Bologna Children’s Book Fair 2024, la fiera dell’incanto

Bologna Children’s Book Fair 2024, la fiera dell’incanto
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Ha aperto a Bologna la Bologna Children’s Book Fair, fiera sempre attesa degli albi illustrati e non solo. Mostre, incontri e percorsi da tutto il mondo.

Ore 8 di lunedì 8 aprile. Sono sul treno diretto a Bologna, dopo una notte passata sveglia cercando domare il ritmo sonno-veglia di due bambini. Sono sul treno e ho paura perché non so cosa troverò.
Mi chiamo Ylenia, sono una libraia e sono esperta in percorsi di libroterapia umanistica; l’albo illustrato è uno degli strumenti che mi permette di svolgere parte del mio lavoro. Ma una fiera intera, hangar dedicati a questo, non li ho mai affrontati senza un piano ben strutturato.

E io, un piano, non ce l’ho.

Parte del percorso per accedere
Alice tra le mostre

Mi perdo nel sito, mi smarrisco in tutte le sottocategorie e spero nei pannelli interni, nelle indicazioni appese e nei cerchi rossi che ti assicurano un “tu sei qui”. Arrivo zaino in spalla, con l’abbigliamento troppo pesante per una giornata così. Entro, recupero qualche libriccino con gli stand e le informazioni sugli incontri e arrivo tardi, come il Bianconiglio, perché gli incontri sono già iniziati. Ne trovo un altro, in inglese. Mi siedo e ascolto perché non so dove sono.

Le illustrazioni governano questa tana nella quale mi sono rifugiata per un giorno. Mi sento piccola, infinitamente piccola.

And then what appens?, dettaglio della mostra dedicata agli illustratori sloveni

Vedo visi rilassati, espressioni compiaciute e la mia testa ascolta lingue diverse, una Torre di Babele di immagini e parole. La prima cosa che da neofita riesco a comprendere è che non si tratta di una comune fiera. La Bologna Children’s Book Fair è un omaggio all’immenso lavoro che c’è dietro a quelli che per molti si riducono a comuni libri per bambini; quando sento queste cose rabbrividisco.

Libri per bambini. Come se le illustrazioni, i disegni, fossero solo riservati alla fascia d’età, per altro variabile, che va da 0 a 8 anni, più o meno, a seconda di chi parla di bambini. Rimango estasiata invece dalla libertà con cui un illustratore polacco si avvicina e parla con me, in inglese. Mi racconta di quello che fa e vuole sapere anche cosa faccio io: se illustro, se scrivo o se pubblico. Provo a spiegargli il mio ruolo in questo mondo e lui mi risponde che la parola libroterapia è una parola bellissima, anche se non l’ha mai sentita. Gli racconto del potere delle immagini, gli chiedo come si sente guardando questa o quella e ci salutiamo. E Alice è di nuovo sola in un mondo forse troppo grande per lei.

Alice tra gli stand

Non trovo un pannello con i nomi degli editori, cammino cammino e basta, cercando nomi che conosco. Mi ritrovo davanti a La compagnia del libro, una casa editrice di cui non so assolutamente nulla. E mi cade l’occhio su un albo, Un posto nascosto, di Franca Perini e Jessica Tibaldo. Una matrioska che indossa l’arte del kintsugi. Mi lascio raccontare e questo libro torna a casa con me, con la dedica e l’illustrazione fatta sul momento.

Si tratta di una storia di violenza domestica, dove l’ideale d’amore si frantuma e ti frantuma, dove come ogni storia di violenza si muove tra attimi luminosi e altri troppo bui e troppo lunghi. Parlando con l’illustratrice mi lascio raccontare anche la sua esperienza, la difficoltà nel documentarsi e nel realizzare quel connubio di attimi di vita che sono uno l’opposto dell’altro. Ho avuto bisogno di fermarmi, mi dice.

Proseguo la mia camminata, con l’orologio che suona e vibra in continuazione per manifestare il suo entusiasmo per tutti i chilometri che sto collezionando. Ma in tutto questo, delle indicazioni, nessuna traccia. Non so proprio dove cercarle e in un lampo di genio tiro fuori uno dei libriccini e sfoglio con foga, salto tutte le pagine relative agli eventi che mi sono persa e mi perderò e cerco di creare una meta ragionata.

Ma poi mi fermo e mi perdo di nuovo.

Alice e la libroterapia

Non mi interessano i libri per bambini nel comune senso del termine, non sono una libraia per l’infanzia, non ne ho le competenze. Ma cerco storie che siano curative, storie che non tradiscano, che siano accoglienti per la carta o per i colori magari. E torno da Logos edizioni.

La foresta, Thomas Ott, Logos edizioni. Dettaglio

Cerco una storia fatta su misura. Di perdita vista con gli occhi di un bambino, di cose irrisolte e di vasi di Pandora che si aprono. Eccolo qui, La Foresta, di Thomas Ott.

Entro ed esco da questi grandi hangar, non torno mai da dove sono arrivata e sento l’attacco di panico che arriva, come accadde nella fiera a Roma. Le illustrazioni sembrano piovermi addosso, non le distinguo. Una mattina non basta per questo evento, è tempo perso così. La Bologna Children’s Book Fair ha bisogno di almeno 2 giorni, chi entra ha bisogno di almeno 2 giorni. E la colpa è la mia che ho creduto di farcela, di poter sostenere tutto questo restando poche ore.

Ho perso molto di questo evento e ne sono dispiaciuta. Ho perso la possibilità di conoscere il mondo visto con gli occhi degli artisti di ogni paese.

Da queste poche ore ho preso tanto, però. Tanti albi per il mio lavoro, tanti colori e tanti graffi di artisti che tolgono materia. E mi sono ricordata che per l’incanto non puoi avere fretta, non puoi avere un tempo. Per l’incanto serve spazio e aspetterò il prossimo anno per osservare tutto con gli occhi di un bambino.

a cura di
Ylenia Del Giudice

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