The Witcher, season 3 part 1. Il peggio è passato. Per ora…

The Witcher, season 3 part 1. Il peggio è passato. Per ora…
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Dopo una seconda stagione dai ritmi inizialmente lenti e un finale con un fast-forward senza senso e imbarazzante, si avvicina la fine per lo strigo interpretato da Henry Cavill. Questa prima parte di terzo capitolo non è perfetta (decisamente no), ma scorre molto, molto meglio.

Avevamo lasciato Geralt sopra un ponte realizzato in pessimo polistirolo misto a CGI made in Hercules 1998, lo ritroviamo un po’ fuggitivo stile Harrison Ford (o Wesley Snipes), un po’ “stiamo zitti, che ogni volta che parlo arrivano guai”. Ritroviamo, in questa prima parte di terza stagione di The Witcher, una Yennefer più matura, che deve riconquistare la fiducia un po’ del mondo intero, una Ciri che rompe sempre i coglioni (ma un po’ meno) e un corollario di personaggi secondari che annaspano tra un acume intellettivo degno di un paramecio e scelte di sceneggiatura degne (in negativo) dell’episodio “La lunga notte” di Game of Thrones.

Ma… Andrea, nel titolo hai scritto che il peggio è passato”.

Ed è così, mio caro amico che non conosco. Non farò spoiler, ma ti assicuro due cose: questa prima parte di terza stagione di The Witcher scorre lenta, con ritmi molto compassati e pochi combattimenti. Ed è un bene, perché in questo modo certi sviluppi di trama e di personaggi (Yennefer, il gran conclave dei maghi, alcuni aspetti del regno di Nilfgaard, Dijkstra e Philippa) hanno il giusto respiro, riesci a capirli con una progressione naturale, senza chiederti “Perché da un’inquadratura all’altra il loro rapporto è passato dal non sopportarsi a madre-figlia degno di Lorelay e Rory Gilmore?”.

Anche la fotografia è abbastanza buona, con paesaggi maestosi che, nel loro essere perennemente adombrati da foschie e nubi, restituiscono un senso di decadenza e di incertezza mista a vaga inquietudine dei protagonisti. Anche in situazioni atte a stemperare, in cui Ranuncolo è onnipresente, il paesaggio e la scena circostante non ha colori vividi. Ottimo punto. Si è tornati, in un certo senso, ad avere maggiore controllo su tutto, come accadeva nella prima stagione.

Certi amori non passano…” (Eros Ramazzotti sugli effetti speciali low budget di The Witcher di Netflix)

… Come quello di continuare a forzare l’uso della computer grafica a fronte di un budget non faraonico. È così che una cavalcatura di Cirilla in mezzo al bosco fa l’effetto finto degno di un film di Pozzetto del 1992, o mostri che sembrano spuntare da un ottimo titolo per PlayStation 2, o ancora saloni al lume di candela con effetti luce decenti, ma con personaggi in carne e ossa illuminati in maniera vistosamente artificiosa o sbagliata (tutte – e dico tutte – le scene all’interno del consiglio dei maghi).

Anche certe scelte di caratterizzazione non sono per nulla azzeccate. Se in certi casi siamo rimasti stupiti di un tradimento inaspettato o dalla ripetuta stupidità di certe azioni (alcuni personaggi sì, funzionano proprio perché non sono dei fini strateghi), in altri non capiamo il senso di certe situazioni: possibile che una persona che è risaputo avere determinate capacità rimanga in prigione per così tanto tempo, in mezzo a reietti umani normali, senza mai avere creato un diversivo per uscire da quei posti nefandi non dico con facilità, ma con un minimo di astuzia che non sia il solito “giochiamo a nascondino”?

Yennefer vince il torneo di Cosplay organizzato dall’associazione Maghetti di Cintra: “Ottimo cosplay in versione un po’ più dark, un po’ più elegante e forse un po’ più alta. Notare come Jasmine sia costretta a compiere un piccolo balzo, in tal senso”
Sai, pensavo peggio.

Al netto delle oramai consuete scelte sciagurate, tuttavia, la prima parte della terza stagione di The Witcher può essere promossa con una piena sufficienza. Un po’ come quegli studenti del liceo che hanno avuto un anno tribolato, ma che hanno poi dimostrato di sforzarsi per meritarsi dei voti non orrendi. Paradossalmente, dalle parole di Cavill credevamo l’incarnazione made in Netflix di The Witcher stesse prendendo pieghe orribili. Per ora, così non è.

Certo, lo scivolone finale è dietro l’angolo, un Geralt fin troppo sentimentale in un paio di scene è da WTF, un aspetto di Ranuncolo che viene messo così, a caso, di botto, senza alcun senso ma solo per sembrare [censura auto imposta altrimenti rischiamo lo spoiler], ma per chi ha superato lo scoglio della seconda stagione, chi ha urlato per l’orrore e il piattume di Blood Origins, sono errori calcolati in partenza.

Attendiamo il 27 luglio per una panoramica definitiva e globale sulla stagione numero tre dello strigo più bistrattato delle piattaforme streaming.

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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