SoundBook: Il fantasma del sabato sera di Tom Waits

SoundBook: Il fantasma del sabato sera di Tom Waits
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Il fantasma del sabato sera non è una biografia di Tom Waits, ma una raccolta di interviste rilasciate lungo tutta la sua carriera, dall’uscita del primo disco, Closing Time, del 1973, fino a Orphans: Brawlers, Bawlers & Bastards del 2006, messe insieme dal critico Paul Maher Jr

Le interviste contenute in questo libro sono “interviste minori”, nessuna di quelle rilasciate ai grandi magazine è presente. Questo ha il pregio di farvi conoscere alcune delle riflessioni più strambe e naif di Mister Waits.

Naturalmente, quanto ci sia di vero o di inventato nei suoi racconti non è dato sapersi. Come per le leggende, o le favole più belle, ognuno può credere quello che vuole. Tom Waits è un grande affabulatore, abile a giocare con le parole tanto quanto con le dita, sui tasti bianchi e neri del suo pianoforte.

Ora, voglio essere onesta: sono una grande fan del signor Waits, quindi il fascino che quella sua personalità sghemba esercita su di me è assoluto e totale. Per tutti gli altri, chi lo conosce poco o niente: questo libro vi aiuterà a capire qualcosa in più di uno dei più eccentrici cantautori viventi.

Tom Waits vi insegnerà tante cose. Ad esempio a non andare mai sul palcoscenico con il portafoglio in tasca. “Devi suonare come se ne avessi bisogno, di soldi”, ci dice. Regola che vale sempre e per tutti, in qualunque ambito.

Il fantasma del sabato sera non è un libro didascalico, un po’ come il “Waits pensiero”, ma sarà un buon punto di partenza per conoscere le sue passioni, le fonti di ispirazione, il tutto raccontato con umorismo e disincanto.

Chi frequenta la musica di Tom Waits conosce bene la svolta improvvisa che la sua carriera artistica ha preso tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. Leggendo queste interviste però scoprirete anche che il cantautore di Pomona non ha mai smesso, nemmeno per un attimo, di raccontare storie sul proprio conto.

Ha cambiato talmente tante volte versione che il suo passato è avvolto nella nebbia. Waits mescola e confonde realtà e bugie, raccontando storie dell’America più marginale. Quel che cambia invece è il suono, prima blues e poi totalmente sganciato da qualunque debito con la tradizione. Da Swordfishtrombones in poi non ci sono più compromessi o concessioni. Gli ascolti facili sono finiti, signori, dovrete cercarli altrove.

Man mano che gli anni passano, nelle sue interviste è possibile trovare una sempre maggiore dolcezza, complice la vicinanza con Kathleen Brennan, moglie, musa e collaboratrice, alla quale rivolge una delle dichiarazioni d’amore più belle di sempre: lei è un rododendro, un’orchidea, una quercia.

Ha le quattro B: bellezza, luminosità, coraggio e cervello (beauty, brightness, bravery and brains). Mi ha salvato. Suonerei in una steakhouse in questo momento se non fosse per lei. Non sarei nemmeno a suonare in una steakhouse. Starei a cucinare in una steakhouse.

Perché dovreste leggere Il fantasma del sabato sera

Perché – trattandosi di interviste – potrete diluire la lettura nel tempo, anche se so che non accadrà. Tom Waits ha questa capacità di prendervi per mano e portarvi nel suo mondo. Un mondo nel quale ci si arriva, non seguendo il Bianconiglio, ma un vecchio ubriacone traballante. Si solleva un tombino e si entra nel magico universo di Waits, popolato di personaggi stralunati, randagi, notturni.

Prostitute, truffatori e assassini ballano insieme, e si siedono intorno ad un vecchio bidone in fiamme. Tutti escono dalle loro bettole, per ascoltare la voce del menestrello.

La frase

Il paradiso per me? Mia moglie ed io sulla Route 66 con una tazza di caffè, una chitarra da quattro soldi, un registratore preso dal rigattiere, una stanza del Motel 6, e una macchina in buone condizioni parcheggiata davanti alla porta.

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A cura di
Daniela Fabbri

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Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

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