Damiano e la colpa della verità

Damiano e la colpa della verità
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Damiano è un ragazzo di 24 anni “scoperto” dalla PopMusicSchool di Paolo Meneguzzi (sì, QUEL Paolo Meneguzzi). Il percorso di Damiano non è però canonico. Il canto è una dote scoperta e canalizzata recentemente: a 8 anni inizia a prendere lezioni di danza, cui si aggiungerà la recitazione a 18 anni.

Questo connubio lo porta a ricoprire il ruolo di Mercutio nel musical Romeo & Juliet. Da lì Damiano, incoraggiato da Paolo Meneguzzi, prende confidenza con le sue corde vocali, arrivando a oggi col suo singolo d’esordio “Colpa Della Verità”.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui per sapere un po’ di più di questo giovane artista.

Ciao Damiano, benvenuto su The Soundcheck! Nasci come ballerino, ma velocemente ampli i tuoi interessi anche verso altri rami artistici. Raccontaci un po’ di te

Ciao TheSoundcheck, in realtà ci ho messo un po’: ho iniziato a ballare a 8 anni, la recitazione a 18 e il canto a 21.

La storia è mooolto lunga, ma la farò breve. Io adoro l’arte e mi piace ammirare tutto ciò che è bello. Il mio percorso è partito per caso 5 anni fa, spinto dai miei colleghi, alla partecipazione dei casting per il musical Romeo&Juliet della scuola PopMusicSchool di Paolo Meneguzzi. Ho partecipato alle tre discipline, ovviamente non avevo mai preso lezioni di canto, men che meno di recitazione. Nonostante l’inesperienza venni scelto e mi diedero anche una parte fichissima (Mercutio).

Ma fu Pablo a spingermi in tutto questo e a credere in me! E dopo cinque anni di sacrifici e studio, sono finalmente riuscito a realizzare e a pubblicare il mio primo brano e il “primo scavo per la mia piscina musicale”. Il primo di 6 brani. Il mio primo EP dal titolo “COLPA DELLA VERITÀ”.

Cosa ti ha spinto a intraprendere la strada della musica? Quale è stata la scintilla?

Ho sempre sentito una vocazione verso questa arte, dal primo pianto (e piangevo molto) che era il primo canto (citazione di Piero Pelù dal brano “Gigante”). Ho sempre cantato, mi piaceva, facevo karaoke e cantavo alle feste degli amici. Forse ho capito che sarebbe stata la strada da intraprendere quando mi sono reso conto di quello che sapevo fare, di piacersi e di riuscire ad ascoltarsi e vedersi in quello che si fa.

Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo della musica?

Punti di riferimento non ne ho di preciso, Mi ispiro a tanti. Qualcuno che raggruppa tutte le discipline potrebbe essere Justin Timberlake, o Stromae, o uno showman come Fiorello o James Brown o, più attuale, Chris Brown. Come cantante mi viene in mente Jim Morrison o David Bowie. Sulla scena italiana penso ad Achille Lauro o ai Måneskin, cioè a quel mondo musicale che ha una grande identità dietro.

“Colpa della Verità” è il tuo primo singolo. Come è nato il brano? Sei partito dal testo che ha poi ispirato la parte musicale, oppure il contrario?

Diciamo che prima mi appare la melodia in testa sulle sensazioni del momento e poi, in un secondo tempo non preciso, si palesa il testo tra le parole, poi gli dò semplicemente spazio e creo.

Il video si svolge interamente all’interno di una vasca, in un ambiente in chiaroscuro: di chi è stata l’idea? Di chi il concept? Come è stato realizzarlo?

Essendo un grande fan di Jim Morrison, mi piaceva l’idea di ricreare la scena della vasca da bagno molto famosa e quindi mettermi nella vasca con l’intento di creare un senso di ansia e soffocamento. Soffocamento che aumenta con l’aumentare della colorazione dell’acqua. La ragazza rappresenta la colpa della verità e io l’effetto. Realizzarlo è stato molto divertente, da rifare. La parte meno divertente è stato pulire il locale e riordinare tutto, con trasporto della vasca presa a noleggio da un amico di famiglia. È stato proprio divertente.

“Colpa della Verità”. Sembra quasi un ossimoro: di solito sono le bugie a essere “colpevoli” di certe situazioni spiacevoli e dolorose.

Molte volte sì, ma poche volte no. Questa è una delle poche volte.

Damiano, Sei un artista poliedrico. Quale è il lato che secondo te è più luminescente? Quale, invece, quello che secondo te devi continuare a curare per dare il 100%?

Il lato più luminescente forse è il proprio io, quello su cui devo lavorare è come incanalarlo attraverso l’arte e quindi lavorare su tutte le discipline.

Dimmi tre cose possono definirsi “ostacoli” che hai dovuto superare nel corso della tua giovane ma già florida attività artistica e tre momenti sorprendenti che hanno confermato in te che stai percorrendo la giusta direzione.

Non è facile parlarne, ma qui sono scritte ed è più semplice esprimerle.

  • depressione
  • attacchi di panico
  • paura del mio giudizio

I momenti sorprendenti sono quando impari a gestirle a tuo favore.

Facciamo un gioco: paragona il tuo modo di approcciarti alla vita e all’arte con qualcosa: un paesaggio, un quadro, un utensile dell’Ikea…
  • Un paesaggio: la montagna più alta del mondo; Everest
  • Un quadro: ‘‘Notte stellata’’ di Vincent Van Gogh
  • Un utensile: la forchetta
Ultima domanda, di rito: cosa ti aspetti dal futuro?

La morale direbbe ‘’non farsi aspettative’’, ma io voglio regalare, alle emozioni più profonde delle persone, il permesso di farsi ‘’abbronzare’’ dallo sguardo degli altri.

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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