“Windswept Adan”: il paesaggio emotivo di Ichiko Aoba

“Windswept Adan”: il paesaggio emotivo di Ichiko Aoba
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La cantautrice, in pieno Tour mondiale, ha da poco pubblicato un’esibizione live del suo ultimo album “Windswept Adan”, un dipinto musicale che trova colore nei toni della natura, rendendola celebre nel panorama indie globale.

Ichiko Aoba non è di certo un nuovo volto nel panorama indie-folk; abile chitarrista classica fin da giovane, inizia a produrre musica nel 2008, ispirandosi alle soundtrack dei classici Disney e Studio Ghibli.
Nel 2010, a 19 anni, rilascia il suo primo album “Razor Girl”, ma sarà solo nel 2018 con il rilascio dell’album “Qp” che inizierà a ottenere un po’ di riconoscimento oltreoceano, riuscendo a colpire col suo stile “nudo” e delicato, affidandosi solo e unicamente a chitarra e voce.

Un mondo evasivo in piena pandemia

Nel 2020 in pieno lockdown la cantante rilascia un singolo intitolato “Porcelain“, il quale presenta un forte stacco col tipo di musica che ha rilasciato fino a quel momento: la traccia è rivestita di archi, sintetizzatori, percussioni ed oltre, che crea un’atmosfera chamber folk molto più pomposa ed eterea, senza però rinunciare alle linee melodiche morbide tipiche dei suoi vecchi lavori.
Il singolo apre nel dicembre del 2020 alla pubblicazione dell’album intero: “Windswept Adan”.

L’album si presenta come un quadro naturalistico molto tranquillo e rilassato, che non manca però di momenti di intensità. Fin dal prologo veniamo introdotti, grazie all’utilizzo di suoni naturali, campanelli, sintetizzatori soavi e così via, in un viaggio estremamente luminoso e aperto, in contrasto alla realtà ingabbiante presente in quel periodo.
Grazie forse anche al contesto storico, il disco ottiene grande successo nel panorama indie globale.

L’album nel dettaglio

L’album si compone di 14 tracce, per un totale di 50 minuti di ascolto.
Ichiko Aoba trae ispirazione da un lungo soggiorno ad Okinawa, isola tropicale al sud del Giappone, insieme a due suoi collaboratori, dopo il periodo di quarantena per il COVID-19.

“I nostri sensi diventavano più acuti di giorno in giorno passando tanto tempo a casa […] Ho accolto il soffio del vento e lo sbocciare dei fiori come parte del mio corpo”

intervista di Aoba e i suoi collaboratori rilasciata a Tokion

La cantautrice presenta l’album come una soundtrack per un film inventato, la cui trama viaggia per scenari dei mari sud-orientali.
Come abbiamo già detto “Prologue” apre questa storia e, tra suoni di uccelli e onde che si infrangono, il viaggio parte.

La storia prosegue tra climax che vediamo in brani come “Pilgrimage“, il cui brillante motivetto di tastiera accompagna passo dopo passo il crescendo vocale come in un vero pellegrinaggio, e brani brevi e meditati, come “Horo” e “Easter Lily“, con progressioni rilassate e ripetitive che mettono in luce la performance vocale della cantante.

E ancora una grande prova del lavoro di precisione svolto si ritrova in brani come “Sagu Palm’s song” dove le linee ipnotiche e angolari di chitarra si fondono perfettamente con i vari strati vocali, o “Down in the Adan”, dove le calme melodie di flauto si stendono su frenetiche progressioni di chitarra, trascinandoti in entrambi i casi nella dimensione da loro creata con estrema facilità.

Conclusioni

L’album è a mio parere uno dei più significativi nel genere folk non solo giapponese, per potenza evocativa e accuratezza nei minimi dettagli musicali; la cantante è dotata di un timbro di voce molto solenne, capace di giostrarsi tra pause e vocalismi a volte appena bisbigliati, altre squillanti.

Inoltre Ichiko Aoba riconferma una grande conoscenza musicale: affiancando alla sua grande abilità nell’eseguire elementi classici, riesce anche a giocare con sonorità jazz e ambient, raggiungendo così una direzione artistica molto allettante.

Nel frattempo le va augurato il meglio per il successo del suo tour, del quale le date italiane avverranno proprio in questi giorni, il 10 all”Arcibellezza” di Milano e l’11 al “Lokomotiv” di Bologna.

a cura di
Simone Endo

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