Un’idea condivisa è un buon punto di partenza, ne sono un esempio i Geller
Ed eccomi qui in una notte romana, l’aria è abbastanza fresca per essere l’11 maggio ed io sarò in compagnia di due ragazzi da intervistare e fotografare: i Geller.
Loro sono Valerio Piperata (autore dei testi, batterista, drum machine e timpani) e Dario Gambioli (cantante, compositore, synth e timpani), si sono conosciuti in un condominio a Centocelle durante un home party e hanno scelto di formare un duo per esprimere i loro pensieri che oscillano tra dipendenze e amore nelle sue varie forme.
Inevitabilmente ci ritroveremo a viaggiare con la loro musica.
Male Male è il loro ultimo singolo nonché il title track dell’album di debutto uscito il 19 aprile per Giungla Dischi, anticipato dai brani Pausa, Ci pensi mai, Bomba a mano e Sprite, tracce inserite nelle playlist Spotify di Scuola indie e in quella dedicata alla nuova generazione pop Indie Italia.
Da aprile la band è in tour e questa sera giocano in casa: nella capitale. Ci accomodiamo sui divanetti del locale La Fine.
Ho percepito la loro umiltà sin dal primo sguardo e dal loro modo di accogliermi. Intervistarli è stato come scartare un cioccolatino, sapevo di trovare qualcosa di buono!
Ciao Geller raccontateci del vostro progetto, com’è nato, se avete progetti futuri…
V.: Il progetto è nato da parole, alcuni testi che avevo scritto e non sapevo esattamente cosa farne e durante una serata un po’ particolare ho avuto l’idea di parlarne con Dario, gli ho chiesto se avesse voglia di farci musica, lui è un musicista e ha detto… cioè non ha detto niente! Il giorno dopo si è presentato con una canzone, abbiamo visto che funzionava, abbiamo continuato e così è nato un disco intero.
D.: Il progetto nasce dall’unione tra lo scrittore che ha buttato giù dei testi e ha chiamato me, che ho musicato le sue parole. Ho scritto la melodia, gli accordi, l’impronta di produzione e abbiamo contattato l’etichetta discografica Giungla Dischi a cui è piaciuto molto questo primo provino e ci ha spinto a continuare a scrivere e a fargli ascoltare ancora la nostra musica. Così è nato il progetto e si è sviluppato così, all’inizio non c’era neanche il nome, c’era solo la canzone.
Il 16 aprile è uscito il singolo “Male male” il testo dice: “Hai sempre qualcosa da fare, qualcuno che credi di amare, mi servi che sto male” l’amore è qualcosa che arricchisce o una dipendenza?
V.: Tutto il disco parla di questa dipendenza affettiva, in questo brano racconto di una ragazza in un periodo non facile e in questo caso l’amore è visto come una dipendenza.
D.: Un amore malato, ossessivo che quando manca crea disturbo.
Una curiosità i vostri testi sono a tratti malinconici e ribelli, sono esperienze personali o è la società vi è d’ispirazione?
V.: Noi siamo due persone super polemiche in realtà!
D.: Direi che è un connubio tra gli stimoli esterni che non ci piacciono e le nostre esperienze.
“Bomba a mano” lo dice il testo stesso è un’esplosione per liberarvi dai tormenti, in una scala di priorità cosa non tollerate assolutamente nella realtà che viviamo?
V: Hai colto bene, la bomba a mano è una liberazione da stati d’animo privati, personali che hanno a che fare più con la tua vita che con quello che ti capita.
D: Quello che non tolleriamo fondamentalmente è la superficialità, la mancanza di cultura, il voler dire per forza la propria senza avere gli strumenti per potersi interfacciare con il discorso in questione.
V: In Italia è un periodo in cui si ha questa tendenza… te lo abbiamo dovuto dire!
D: E’ la prima volta che tocchiamo questo tasto, non ce lo hanno mai chiesto.
Come sta andando il vostro tour? C’è qualcosa che ricorderete con stupore o delusione?
V: Siamo un po’ storditi ancora, perché siamo stati catapultati in qualcosa che non abbiamo mai fatto, in un progetto esclusivamente elettronico in cui ci siamo soltanto io e Dario sul palco, dipende tutto da noi lo show e quindi stiamo affrontando ogni concerto in ogni città come fosse la prima volta.
D: Questa è la terza data, siamo in fase di rodaggio totale, stiamo ancora capendo se questa cosa la sappiamo fare…
Chi ha creduto in voi? C’è qualcuno che vorreste ringraziare?
V: Chi ha creduto in noi dal principio è Andrea Rapino, manager, discografico di Giungla Dischi.
D: Sì lui ha abbracciato il progetto da quando c’era solo un provino fatto con il mio telefono. Aveva percepito qualcosa che poi si è confermata con tutti gli altri brani. Vorrei menzionare Spotify che ci ha dato un grosso spazio senza avere nessun tipo di connessione o di motivazione particolare per farlo, quindi vuol dire che il progetto è piaciuto per aver puntato su di noi nelle playlist e questo lasciacelo dire, fa piacere!
Piacere mio avergli stretto la mano e aver assistito subito dopo ad un live electro-pop. Non ho dubbi, la musica sanno farla proprio bene! Lasciarsi cullare dal suono sotto le mani di Valerio e dal tono di voce caldo di Dario è stato travolgente e in un attimo via tutti i pensieri! Prima di tornare a casa ho fatto una passeggiata lungo Trastevere, ammirando Castel Sant’Angelo con il sorriso sulle labbra. Apprezzo questi momenti di vita vera, dove si è uniti anche tra sconosciuti, dove ci si sfiora e si canta guidati solo dalle emozioni, non serve nient’altro per star bene.
Abbiamo bisogno di semplicità e al tempo stesso di contenuti e i loro brani meritano l’ascolto, vengono memorizzati, ricordati e cantanti sin da subito.
L’amore va cantato ma ricordiamoci, non deve far male!
a cura di
Silvia Consiglio