.

a cura di
Daniela Fabbri

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Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

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