Daniele Maggioli ed il sognante album “I piedi nella sabbia”: l’intervista

Daniele Maggioli ed il sognante album “I piedi nella sabbia”: l’intervista
Condividi su

In occasione dell’uscita dell’album “I piedi nella sabbia” uscito per l’etichetta TSCK Records abbiamo incontrato il cantautore riminese Daniele Maggioli. Ne è venuto fuori un affresco della sua musica e del suo mondo di sogni.

Daniele Maggioli scrive e canta canzoni da quasi vent’anni. Capita spesso di vederlo nei locali di Rimini, quelli dove il sangiovese scorre bene e le chiacchiere diventano loquaci. La Rimini vera, non quella becera e vacanziera, che scopri ormai in pochi posti come il bar Brezza in piazzetta San Martino. Dentro di lui scopri la riminesità gentile, il sorriso discreto. Abbiamo condiviso palchi insieme, per anni, con un progetto condiviso dedicato a Rino Gaetano. Poi ognuno per la sua strada, ma è rimasto un legame quasi familiare, da allora.

L’occasione è quella di parlare del suo ultimo disco “I piedi nella sabbia” ultima avventura discografica di Daniele Maggioli benedetta dall’etichetta TSCK.

Ci eravamo lasciati anni fa parlando della scena musicale riminese che soffre di una stagnazione. Cosa è cambiato da allora?

Praticamente niente perchè la città soffre di spazi poco disponibili all’ascolto e alla diffusione della musica suonata. Questo è frustrante se pensi che viviamo in una città di 150.000 abitanti. Poi ci sono cose che puoi trovare come la rassegna di musica elettronica a Casa Madiba. Rimini è cresciuta su qualcos’altro ma non la musica.

Malgrado tutto continua ad essere un contenitore di storie buone per attingere materiale e farci una canzone. Alla fine però i musicisti siamo sempre noi. Amici, certo, bello perchè esiste un confronto diretto però non hai davanti delle sfide dove poter dimostrare il meglio di te. Rimane tutto confortevole. Un confronto con una realtà esterna farebbe bene alla scena.

Confronto che hai avuto grazie al Duo Bucolico, entrato ormai di diritto nella scena underground nazionale.

Ecco, suonando in festival incontrando altre band abbiamo acquistato tanta linfa come Duo Bucolico. Se fossimo rimasti a Rimini l’entusiasmo si sarebbe spento. Acquisti stimoli suonando in un palco grosso con line up importanti dove sei portato a dare il meglio.

Cosa che a Rimini è difficile avere

Ci stiamo provando col Marecchia Dream Fest ( Daniele Maggioli quest’anno è stato il direttore artistico n.d.r.). Serve una progettualità anche politica sennò organizzarla fra di noi è una battaglia coi mulini a vento. Ovviamente partiamo dal presupposto che ci sono posti molto peggiori rispetto a Rimini.

Nella presentazione del disco parli di canzoni venute fuori dalla pandemia

Durante il lockdown sono tornato a suonare la chitarra acustica. Ma anche intorno ho visto questo desiderio di tornare ad essere semplici, di togliere molti orpelli. Tornare all’essenzialità nei rapporti umani, riscoprirne il valore. Così anch’io ho riscoperto un senso di intimità che ti da una chitarra acustica.

Nel disco “I piedi nella sabbia” chi ha curato gli arrangiamenti? In generale ha un mood cantautoriale ma ci sono innesti di elettronica minimale ben piazzati nei brani. Nel brano “Madrid” sul finale ci sono richiami prog ad esempio

Una cosa che mi stanno dicendo un po’ tutti è che questo disco è una sintesi di diverse mie anime. La mia prima fase era cantautoriale classica, fra Paolo Conte e Vinicio Capossela poi sono passato all’elettronica per esplorare altri orizzonti. Tutti questi elementi ho cercato di farli rientrare nel mio stile con più lucidità.

Nel disco ho ripreso con piacere canoni e personaggi che avevo esplorato in “Pro Loco” come in “Chiosco Barracuda”. Quasi come se mi fossi detto: “La so ancora fare questa cosa“. E’ venuta fuori con delle sonorità più nuove ma con molte strofe, come facevo una volta, “alla vecchia”. Alla fine sono e rimango un cantastorie.

I brani li ho arrangiati io. Marco Mantovani che è uno dei miei collaboratori storici, ha suonato il pianoforte. Avendo molti impegni ha lasciato a me il compito importante degli arrangiamenti rispetto ad altre volte dove cercavo il suo supporto.

Ritornando al brano “Madrid” e ” Parco XV Aprile” nel testo comunicano una sorta di incomunicabilità nei rapporti umani…

Sicuramente quei pezzi esprimono questo sentimento e sei stato bravo a coglierlo. Sono brani scritti in piena pandemia. Si respirava un senso di incompletezza continua, una felicità che sarebbe venuta chissà quando. “Parco XV Aprile” l’ho scritta nell’autunno del 2020. Ero stato invitato a suonare ad una festa al Parco Marecchia organizzata con la volontà di venir fuori dall’incubo della pandemia. Le notizie di rialzo dei contagi però continuavano ad imperversare. Vedevo i miei amici e pensavo che avrei dovuto lasciarli. C’era la sensazione di una “non vita”. Però non ho voluto fare un disco sulla pandemia ma è venuto fuori un sentimento che può essere comune.

Nello specifico, sempre in quell’occasione, il testo del disco rimanda a un episodio che mi raccontò un’amica la sera stessa. Si trattava di una relazione tossica vissuta con un suo ex che sfociava addirittura nella violenza fisica contro di lei. Ricordo che le manifestai in maniera chiara la mia rabbia verso quel soggetto, e il brano è pregno di quello che ho provato in quel momento. Rimane la fotografia di un momento vissuto dove sentivo forte la voglia di trattenere l’amicizia disperata che si era creata, l’istinto del bene che viene fuori e non puoi fermare perchè è dentro di te, in quello che sei e che esprimi.

Nella tua biografia ho scoperto che curavi un’etichetta dal nome Hoollapeppa.

Si tratta del mio alter ego discografico però sono io Daniele Maggioli. Non ho pubblicato altri dischi se non i miei. Un mio amico mi ha chiesto di pubblicarlo con l’etichetta, ho detto che era il benvenuto (ride).

Dove hai registrato il disco?

Le tracce iniziali le ho registrate io, poi siamo andati presso l’Animal House Studio di Ferrara da Federico Viola. Lui è il mio tecnico di riferimento come nel Duo Bucolico. Un posto dove mi trovo a mio agio, un capanno in campagna in pieno rock’n’roll style. Non ti guarda le ore che trascorri in studio, come certi studi prezzolati e asettici. Non avrà il mega preamplificatore di ultima generazione ma è uno spazio dove puoi sperimentare e creare. Lì con Marco abbiamo registrato i pianoforti, ho ri-registrato qualche voce, qualche chitarra. Il disco comunque era già pronto inizialmente ho fatto solo piccoli aggiustamenti.

Ultima cosa: chi ha curato la grafica?

È stata curata da Elena Tenti, artista-illustratrice di Rimini con cui collaboro da una vita. Finito il lavoro di registrazione arrivo alla fine che sono saturo. Come le altre volte delego il lavoro a lei che si fa il suo viaggio artistico con le mie canzoni e lo esprime molto bene, alla sua maniera. E come sempre, ho avuto la sensazione che lei abbia capito cosa voglia esprimere con la musica. Si crea una vera affinità artistica.

Epilogo

Il giorno dopo ho ancora nelle cuffie il disco di Daniele. Mi viene d’istinto di fare una passeggiata in spiaggia. Ci abito di fronte ma sono sempre preso da mille cose e trascuro questo dettaglio prezioso e vitale. È ancora deserta, un tronco disteso pare un bagnante ma è ancora un resto della furia del fiume, dopo i terribili giorni scorsi dove l’acqua ha travolto la Romagna. Daniele nelle orecchie mi canta ancora “Oggi la Romagna piena di aquiloni è un inferno a cinque dimensioni.

” Non è facile promuovere la propria musica in questi giorni. Ho amiche e amici a pochi chilometri che qui hanno perso tutto.(..) Però so che ci si nutre anche di questa dimensione, e che alla lunga può lenire, sollevare o suggerire orizzonti. Non saranno magari questi pezzi, ma lo è la sostanza di cui sono fatti.”

Daniele Maggioli

a cura di
Beppe Ardito

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE-Billy Elliot – Il Musical – Teatro Creberg, Bergamo – 19 maggio 2023
LEGGI ANCHE-Il ritorno di Elettra Lamborghini: l’album “Elettraton” e gli instore
Condividi su

Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *