“Mushin” il disco che chiude il cerchio di Flavio Zen

“Mushin” il disco che chiude il cerchio di Flavio Zen
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Flavio Zen si era già fatto notare dalla nostra redazione con “Kotodama”, ora è tornato con un disco che lascia senza fiato! “Mushin” è la conclusione del percorso di crescita e consapevolezza intrapreso dal rapper. Dieci tracce (di cui tre bonus track) che ripercorrono il viaggio tra esperienze e maturazione musicale, all’interno ritroviamo alcuni singoli già pubblicati.

Flavio Zen – Mushin

Forse definire Flavio Zen semplicemente un rapper è sminuirlo, infatti l’artista spazia tra diversi generi. Sì viene dal rap, ma all’interno dei brani troviamo influenze lo-fi, soft pop e anche un pizzico di rock. Prende il meglio da ogni genere e ricrea il proprio sound. Una melodia che definirei sensuale, avvolgente ed ipnotica. “Om Mani Padme Hum” è uno dei brani che più mi ha colpito sia per il suo testo potente e riflessivo che per il sound… irresistibile! Altrettanto interessante è il brano “Sciamani” dove i ritmi diventano più pop senza perdere il timbro di voce unico ed emozionante di Flavio Zen, in questa canzone mi ricorda un po’ Usher.

In “Mushin” sono presenti anche tre bonus track ovvero delle rivisitazioni dei singoli “Kotodama”, “Sciamani” e “Sotto la mia pelle”. Un tocco un po’ vintage che apprezzo davvero molto.

In conclusione Flavio Zen ha fatto centro! “Mushin” è un disco che si ascolta con gran piacere, non è monotono e neanche scontato. I suoi beat stupiscono l’ascoltatore, lo trascinano nel suo mondo e lo conquistano.

Track by track

Shinobu: è uno dei brani più introspettivi del disco, qui si portano alla luce le paure legate all’aspettativa della gente. Il brano parte con un sound indie e intimo per poi sfociare sul finale in barre serrate dal sapore aspro mescolando i due generi.

Om Mani Padme Hum: è un inno legato alla vera ricerca del Sé. Una riflessione su come ci si può sentire schiacciati all’interno del personaggio interpretato per anni e sulla voglia di essere finalmente sincero.

Sotto La Mia Pelle: Il brano narra di come si resti sempre invischiati vicendevolmente nella vita degli altri anche quando i rapporti sono ormai lontani, finiti o brevi.

Kotodama: In questa canzone l’artista invoco la divinità giapponese della parola, Kotodama, per provare ad aumentare la potenza espressiva e riuscire a comprendere meglio sé stessi e gli altri.

Kawaii: Questo brano parla di come sia difficile restare incolume dopo le battaglie e di quanto sia importante reagire con dolcezza e un po’ di giocosità anche agli avvenimenti più pesanti.

Sciamani: è un esperimento stilistico. Sonorità che strizzano l’occhio all’hyper-pop assieme alla chitarra di Martino Corrias. Il testo racconta in modo molto vorticoso la voglia di voler iniziare a perdonare e perdonarsi per andare avanti accettando anche le sfumature del proprio carattere in passato considerati come difetti.

Con i Beats: Un ritorno a un rap duro, con barre ostili e pesanti in cui mostro dopo molti anni le mie radici hip-hop stavolta con una maturità diversa.

a cura di
Redazione

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