Retrocensioni: 8 e 1/2 di Federico Fellini

Retrocensioni: 8 e 1/2 di Federico Fellini
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8 e 1/2 di Federico Fellini è considerato uno dei capolavori della cinematografia mondiale. Con questo film Fellini abbatte tutti i canoni espressivi e riesce a dare espressione al tutto, mettendo in scena la rappresentazione della vita stessa. Fra i tanti riconoscimenti la pellicola ricevette due premi Oscar nel 1964 (come miglior film straniero e migliori costumi).

Fellini rifonda il cinema come mezzo di racconto per visioni, libere associazioni, sogni, allucinazioni, lo stacca da ogni altra drammaturgia.

Cristina Comencini

La descrizione della regista riassume l’importanza di 8 e 1/2 nella rappresentazione cinematografica. Non solo, il film figura nella classifica dei film preferiti da Martin Scorsese, Woody Allen e Pedro Almodovar. E’ stata fonte di ispirazione per mille altri, come l’omaggio di Tarantino in Pulp Fiction nell’iconica scena del ballo fra John Travolta e Uma Thurman.

Il video musicale del 1993 per la canzone dei REM “Everybody Hurts” si ispira fortemente alla sequenza da sogno di apertura di , con la band bloccata in un ingorgo. Inoltre nel 2010, il film è stato classificato al 62° posto nella classifica dei “100 migliori film del cinema mondiale” della rivista Empire.

La trama

La genialità del film sta nella capacità di Fellini di ritrarre stati d’animo, sogni e delusioni del protagonista. Ma c’è un altro punto a favore: il protagonista è proprio lui. Difatti la storia ruota intorno ad un regista, Guido Anselmi interpretato da Marcello Mastroianni. Deve realizzare il nuovo film, ma si trova a trascorrere un periodo di riposo alle terme, per via di uno stress psicofisico. Ma l’aspettativa è tanta e Guido si trova accerchiato da giornalisti e produttori ansiosi di novità riguardo alla pellicola. Per di più a fargli visita saranno la moglie e l’amante.

Su questo impianto carente si basa il film, ma Fellini dimostra la capacità unica di rendere vitali ricordi e stati d’animo fino al finale che sa quasi di magico. Guido, come un domatore circense, riunisce tutti i personaggi della sua vita in un girotondo fino a riappropriarsi della sua semplicità, ritornando bambino.

Per me è uno dei più grandi film mai realizzati. Perché va direttamente al cuore della creatività, la creatività nel cinema, che è circondato da infinite e fastidiose distrazioni e varietà di follia. E per il fatto che la storia di Guido diventa una sorta di storia di tutti noi, diventa viva, vibrante, va verso il sublime.

Martin Scorsese

L’origine del titolo

L’origine del titolo 8 e 1/2 deriva dal numero di pellicole girate da Fellini fino al 1963. Aveva già diretto sette film più una partecipazione al film a episodi Luci del varietà di Alberto Lattuada. Dalla scelta del titolo si evince la natura autobiografica di un film che è una rappresentazione del suo mondo, che include rapporti interpersonali con mogli e amanti, produttori e giornalisti, intervallato da ricordi d’infanzia.

Quello che rende fondamentale quest’opera è lo stile e la perfezione che Fellini imbastisce, a cominciare dall’onirico bianco e nero fino ai dialoghi. I personaggi dei ricordi emergono con una rappresentazione sospesa tra il fantastico e il reale. Tutte le donne del regista racchiuse in un harem, la mastodontica Saraghina, Claudia Cardinale che interpreta se stessa e recita per la prima volta con la sua voce originale e affascinante.

Sandra Milo, considerata l’amante ufficiale del Maestro anche nella vita reale, nel film rappresenta se stessa, capricciosa e prorompente. Del suo rapporto con Fellini, Milo ha dichiarato: “Era meraviglioso, sapeva leggere nell’animo della gente. L’ho amato tantissimo. A volte i grandi sentimenti ti colpiscono in maniera così violenta che non ti puoi ribellare, non valgono le ragioni. Non sei tu che hai l’amore, è l’amore che si impossessa di te”.

“È la storia di un uomo come ce ne sono tanti: la storia di un uomo giunto a un punto di ristagno, a un ingorgo totale che lo strozza. Io spero che dopo i primi cento metri lo spettatore dimentichi che Guido è un regista, cioè un tipo che fa un mestiere insolito, e riconosca in Guido le proprie paure, i propri dubbi, le proprie canagliate, viltà, ambiguità, ipocrisie: tutte cose che sono uguali in un regista come in un avvocato padre di famiglia!

Federico Fellini

In definitiva Fellini, rappresentando se stesso, mette in scena le contraddizioni di un uomo che cerca la sua dimensione in un mondo che fatica ad accettare. Le responsabilità che lo assillano, gli amori e l’aspettativa degli altri sono la causa dell’infelicità a cui neanche la religione può porre rimedio (il colloquio col prelato).

La rappresentazione dei ricordi nasce dalla necessità di un ritorno all’innocenza e alla semplicità. Solo con questa chiave di lettura si può assistere a quest’opera che Fellini guida con tutta la sua mano d’artista, unico e irripetibile. Un film che non lascia indifferenti perché si concretizza come male comune dell’umanità e del bisogno di relazionarsi con la vita.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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